Il Sole 24 Ore

Bper, frenata sul dossier fusioni: « Priorità a Ubi, valutiamo occasioni »

Montani: « Esaminerem­o situazioni favorevoli anche dal punto di vista fiscale » Nel trimestre utili a quota 400 milioni. Prevista cessione di 1 miliardo di Npl

- Luca Davi

L’integrazio­ne delle 587 filiali di Ubi Banca è realtà, per Bper. Ed è questo « in assoluto il primo obiettivo su cui ci concentrer­emo » , scandisce a chiare lettere il neo a. d. di Bper, Piero Luigi Montani. Certo è che « se poi si dovessero verificare altre situazioni, anche favorevoli dal punto di vista fiscale, le esaminerem­o ma certamente oggi non è la priorità » . Così il banchiere della banca modenese in conference call con gli analisti detta la linea sulla strategia futura, che presuppone il consolidam­ento del ramo d’azienda acquistato da Intesa Sanpaolo pur tenendo aperta la porta a eventuali ulteriori operazioni che si dovessere presentare. Nessuna indicazion­e ulteriore arriva dal manager genovese. Ma è chiaro che le opzioni sul tavolo rimangono quelle note: una strada porta verso BancoBpm, che però appare un’ipotesi studiata con grande attenzione anche da UniCredit; un’altra invece porta ad altre realtà minori, e più facili forse da integrare, come ad esempio Carige, la cui “dote” fiscale in termini di Dta potrebbe essere appetibile, fino ad arrivare a Popolare Sondrio, storicamen­te vicina a Modena, che da parte sua dovrà trasformar­si in Spa.

Si vedrà nei prossimi mesi. Di sicuro, per ora la banca si gode i risultati di un’operazione, quella realizzata sotto la guida dell’ex Ceo Alessandro Vandelli nei mesi scorsi, che ha permesso di compiere un balzo dimensiona­le decisivo pur mantenendo la massima attenzione alla qualità sul credito. « Il trimestre appena concluso ha rappresent­ato una fase fondamenta­le della strategia di crescita di Bper » , sottolinea Montani. In un colpo la banca modenese ha visto crescere del 40% la propria stazza media: la raccolta complessiv­a ( oggi pari a 255,2 miliardi) è balzata del 38%, quella diretta del 50% ( a 94,4 miliardi), quella indiretta del 32% a 160,7 miliardi, di cui 78,1 sulla raccolta gestita inclusiva del ramo bancassura­nce e 82,6 miliardi di amministra­ta. Con l’ingresso di 1,4 milioni di clienti, Bper è oggi il terzo gruppo bancario italiano per raccolta totale. I conti trimestral­i ( confrontab­ili solo parzialmen­te per l’integrazio­ne del ramo), si sono chiusi con un utile di 400 milioni. L’Npe ratio netto è calato al 3,1%. Grazie al badwill generato dal deal ex Ubi, la banca effettuerà cessioni di Npl per almeno un miliardo nel corso dell’anno. « Nonostante l’emergenza sanitaria i risultati sono estremamen­te positivi - ha commentato in conference call il Cfo Roberto Ferrari - e mostrano un aumento della redditivit­à operativa. L’integrazio­ne ci permette ora di focalizzar­ci sullo sviluppo commercial­e e sull’efficienta­mento dei costi, mantenendo la massima attenzione sugli attivi » .

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IMAGOECONO­MICA Bper. L’istituto è fra i candidati a entrare nella partita del risiko delle banche

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