Il Sole 24 Ore

L’emendament­o Pd aggira i concorsi nella Pa

- G. Tr.

Mentre il Recovery riempie di « selezione dei migliori » , « competenze » , « attrattivi­tà per i talenti » il dibattito sulla Pa, si tenta la più classica delle infornate di assunzioni. Senza formalità. Oggetto del contendere è il corso- concorso lanciato nel 2018 dalla Regione Campania ( con fondi Ue) per 2.175 fra impiegati ( categoria C) e funzionari ( categoria D) degli enti locali. La formazione finirà il 31 maggio. Poi i candidati dovrebbero superare una prova scritta secondo il modello introdotto all’articolo 10 del Dl riaperture ora al Senato.

Proprio lì va a puntare il Pd, con un emendament­o che eviterebbe ai candidati il fastidio della prova. L’emendament­o è ovviamente generale ( « nei casi in cui una prova scritta sia stata già effettuata alla data di entrata in vigore del presente decreto » ) , ma è tagliato su misura del caso campano. Dove una prima selezione venne fatta per sfoltire la folla dei 143mila candidati. Quella, però, non era una prova concorsual­e, necessaria anche a scrivere le graduatori­e dei candidati fra i 16 profili in gioco. Nel frattempo tempi lunghi ed emergenza sanitaria hanno azzoppato la frequenza. E la nuova selezione non minaccia certo di decimare i candidati. Ma è la sua stessa esistenza a dar fastidio. E ad animare il lungo braccio di ferro tra il presidente Pd della Campania Vincenzo De Luca e il ministro per la Pa Renato Brunetta. « Basta un colloquio » , ha detto De Luca. Con tanti saluti al Recovery. E alla Costituzio­ne.

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