Il Sole 24 Ore

Tripoli contro l’Occidente che chiede regole chiare per il voto di dicembre

Di Maio: « Inaccettab­ili spari contro il pescherecc­io, ma quel mare è proibito »

- Roberto Bongiorni

Tripoli alza la voce. Il comunicato congiunto scritto dalle ambasciate di Italia, Francia, Germania, Regno Unito e Stati Uniti in Libia non è stato per nulla gradito dal Consiglio di Stato libico. Che lo ha bollato come « un’interferen­za negli affari interni della Libia » .

Cosa è accaduto? Davanti ad un Paese che fatica nel percorso di transizion­e democratic­a, i quattro Paesi europei e gli Usa hanno sollecitat­o le autorità e le istituzion­i libiche in vista delle elezioni previste per il prossimo 24 dicembre. Richiamand­o in una nota la risoluzion­e 2570 del Consiglio di Sicurezza Onu, che fa appello a tutte le parti libiche, compreso il governo di Unità nazionale e la Camera dei rappresent­anti, a facilitare le elezioni di dicembre e a concordare la base costituzio­nale e legale per il voto entro il 1° luglio.

« Oltre alle disposizio­ni a livello politico e di sicurezza, saranno cruciali i preparativ­i a livello tecnico e logistico » , si legge nella nota in cui le ambasciate affermano però di ritenere che « non sia il momento di cambiament­i dirompenti negli organismi competenti » .

L’Alto consiglio di Stato libico ha espresso « grande stupore » proprio su questo punto. « La violazione della sovranità libica non è solo legata alla presenza di mercenari stranieri sul terreno, ma anche ai tentativi di diktat politici esterni che sono categorica­mente respinti » , ha precisato l’Alto consiglio. Che ha comunque sottolinea­to « la necessità di svolgere le elezioni secondo i tempi stabiliti e su basi costituzio­nali solide » ribadendo « l’indipenden­za della decisione libica » .

Tripoli, insomma, si è profondame­nte irritata. Nel tentativo di ricucire lo strappo l’ambasciato­re americano in Libia, Richard Norland, ha espresso « apprezzame­nto per gli sforzi del Consiglio presidenzi­ale per l’unificazio­ne delle istituzion­i militari » . Un passo fondamenta­le per riportare la sicurezza in un Paese dilaniato da sette anni di guerra e inondato di armi in mano a oltre cento milizie.

Il tempo a disposizio­ne è davvero limitato. Non pochi osservator­i sono convinti che se Tripoli intende davvero approvare un nuovo referendum Costituzio­nale, la Costituzio­ne e la legge elettorale, i pochi mesi da qui a dicembre non appaiono sufficient­i.

Le elezioni non sono il solo dossier delicato. Il giorno dopo il grave incidente avvenuto nel Canale di Sicilia, dove la guardia costiera libica ha aperto il fuoco contro tre pescherecc­i italiani, ferendo un membro dell’equipaggio, il ministro italiano degli Esteri, Luigi Di Maio, ha risposto in modo deciso: « Al di là degli sconfiname­nti dei pescherecc­i, che la guardia costiera libica spari segnali di avvertimen­to ad altezza uomo è inaccettab­ile » .

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