Bper, frenata sul dossier fusioni: « Priorità a Ubi, valutiamo occasioni »
Montani: « Esamineremo situazioni favorevoli anche dal punto di vista fiscale » Nel trimestre utili a quota 400 milioni. Prevista cessione di 1 miliardo di Npl
L’integrazione delle 587 filiali di Ubi Banca è realtà, per Bper. Ed è questo « in assoluto il primo obiettivo su cui ci concentreremo » , scandisce a chiare lettere il neo a. d. di Bper, Piero Luigi Montani. Certo è che « se poi si dovessero verificare altre situazioni, anche favorevoli dal punto di vista fiscale, le esamineremo ma certamente oggi non è la priorità » . Così il banchiere della banca modenese in conference call con gli analisti detta la linea sulla strategia futura, che presuppone il consolidamento del ramo d’azienda acquistato da Intesa Sanpaolo pur tenendo aperta la porta a eventuali ulteriori operazioni che si dovessere presentare. Nessuna indicazione ulteriore arriva dal manager genovese. Ma è chiaro che le opzioni sul tavolo rimangono quelle note: una strada porta verso BancoBpm, che però appare un’ipotesi studiata con grande attenzione anche da UniCredit; un’altra invece porta ad altre realtà minori, e più facili forse da integrare, come ad esempio Carige, la cui “dote” fiscale in termini di Dta potrebbe essere appetibile, fino ad arrivare a Popolare Sondrio, storicamente vicina a Modena, che da parte sua dovrà trasformarsi in Spa.
Si vedrà nei prossimi mesi. Di sicuro, per ora la banca si gode i risultati di un’operazione, quella realizzata sotto la guida dell’ex Ceo Alessandro Vandelli nei mesi scorsi, che ha permesso di compiere un balzo dimensionale decisivo pur mantenendo la massima attenzione alla qualità sul credito. « Il trimestre appena concluso ha rappresentato una fase fondamentale della strategia di crescita di Bper » , sottolinea Montani. In un colpo la banca modenese ha visto crescere del 40% la propria stazza media: la raccolta complessiva ( oggi pari a 255,2 miliardi) è balzata del 38%, quella diretta del 50% ( a 94,4 miliardi), quella indiretta del 32% a 160,7 miliardi, di cui 78,1 sulla raccolta gestita inclusiva del ramo bancassurance e 82,6 miliardi di amministrata. Con l’ingresso di 1,4 milioni di clienti, Bper è oggi il terzo gruppo bancario italiano per raccolta totale. I conti trimestrali ( confrontabili solo parzialmente per l’integrazione del ramo), si sono chiusi con un utile di 400 milioni. L’Npe ratio netto è calato al 3,1%. Grazie al badwill generato dal deal ex Ubi, la banca effettuerà cessioni di Npl per almeno un miliardo nel corso dell’anno. « Nonostante l’emergenza sanitaria i risultati sono estremamente positivi - ha commentato in conference call il Cfo Roberto Ferrari - e mostrano un aumento della redditività operativa. L’integrazione ci permette ora di focalizzarci sullo sviluppo commerciale e sull’efficientamento dei costi, mantenendo la massima attenzione sugli attivi » .