La Nato avverte: « Cresce il peso della Cina, sfida da affrontare »
L’alleanza militare ha deciso di guardare ben oltre il continente europeo dichiarandosi preoccupata per « le politiche coercitive » e per il riarmo nucleare della Cina
« La crescente influenza della Cina e le sue politiche internazionali possono rappresentare sfide che dobbiamo affrontare insieme come Alleanza » . Lo riposta il comunicato della Nato dopo il vertice di Bruxelles. L’Alleanza afferma che in chiave di sicurezza « la responsabilità più grande è difendere i nostri territori » dalle minacce sempre più frequenti.
Su pressione degli Stati Uniti, la Nato ha deciso di guardare oltre il continente europeo, verso la regione dell’Indo- Pacifico, e in particolare verso la Cina. Dopo un lungo negoziato, i paesi membri dell’organizzazione militare hanno spiegato ieri che il gigante asiatico riflette « sfide sistemiche » . La presa di posizione giunge mentre l’alleanza atlantica si propone di aumentare il proprio bilancio in un contesto internazionale particolarmente incerto.
In un comunicato alla fine della prima riunione in presenza dei capi di Stato e di governo dal dicembre 2019, la Nato ha tratteggiato la sua strategia per il prossimo decennio. Entro la fine del 2022 metterà a punto un nuovo concetto strategico, l’iniziativa 2030. Dopo gli anni di Donald Trump, il quale aveva definito « obsoleta » l’organizzazione militare, il nuovo presidente Joe Biden ha ribadito ancora ieri la centralità della Nato nella politica estera americana.
« Le ambizioni della Cina e il suo comportamento assertivo sono sfide sistemiche all’ordine internazionale basato sulle regole così come alle aree rilevanti per la sicurezza dell’Alleanza » , si legge nel comunicato. « Siamo preoccupati da queste politiche coercitive (...) La Cina sta rapidamente rafforzando il suo arsenale nucleare (...) È poco chiaro nel suo processo di modernizzazione militare. Siamo preoccupati per la frequente mancanza di trasparenza e l’uso della disinformazione » .
Il verboso comunicato – 45 pagine, 79 punti – è stato oggetto di accese trattative. Washington avrebbe voluto che la Nato definisse la Cina un avversario, a conferma di come il paese sia diventato agli occhi degli Stati Uniti una minaccia per la loro supremazia. Molti paesi europei hanno frenato. La stessa opzione di considerarlo un concorrente è stata bocciata. Il risultato è che nel comunicato Pechino è ritenuto una sfida sistemica.
Secondo le informazioni raccolte qui a Bruxelles, la Germania è stato il paese che più ha chiesto maggiore equilibrio, anche sottolineando come il paese asiatico non sia solo una minaccia, ma anche una opportunità. La stessa cancelliera Angela Merkel, a vertice concluso, ha chiesto « equilibrio » in questo frangente. « L’ascesa militare della Cina è ovviamente un problema. Ma ciò non significa che possiamo dimenticare tutti gli obblighi dell’alleanza nel nostro vicinato » .
Mentre gli Stati Uniti hanno fatto della Cina il nuovo avversario, forse anche per dare sfogo alle pulsioni nazionalistiche che sopravvivono nella società americana malgrado l’uscita di Donald Trump dalla Casa Bianca, i paesi membri della Nato, in particolare quelli dell’Europa occidentale, sono ben consapevoli del fatto che il paese asiatico sia un loro importante partner economico. « Non bisogna esagerare » la minaccia cinese, ha osservato ancora la cancelliera Merkel.
« Vediamo che la Russia e la Cina stanno cooperando sempre più, sia politicamente che militarmente. Questo rappresenta una nuova dimensione e una seria sfida per la
Draghi: una Ue più forte nella difesa può dare un contributo positivo e complementare alla Nato
Nato » , ha spiegato dal canto suo il segretario generale dell’alleanza atlantica Jens Stoltenberg. L’organizzazione militare ha quindi ribadito le critiche accese alla Russia, parlando di « azioni aggressive » e dicendosi preoccupata dalla strategia nucleare di Mosca.
Nel suo intervento durante il vertice, il premier italiano Mario Draghi ha assicurato che « una Ue più forte anche nel campo della sicurezza e della difesa » è un « positivo contributo, basato sulla complementarità, che l’architrave europeo può fornire per rafforzare ulteriormente la Nato » . Ha poi aggiunto: « Vorrei sottolineare a tutti i nostri alleati non appartenenti all’Unione che questo è ciò che inequivocabilmente intendiamo per autonomia strategica della Ue » .
Come detto, l’alleanza atlantica ha deciso di dotarsi di un nuovo concetto strategico per il prossimo decennio ( si veda Il Sole/ 24 Ore del 12 giugno). In questo contesto il segretario generale Stoltenberg ha preannunciato un aumento del bilancio comune dell’organizzazione, sia in campo civile e militare che in quello infrastrutturale - la maggior parte della spesa militare è gestita separatamente dai paesi membri.