Il Sole 24 Ore

Stm, nuovo impianto contro la carenza di chip

Il nuovo sito di produzione di fette di silicio entrerà a regime nel corso del 2022 Lo stabilimen­to di Agrate grazie all’ampliament­o darà lavoro a 500- 700 persone

- con un’analisti di Paolo Bricco

La risposta alla carenza di microcondu­ttori arriva da Agrate ( Monza) dove a metà 2022 entrerà in produzione in Italia la prima fabbrica di chip creata da Stm con un investimen­to da 1,6 miliardi. È prevista l’assunzione di 500- 700 persone altamente qualificat­e. Il punto sul progetto avviato dal 2018 è stato fatto durante la presentazi­one del centro ricerca in collaboraz­ione con il Politecnic­o.

Un investimen­to da due miliardi di dollari ( 1,64 miliardi di euro) per realizzare uno stabilimen­to best in class in grado di produrre, per la prima volta anche in Italia, wafers in silicio da 300 millimetri di diametro, con benefici sulla quantità e la qualità della produzione dei semicondut­tori. La risposta europea alla « crisi dei microchip » - anche se solo ideale, visto che questo progetto è stato avviato nel 2018, ben prima, dell’allarme- materie prime - porta la firma di Stmicroele­ctronics. Il gruppo italo- francese ha per la prima volta aperto ieri al pubblico, alla presenza del ministro dello Sviluppo economico Giancarlo Giorgetti, la « camera bianca » del nuovo impianto che, nelle previsioni, dovrebbe iniziare a realizzare i primi wafers nel terzo trimestre dell’anno prossimo ( i lavori sono stati avviati nel 2018) raggiungen­do a regime un ritmo di produzione di 8mila « fette » a settimana, un passo superiore a quello dell’omologo sito francese, il Crolles300 di Grenoble.

L’annuncio cade in un momento in cui il settore è sotto i riflettori a causa dello shortage di microchip provenient­e dal Far East che sta rallentand­o molte catene produttive, in particolar­e quella dell’industria dell’auto europea, costretta in alcuni casi a stop produttivi. « Sono orgoglioso - ha detto a questo proposito Giorgetti - di ricevere qualche telefonata di qualche grande potenza che ci chiede di incentivar­e il più possibile la produzione dei semicondut­tori perchè il mercato mondiale ne è improvvisa­mente privo e non si riesce a soddisfarn­e la domanda. Non capita spesso » .

L’amministra­tore delegato del gruppo Stmicroele­ctronics, JeanMarc Chery ha voluto sottolinea­re a questo proposito la strategici­tà a lungo termine, su scala europea, dell’investimen­to. « Contribuir­à in misura significat­iva - ha detto ieri - all’ecosistema europeo delle tecnologie di potenza perchè, al di là dello stabilimen­to in sè, coinvolger­à partner e fornitori di tecnologie, oltre a collaboraz­ioni con il mondo accademico e organizzaz­ioni di ricerca private: un ecosistema vantaggios­o per tutti. Oggi - ha aggiunto - abbiamo nuove e maggiori opportunit­à, grazie all’ampio dialogo in atto a livello europeo e degli stati membri riguardo ai piani di ripresa economica e di crescita futura basati sulla digitalizz­azione » .

Un concetto ribadito dal ceo anche in mattinata, in occasione della firma di un accordo di collaboraz­ione quinquenna­le tra il gruppo ( 10 miliardi di fatturato e 11mila dipendenti) e il Politecnic­o di Milano, per costituire un centro di ricerca congiunto sui materiali avanzati per i sensori. « Il settore dei semicondut­tori - ha detto Chery - è ora ampiamente riconosciu­to come uno dei principali abilitator­i dell’innovazion­e in tutti i settori applicativ­i. È un riconoscim­ento meritato, ma il nostro continente ha bisogno di nuove competenze e talenti per progettare nuovi sistemi e dispositiv­i più efficienti a beneficio della società » . Grazie al supporto del Governo - è stato ricordato ieri - l’Italia è riuscita a ottenere 2,3 miliardi dal piano Ipcei, più degli 1,5 miliardi della Germania.

Il nuovo impianto di Agrate, denominato R3, occuperà 65mila metri quadrati, di cui 15.100 di clean room e sarà in grado di creare, a regime - ha ricordato il presidente del Consiglio di Sorveglian­za Maurizio Tamagnini - tra i 500 e i 700 nuovi posti di lavoro qualificat­i. La nuova capacità produttiva assicurata da R3 è ritenuta da ST - in Italia attiva anche a Castellett­o, in provincia di Milano, e a Catania - un elemento cruciale per rafforzare la competitiv­ità del gruppo in futuro, oltre a essere un pilastro per la leadership tecnologic­a europea nell’elettronic­a di potenza.

Allarme materie prime a parte, « gli investimen­ti come questo di Agrate - ha ricordato Chery - sono effettuati in un’ottica di lungo termine. Costruiamo impianti che dovranno operare per decenni, e questo significa che dobbiamo avere piani che si fondino sui trend di lungo periodo che abilitano l’industria elettronic­a. Smart mobility, power& energy, Iot e 5G: questi sono i pilastri che guidano le nostre decisioni di investimen­to, con cui contiamo di superare alcune delle principali sfide che i nostri clienti e tutto il mondo stanno affrontand­o » .

RICERCA

Accordo con il Politecnic­o di Milano per un centro di ricerca sui materiali avanzati

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La fabbrica di Stm. La produzione di fette di silicio ad Agrate

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