« All’Italia servono altre due big »
Intesa Sanpaolo rimane e continuerà ad essere « leader » del mercato. Ma l’Italia ha bisogno di « almeno altri due player » bancari, oltre a Ca’ de Sass. A dirlo è lo stesso numero uno di Intesa, Carlo Messina. Che tratteggia così i contorni che, a suo giudizio, dovrebbe assumere il mercato bancario affinché possa essere più competitivo e più efficiente. « In Italia siamo e rimarremo leader per definizione. Ma l’Italia ha bisogno di concentrazione, di avere almeno altri due player che abbiano una buona quota di mercato perché è il futuro avere concentrazione » , ha detto il banchiere in una intervista alla Cnbc. Per
Messina « nel giro di dodici mesi ci potrebbe essere qualche deal di M& A nel Paese » . Nessun indicazione specifica arriva su quali possano essere gli “incastri in gioco” ( « Non so quali banche si fonderanno o si metteranno insieme » ) , ma il senso delle parole è chiaro: il mercato italiano sta entrando in una nuova fase di fusioni, fase che peraltro la stessa Intesa ha fatto scaturire con l’Opa lanciata a febbraio 2020 su Ubi ( « Noi abbiamo fatto la mossa giusta al momento giusto, Ubi era per definizione la miglior banca in Italia dopo Intesa Sanpaolo » ) , costringendo così gli altri a rincorrere.
Quali possano essere ora i poli alternativi a Intesa lo si capirà solo col tempo. Molto graviterà attorno alle scelte che prenderà l’UniCredit di Andrea Orcel, che proprio in settimana ha aperto all’ipotesi dell’M& A per “accelerare” la crescita. Le ipotesi per piazza Gae Aulenti sono molte e vanno dall’aggregazione con Mps a quella con BancoBpm, alternative che in verità potrebbero anche sommarsi, con piazza Meda che da parte sua accarezza però l’ipotesi Bper a trazione Unipol. Ma gli scenari per UniCredit si spingono anche oltre, e arrivano a coinvolgere anche Mediobanca, ipotesi suggestiva che però è tutt’altro che scontata. Le scelte, di certo, dovranno farle anche gli azionisti delle banche coinvolte nel valzer delle fusioni, e a loro spetterà un ruolo tutt’altro che secondario.
Intanto, al momento, come riportato anche ieri da Bloomberg, sembra riavviarsi il “film” del confronto tra l’azionista di riferimento di Siena, il Mef, e la stessa UniCredit, percorso interrotto dopo l’uscita dell’ex Ceo Jean Pierre Mustier. Non è escluso che già nel giro delle prossime settimane i colloqui ripartano. Del resto le scadenze per Siena non mancano, a partire dagli esiti degli stress test che saranno comunicati al mercato in luglio. L’esecutivo peraltro ha concordato con la Commissione europea di procedere con l’addio a Mps entro l’anno, ma ha anche rinviato a giugno 2021 il termine per l’utilizzo delle Dta.