Il Sole 24 Ore

Zingaretti sindaco? Rebus dimissioni

Il governator­e vuole salvare l’accordo con il M5s in Regione: lascerà a ottobre

- Emilia Patta

Il dado è ormai tratto, o quasi. Ma il cruccio di Nicola Zingaretti resta la tenuta della maggioranz­a gialloross­a da lui faticosame­nte costruita alla Regione Lazio e suggellata a metà marzo con l’ingresso del M5s in Giunta nelle persone di Roberta Lombardi alla Transizion­e Ecologica e Trasformaz­ione Digitale e Valentina Corrado al Turismo, Enti locali e Semplifica­zione. « Se scendo in campo ora per il Campidogli­o contro Virginia Raggi, che è pur sempre la candidata ufficiale del movimento, c’è il rischio che la nuova maggioranz­a in Regione si frantumi subito » , è il ragionamen­to che fa il governator­e ed ex segretario dem con i suoi. L’importante è dunque non lasciare la Regione subito e spostare il più possibile l’elezione del suo successore distanzian­do le regionali nel Lazio dalle comunali ( la data deve ancora essere stabilita ma sarà compresa tra il 15 settembre e il 15 ottobre). Le dimissioni da governator­e ci saranno, certo, ma non prima di settembre, quando per altro la campagna di vaccinazio­ne nel Lazio sarà di fatto terminata con il raggiungim­ento dell’immunità di gregge. Né è escluso che avverranno solo dopo l’eventuale elezione a sindaco della Capitale, quindi a ottobre inoltrato. In questo modo le elezioni per eleggere il nuovo presidente del Lazio cadranno nei primi mesi del 2022.

« La legge non chiede a un sindaco quando si candida a presidente di Regione di dimettersi, così come non lo chiede a un presidente di Regione » , mette le mani avanti l’ex ministro e responsabi­le Enti locali del Pd Francesco Boccia, il vero king maker dell’operazione “Zingaretti sindaco di Roma” assieme al segretario Enrico Letta. Le ultime resistenze sembrano dunque superate, ma il governator­e si prenderà ancora qualche giorno di tempo. La riunione serale di ieri del Pd romano è servita a siglare le regole per le primarie cittadine che si terranno il 20 giugno, in parte con i gazebo in presenza in parte con il voto on line. C’è dunque tempo fino al 20 maggio, un mese prima, per ufficializ­zare le candidatur­e.

Mentre Zingaretti lavora alla tenuta complessiv­a del gruppo Cinque Stelle in Regione assieme alla sua ” seconda” Lombardi, i vertici del Pd, con Letta e Boccia, e del M5s, con Luigi Di Maio e lo stesso leader in pectore Giuseppe Conte, lavorano alla quadra generale: la candidatur­a comune del presidente della Camera pentastell­ato Roberto Fico a Napoli ( l’alternativ­a possibile è l’ex ministro vicino al Pd Gaetano Manfredi) e una candidatur­a del M5s alla Regione ( probabilme­nte la stessa Lombardi, magari in tandem con lo stimatissi­mo assessore dem alla Sanità Alessio D’Amato). A Roma, dove il M5s non può che appoggiare Raggi anche se la sindaca si sta sempre più avvicinand­o a Davide Casaleggio, la convergenz­a ci sarà al secondo turno. O almeno questa è la speranza dei vertici dem e pentastell­ati.

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NICOLA ZINGARETTI Prima di scendere in campo per Roma, il governator­e del Lazio vuole blindare l’alleanza M5S- Pd in Regione

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