La molla del Recovery Fund spinge AB al raddoppio dei ricavi
Il fatturato sale a 250 milioni per il gruppo bresciano di impianti di cogenerazione
Dopo 40 anni di attività nella cogenerazione, AB di Orzinuovi, in provincia di Brescia, è alla vigilia di una svolta. Le risorse del Recovery plan e la maggiore sensibilità delle imprese per efficientamento energetico e sostenibilità offrono un’opportunità di nuovo sviluppo che il gruppo è pronto a cogliere grazie alle scelte compiute negli ultimi anni. « Prevediamo una crescita a doppia cifra - conferma il fondatore e presidente, Angelo Baronchelli -, ma questa opportunità ce la siamo costruita passo dopo passo, investendo nelle competenze e programmando la nostra evoluzione » . Il primo impianto di cogenerazione di AB, installato su una fornace a Soncino, è ancora funzionante, e risale ai primi anni Novanta. Da allora la crescita è stata costante e graduale. Ora l’azienda si propone come uno degli interpreti più attrezzati, sullo scenario nazionale, per la sfida della transizione ecologica e la lotta alla riduzione delle emissioni, e vede come un obiettivo possibile, nel medio periodo, il raddoppio del fatturato, oggi pari a circa 250 milioni. « Non dobbiamo solo considerare l’Italia, ma l’intero contesto europeo - spiega Baronchelli -, e anche negli Usa le opportunità sono concrete. Bisogna essere in grado di coglierle e Ab, grazie a una reputation consolidata, è in questo momento nella condizione giusta per farlo » .
Il gruppo conta 21 sedi nel mondo, un migliaio di dipendenti, oltre 1.450 impianti installati indifferentemente per grandi multinazionali o piccole realtà agricole, in un percorso di sviluppo al quale si è accompagnata anche una crescita per linee esterne. L’azienda ha investito nel crowdfunding di Noleggio Energia, Pmi innovativa specializzata nel noleggio di beni di strumentali per la produzione di energia da fonti rinnovabili, iniziativa che si affianca allo sforzo per diversificare dal core business, introducendo competenze anche nella produzione di biometano. Il gruppo di Orzinuovi ha una filiera interamente integrata, dalla lamiera al software. Una scelta che si è rivelata vincente in questa difficile fase per le catene di fornitura globale.
« Partiamo dal taglio della lamiera - spiega Baronchelli, abbiamo linee di taglio laser, di piegatura, di saldatura. Solo una piccola parte della componentistica è acquistata all’esterno. È un approccio che ci dà garanzie, soprattutto in un momento come questo, in cui le catene del valore lunghe rischiano di essere un handicap » . Il Covid ha invece creato qualche problema nell’evasione delle commesse, comprimendo più del previsto i ricavi dell’anno scorso. « Non è un problema - spiega Baronchelli -, avremo un effetto di trascinamento quest’anno. Dobbiamo evadere un portafoglio di 200 milioni » .