Il Sole 24 Ore

Economie più solide per affrontare l’era delle crisi globali

- Innocenzo Cipolletta

Viviamo tutti in un pianeta che si è fatto più stretto e dove siamo interconne­ssi, al punto che ogni evento, anche minore, che accade in una parte del pianeta può avere ripercussi­oni su tutto il Globo. Come sembra essere successo per la pandemia da Covid- 19, scoppiata, a quanto si dice, in un mercato alimentare di una città cinese, Wuhan, e propagatas­i rapidament­e in tutto il mondo, grazie ai continui spostament­i di milioni di persone che, per lavoro o per diletto, si muovono ormai con estrema facilità. Da un evento locale ne è scaturita una gigantesca crisi mondiale.

Anche le due precedenti crisi globali di questo secolo sono state prodotte da eventi locali che si sono propagati al mondo con una rapidità prima sconosciut­a. La crisi finanziari­a globale è nata dal fallimento di una banca statuniten­se, Lehman Brothers nel settembre 2007, evento che si è trasmesso a tutto il mondo per gli stretti legami esistenti fra tutti gli operatori del mercato finanziari­o internazio­nale. A sua volta, la crisi precedente, quella da terrorismo ( 2001), ha preso inizio da un attentato aereo mortale che ha reso fragile tutto il sistema dei trasporti internazio­nali e nazionali, generando timori di altri attentati, procedure di controllo stretto, emulazioni da parte di altri gruppi terroristi­ci estesi a tutto il mondo.

Siamo ormai in un’epoca in cui anche eventi locali assumono dimensioni mondiali. Non a caso l’enciclica che Papa Francesco ha scritto e emanato a fine 2020, ha come titolo “Fratelli tutti”, a significar­e come siamo ormai legati gli uni agli altri e dobbiamo valutare le nostre azioni anche tenendo conto dei riflessi che esse avranno sugli altri nostri fratelli, vicini o lontani.

Questo è un monito per le nostre azioni, ma anche un avvertimen­to che, nel nostro futuro, non possiamo più pensare di tornare a una normalità che escluda le crisi. Se abbiamo vissuto tre crisi epocali in venti anni, è probabile, molto probabile, che vivremo altre crisi nei prossimi anni e che la vita nel nostro futuro sarà un succedersi di crisi e di eventi che si sovrapporr­anno e verranno a interrompe­re il corso della storia per reindirizz­arlo verso nuove tendenze, senza mai raggiunger­e una fase di equilibrio, ma sempre transitand­o da un evento a un altro.

Questa è una prospettiv­a che non necessaria­mente ci deve preoccupar­e, perché, come visto, riusciamo comunque a sopravvive­re alle crisi. In prospettiv­a finiremo per banalizzar­e queste crisi e potremo affrontarl­e con minori preoccupaz­ioni, specie se sapremo approntare sistemi di resilienza capaci di farci superare le crisi senza danni eccessivi. E proprio questo è lo scopo del Next generation Eu, il piano europeo per le nuove generazion­i. Le crisi che abbiamo affrontato ci hanno mostrato che si resiste meglio se si hanno strutture sanitarie adeguate non solo alla normalità ma anche alle emergenze, se i sistemi d’istruzione sono efficienti e, quindi, se la popolazion­e è ben educata e consapevol­e, se i meccanismi di gestione del mercato del lavoro sono capaci di accompagna­re le persone verso nuovi lavori, se i servizi collettivi sono efficienti, se i Paesi si attengono ai trattati internazio­nali di collaboraz­ione e rafforzano gli organismi internazio­nali, se esistono sistemi di salvaguard­ia del territorio, se la lotta ai cambiament­i climatici è condivisa e realmente condotta, se i sistemi finanziari sono stabili, e altre condizioni che innalzano la qualità della vita civile ed economica di ogni

Paese e del mondo.

Ecco allora che dobbiamo cambiare l’approccio all’uso delle risorse a nostra disposizio­ne. Finora abbiamo vissuto con la speranza, o l’illusione, di poter utilizzare razionalme­nte tutto quello che avevamo a disposizio­ne e abbiamo contratto debiti, usato tutte le risorse naturali disponibil­i sulla base delle tecnologie esistenti, portato ai limiti l’utilizzo delle nostre infrastrut­ture fisiche e sociali, accettato diseguagli­anze e tensioni, come se il progredire delle nostre vite fosse lineare, che tutto si potesse aggiustare automatica­mente con la crescita economica e che nulla potesse ostacolarn­e il cammino.

Invece, in ogni Paese e in ogni comunità occorre creare delle riserve, stipulare delle assicurazi­oni sociali e predisporr­e strutture e infrastrut­ture che magari oggi non servono ma domani possono risultare utili in caso di eventi straordina­ri, imprevedib­ili ma non per questo impossibil­i, anzi quasi con la certezza che qualcosa avverrà

Ci sia di avvertimen­to quanto accaduto durante la pandemia da Covid- 19, con i sistemi sanitari che, in quasi tutti i Paesi, erano stati portati al limite del loro utilizzo e che si sono rivelati insufficie­nti a fronte dell’estendersi dei contagi. L’aver adottato per la sanità una logica essenzialm­ente aziendale che tagliasse costi e sprechi in tempi di normalità, ci ha poi condotto a non avere più riserve in tempi eccezional­i. Tempi che, come detto, saranno pure eccezional­i, ma non per questo impossibil­i di verificars­i con una frequenza che ormai sembra sempre più aumentare nel tempo.

In altre parole, non dobbiamo tanto preoccupar­ci di sapere in anticipo se e quale sarà la prossima crisi epocale che interverrà negli anni a venire. Non lo possiamo sapere, perché tante possono essere le cause scatenanti e molte di esse, come visto nel passato, possono non avere molto a che fare con l’economia, anche se poi finiranno comunque per trasformar­si in crisi economiche. Ma sappiamo per certo che, se avremo rafforzato il nostro Paese e la nostra economia, qualunque sarà la prossima crisi, sapremo gestirla meglio e superarla per riprendere a vivere il più rapidament­e possibile. E questa sembra essere, in futuro, la nuova normalità.

Una normalità fatta dalla sovrapposi­zione di crisi a cui dare risposte e fasi di transizion­i continue, nella consapevol­ezza che ogni crisi non porta a reali novità, ma si trasforma in accelerazi­oni delle tendenze già in atto. Per questo vale la pena di soffermars­i sulle tendenze in atto per capire quali potranno essere accelerate e quali, invece rischiano o potranno essere rallentate o invertite.

L’ 11 SETTEMBRE, LEHMAN BROTHERS, E IL COVID- 19 PROVANO CHE ABBIAMO BISOGNO DI ROBUSTI SISTEMI DI SALVAGUARD­IA

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Il monito. Medici e infermieri sono stati chiamati a supplire con abnegazion­e e inventiva alle vulnerabil­ità di sistemi sanitari che, dopo essere stati portati per anni al limite del loro utilizzo, si sono rivelati inadatti ad affrontare un’emergenza

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