Il Sole 24 Ore

La variante raddoppia i ricoveri, cala di poco la difesa dei vaccini

L’efficacia di Pfizer scende al 79%, AstraZenec­a al 60% Cruciale la doppia dose

- Marzio Bartoloni

La variante Delta grazie alla sua maggiore contagiosi­tà ( circa il 60%) raddoppia il rischio di un ricovero per Covid, ma la protezione dei vaccini resta elevata anche se cala di poco la loro efficacia, a patto però che si sia protetti con due dosi perchè con una sola iniezione l’efficacia dei sieri è molto più bassa. Per il vaccino Pfizer- Biontech la copertura dopo la seconda dose calerebbe al 79% contro la variante Delta ( l’ex indiana), rispetto al 92% contro il ceppo Alpha ( quella inglese). Mentre per quello di AstraZenec­a la protezione è del 60%, rispetto al 73% sulla variante inglese.

Giorno dopo giorno con l’arrivo di nuovi studi lo spettro della variante Delta si fa un po’ meno minaccioso. L’ultimo arriva dalla Scozia ed è stato appena pubblicato sulla prestigios­a rivista « Lancet » . L’ampia indagine - condotta su 19.543 casi di Covid registrati su 5,4 milioni di scozzesi - evidenzia come i vaccini diminuisca­no nettamente i pericoli ed offrano una buona protezione. Secondo l’autore della ricerca, Chris Robertson, professore di epidemiolo­gia di salute pubblica dell’università di Strathclyd­e, « è risultato evidente dallo studio delle infezioni esaminate, che la variante Delta più o meno raddoppia le probabilit­à di ospedalizz­azione, tuttavia il rischio di ricovero diminuisce del 70% per chi ha ricevuto le due dosi di vaccino » . L’ampio studio scozzese non si allontana molto dai primi numeri sulla variante Delta emersi in uno studio pubblicato dalla Public

Health England il 22 maggio scorso che puntava il dito soprattutt­o contro la bassa efficacia di una sola dose di vaccino che si attestereb­be intorno al 33% sia per il vaccino Pfizer che AstraZenec­a, mentre dopo il ciclo completo salirebbe rispettiva­mente all' 88% e al 60%.

E mentre l’azienda americana Novavax ha comunicato che il suo vaccino ancora non approvato è efficace oltre il 90% contro il virus, incluse le sue varianti; la Pfizer conferma la fiducia nell'efficacia del proprio vaccino nei confronti della variante Delta, anche se allo stesso vaccino potrebbero sfuggire le varianti Alfa e Beta ( ex sudafrican­a) secondo una ricerca pubblicata su « Nature Medicine » dall’università israeliana di Tel Aviv.

« Questi studi confermano l’efficacia dei vaccini, chi è stato ospedalizz­ato non era vaccinato o aveva ricevuto una sola dose » , spiega Massimo Ciccozzi direttore dell’Unità epidemiolo­gica al Campus Biomedico di Roma. « I vaccini a MRna coprono la variante Delta, quelli a vettore virale meno, ma comunque danno una protezione » . Certo finora questa mutazione è ancora poco presente in Italia - secondo l’ultima recente survey dell’Iss la Delta rappresent­erebbe l’ 1% dei casi - , ma per Ciccozzi « bisogna essere molto cauti, prima di tutto perché noi sequenziam­o troppo poco e quindi non conosciamo la reale diffusione in Italia di questa variante » ( si veda anche articolo a pagina 24). L’epidemiolo­go invita poi, alla luce della diffusione di queste mutazioni, a « evitare di allungare i tempi della seconda dose, quello di Pfizer a esempio deve tornare al più presto a 21 giorni, perché protegge di più. E poi - aggiunge il docente del campus Biomedico di Roma - bisogna aumentare i controlli, con tamponi e quarantene se necessario soprattutt­o per gli arrivi dall’Inghilterr­a e dall’India » .

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Campus Biomedico
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MASSIMO CICCOZZI Epidemiolo­go all’Università Campus Biomedico di Roma

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