Il Sole 24 Ore

« All’Italia servono altre due big »

- Luca Davi

Intesa Sanpaolo rimane e continuerà ad essere « leader » del mercato. Ma l’Italia ha bisogno di « almeno altri due player » bancari, oltre a Ca’ de Sass. A dirlo è lo stesso numero uno di Intesa, Carlo Messina. Che tratteggia così i contorni che, a suo giudizio, dovrebbe assumere il mercato bancario affinché possa essere più competitiv­o e più efficiente. « In Italia siamo e rimarremo leader per definizion­e. Ma l’Italia ha bisogno di concentraz­ione, di avere almeno altri due player che abbiano una buona quota di mercato perché è il futuro avere concentraz­ione » , ha detto il banchiere in una intervista alla Cnbc. Per

Messina « nel giro di dodici mesi ci potrebbe essere qualche deal di M& A nel Paese » . Nessun indicazion­e specifica arriva su quali possano essere gli “incastri in gioco” ( « Non so quali banche si fonderanno o si metteranno insieme » ) , ma il senso delle parole è chiaro: il mercato italiano sta entrando in una nuova fase di fusioni, fase che peraltro la stessa Intesa ha fatto scaturire con l’Opa lanciata a febbraio 2020 su Ubi ( « Noi abbiamo fatto la mossa giusta al momento giusto, Ubi era per definizion­e la miglior banca in Italia dopo Intesa Sanpaolo » ) , costringen­do così gli altri a rincorrere.

Quali possano essere ora i poli alternativ­i a Intesa lo si capirà solo col tempo. Molto graviterà attorno alle scelte che prenderà l’UniCredit di Andrea Orcel, che proprio in settimana ha aperto all’ipotesi dell’M& A per “accelerare” la crescita. Le ipotesi per piazza Gae Aulenti sono molte e vanno dall’aggregazio­ne con Mps a quella con BancoBpm, alternativ­e che in verità potrebbero anche sommarsi, con piazza Meda che da parte sua accarezza però l’ipotesi Bper a trazione Unipol. Ma gli scenari per UniCredit si spingono anche oltre, e arrivano a coinvolger­e anche Mediobanca, ipotesi suggestiva che però è tutt’altro che scontata. Le scelte, di certo, dovranno farle anche gli azionisti delle banche coinvolte nel valzer delle fusioni, e a loro spetterà un ruolo tutt’altro che secondario.

Intanto, al momento, come riportato anche ieri da Bloomberg, sembra riavviarsi il “film” del confronto tra l’azionista di riferiment­o di Siena, il Mef, e la stessa UniCredit, percorso interrotto dopo l’uscita dell’ex Ceo Jean Pierre Mustier. Non è escluso che già nel giro delle prossime settimane i colloqui ripartano. Del resto le scadenze per Siena non mancano, a partire dagli esiti degli stress test che saranno comunicati al mercato in luglio. L’esecutivo peraltro ha concordato con la Commission­e europea di procedere con l’addio a Mps entro l’anno, ma ha anche rinviato a giugno 2021 il termine per l’utilizzo delle Dta.

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