La doppia leva per riportare i capitali verso le imprese
L’Authority: servono prodotti d’investimento ad hoc e vie di raccolta più agili
Quest’anno e negli anni a venire la Consob « avrà come obiettivo primario quello di supportare il processo di canalizzazione del risparmio verso l’economia reale per sostenere la ripresa » . Una promessa, che accompagna la Relazione Consob, che è un programma da sviluppare quest’anno per mettere a punto il piano strategico 2022- 2024 del quale l’Authority di mercato vuole dotarsi.
« Il contesto in cui l’Autorità si trova oggi a operare è fortemente cambiato rispetto al triennio precedente - sottolinea la Relazione - Infatti la pandemia da Covid- 19 e l’accelerazione nell’utilizzo degli strumenti tecnologici hanno reso ancora più urgente la soluzione di alcuni problemi stutturali del mercato finanziario italiano e impongono di essere pronti a cogliere ogni opportunità per sostenere il processo di ripresa economica » .
In un nuovo contesto di regole comunitarie e in un momento di cambiamento nel quale Piazza Affari sta per integrarsi del mercato paneuropeo di Euronext, la Consob osserva che in generale « si sta consolidando un approccio istituzionale complessivo più favorevole alla semplificazione normativa, all’innovazione e agli incentivi ( fiscali e non), nell’interesse sia delle imprese con buone prospettive di crescita sia degli investitori » .
In arrivo un piano strategico 2022/ 22 per supportare la canalizzazione del risparmio alle Pmi
Sono in programma, in particolare, iniziative per promuovere l’accesso al mercato dei capitali delle società, attraverso « l’alleggerimento dei costi di quotazione, forme di accesso diretto i mercati e nuove prassi di mercato » . È un tema che riguarda da vicino le imprese di minori dimensioni, per le quali non solo i costi di quotazione, ma anche per esempio quelli delle strutture organizzative per occuparsi degli adempimenti connessi allo stato di società quotata rischiano di essere proibitivi.
L’idea è che servano, da una parte, strumenti di investimento a lungo termine come i Pir per incentivare gli investitori a puntare sulle pmi, che hanno magari ottime prospettive di crescita ma sono poco conosciute, e dall’altra che occorra trovare modalità più agili di raccolta di capitali, come il crowdfunding.
Ci sono inoltre regole già in essere nell’ordinamento italiano che consentirebbero un percorso più spedito verso il mercato, ma che sono rimaste inattuate. Il direct listing, col collocamento diretto dei titoli agli investitori attraverso la società di gestione del mercato, è già possibile, e potrebbe essere preso in considerazione, per esempio, da società della moda o da brand conosciuti. Magari si potrebbe consentire di fare sondaggi tra gli investitori prima di decidere se quotarsi, senza dover sottostare a tutta una serie di adempimenti che scoraggiano le società dal prendere l’iniziativa.
Altro tema riguarda la ricerca azionaria sulle società di minori dimensioni, che potrebbe essere essere incentivata anche fiscalmente, consentendo per esempio di scaricare le spese relative.
L’attenzione alle Pmi è giustificata anche dal passaggio a Euronext. Non si vorrebbe perdere cioè quello che ha dimostrato di funzionare bene nel modello di successo dell’Aim Italia, il mercato dedicato alle piccole imprese, che secondo la Consob è dotato di regole di funzionamento efficienti.