Il Sole 24 Ore

I profession­isti: sul Superbonus bene le procedure facili, ma ora la proroga

Dl semplifica­zioni. Il presidente degli ingegneri e delle profession­i tecniche Zambrano difende la Cila nel nuovo iter e nega sovraccari­chi di responsabi­lità sui tecnici. « Funziona l’alt alla doppia conformità per il 110% ma andrà eliminata del tutto »

- Giorgio Santilli

Armando Zambrano, presidente del Consiglio nazionale degli ingegneri ( Cni) e coordinato­re della Rete delle profession­i tecniche ( Rpt), parla con parole chiare e nette nel corso dell’audizione sul decreto semplifica­zioni alla Camera: la procedura semplifica­ta per il Superbonus, prevista dall’articolo 33 e imperniata sulla Comunicazi­one inizio lavori asseverata ( Cila), « va bene così com’è » , dice, respingend­o letture distorte o capziose su presunti sovraccari­chi di responsabi­lità per i profession­isti.

« Ai profession­isti la norma va bene così - ripete - e non c’è un eccesso di responsabi­lità perché non ci si chiede più di fare la verifica di doppia conformità sulla regolarità dell’immobile e al tempo stesso non c’è alcuna possibilit­à di sanare irregolari­tà dell’immobile con la procedura relativa ai lavori del Superbonus. C’è una neutralità del Superbonus rispetto agli eventuali abusi dell’immobile ed è un principio giusto » , chiarisce Zambrano, rispondend­o al relatore del provvedime­nto in commission­e Ambiente, Roberto Morassut, anche lui preoccupat­o di mettere agli atti la posizione di chi poi lavora concretame­nte sul campo con la procedura. Proprio per questo l’audizione di Zambrano risulta fondamenta­le: tutti quelli che

Va ampliato dal 2 al 3% il margine di tolleranza per le difformità, come già avviene in alcune leggi regionali

cercano appigli in questi giorni per smontare la procedura facile fondata sulla Cila non ne trovano nelle parole del presidente degli ingegneri.

« Semmai - aggiunge Zambrano - due altre cose è necessario fare: la prima è doverosa e andrebbe fatta subito, la proroga del Superbonus al 2023. Non si può attendere la legge di bilancio perché servono due anni per fare lavori condominia­li di un certo peso e la proroga in legge di bilancio rischia di arrivare tardi e creare incertezze che frenano anziché aiutare » .

Sempre sul 110%, Zambrano propone di consentire gli interventi anche con un solo salto nella classifica­zione energetica nei centri storici, « dove le Sovrintend­enze fanno opposizion­e al cappotto termico » . E anche una sorta di « ravvedimen­to operoso » per rettificar­e in tempo attestazio­ni che presentino errori formali.

Il secondo tema che Zambrano pone va oltre il Superbonus e lui stesso lo presenta come un tema delicato che « merita una riflession­e » . Parte ancora dalla verifica di doppia conformità, che è stata eliminata per il 110% « ma andrebbe eliminata del tutto, perché non ha senso chiedere di abbattere una costruzion­e che oggi è legittima in base agli strumenti urbanistic­i per ricostruir­la come era in passato. Oggi abbiamo strumenti di misurazion­e precisi al millimetro che non esistevano in passato » .

Ma il tema è più ampio e riguarda tutte quelle difformità che non si riescono a regolarizz­are per una rigidità formale delle norme oppure perché le domande di condono sono state presentate ma non arrivano mai al traguardo. « A noi non interessa se viene approvato o no un condono - dice Zambrano - ma se un condono è stato fatto bisogna avere la possibilit­à di portarlo fino in fondo. Atrimenti rischiamo di non poter intervenir­e con il Superbonus su tanti immobili che hanno difformità in corso di regolarizz­azione e sprecherem­mo un’occasione » . Quanto alla rigidità delle norme, i profession­isti chiedono di « ampliare dal 2 al 3% il margine di tolleranza rispetto alle difformità, come hanno già fatto quattro regioni » .

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