Italia quasi tutta gialla, pressing per riaprire
L’ipotesi più probabile è che il coprifuoco sia posticipato alle 23 o alle 24
Lo Stivale è ormai tutto giallo. A parte il lembo della valle d’Aosta e le due isole maggiori, Sicilia e Sardegna, ancora arancioni, l’Italia sembra avviata ad uscire dalla fase critica dell’epidemia. A confermarlo, oltre alle ordinanze firmate dal ministro della Salute, Roberto Speranza, sono anche i dati. Nonostante il leggero aumento dell’indice Rt, che resta comunque sotto 1 ( 0,89), tutti gli altri parametri segnalano un arretramento del virus, a partire dall’occupazione dei posti letto in ospedale e in particolare nelle terapie intensive scese ormai a livello nazionale sotto la soglia critica del 30%. Scontato a questo punto un nuovo intervento del Governo la prossima settimana per accelerare le riaperture e rivedere il coprifuoco con un nuovo decreto legge dove entreranno anche le misure per il green pass italiano. Qualche anticipazione potrebbe arrivare già mercoledì dal premier Mario Draghi, che dovrebbe intervenire alla Camera per il question time. Non solo. Non viene neppure esclusa una revisione dei parametri che decidono i colori delle Regioni. Sarà questo uno dei punti al centro del prossimo confronto all’inizio della settimana tra l’Esecutivo e i Governatori.
Il tema principale resta comunque l’allentamento delle restrizioni. « Nel prossimo Cdm i ministri della Lega chiederanno il ritorno al lavoro in sicurezza per tutti, senza discriminazioni, e no al coprifuoco che qualcuno voleva confermare fino a giugno o addirittura a luglio » , ha ribadito ieri Matteo Salvini. Una dichiarazione che serve anche a mettere la sordina alla mozione di Giorgia Meloni contro il coprifuoco e l’uso delle mascherine all’aperto che FdI ha presentato al Senato e sarà discussa sempre la prossima settimana. Stavolta però oltre a Salvini è intervenuto anche Luigi Di Maio. Il ministro degli Esteri indica « il 16 maggio » quale data « auspicabile per superare il coprifuoco » . In realtà al momento l’ipotesi più probabile è che sia posticipato alle 23 o alle 24 come chiede il presidente della Conferenza delle Regioni, Massimiliano Fedriga e anche Forza Italia. La scelta della gradualità permane. Sono passati solo 10 giorni dalle riaperture e gli effetti si vedranno dalla prossima settimana.
I dati però restano comunque incoraggianti. Soprattutto come si è detto sul fronte della pressione sugli ospedali. Per questo le Regioni - ha rilanciato Fedriga - chiedono che d’ora in poi si tenga conto « dell’Rt ospedaliero » . Anche il veneto Luca Zaia ha definito « logico » rivedere i parametri puntando su « rt con sintomi e rt ospedaliero » . Questo perché come conferma anche il report settimanale di ieri continua a scendere l’età dei contagiati e dei ricoverati e quindi introdurre restrizioni basandosi sull’indice di contagiosità non sarebbe più coretto. In ogni caso questi numeri ( a cui si aggiunge anche la discesa del numero dei decessi) sono la conferma che la campagna vaccinale, che riguarda in questa prima fase la popolazione più anziana e fragile, quella con il più alto tasso di letalità, sta producendo i suoi effetti positivi. E dopo alcuni giorni di calo si è tornati ora a viaggiare attorno alle 500mila dosi giornaliere.
I Governatori temono però l’effetto vacanza, nel senso che c’è il rischio che si scelga di non vaccinarsi o di non fare il richiamo nel caso in cui questo cada durante il periodo di ferie. Proprio per questo si sta ipotizzando che la seconda dose possa essere inoculata nei luoghi di vacanza. Una proposta che il commissario Francesco Paolo Figliuolo sta valutando anche se molto difficile da realizzare logisticamente. A oggi oltre 16 milioni di italiani pari a circa il 27% ha ricevuto almeno una dose ( tra gli over 70 è il 76%) e da lunedì in tutta Italia si potranno vaccinare anche gli over 50. Intanto Letizia Moratti chiede che le dosi non utilizzate dalle altre Regioni vengano assegnate a chi rispetta i target come la Lombardia. « Moratti recidiva: chiede di nuovo un doppio standard, stavolta sui vaccini. Regione Lombardia faccia finalmente, tardivamente la sua parte, e si rassegni al fatto che siamo l'Italia » , è la risposta del deputato dem Filippo Sensi.