Focolaio in palestra, caso da studiare come prototipo
Rasi ( consulente Commissario): « Materiale prezioso » . I positivi sono 12
Il caso del focolaio nella palestra della Virgin a Milano, nel quartiere di Città Studi, potrebbe essere un interressante caso di studio, un vero e proprio « prototipo considerando il numero significativo ma non così grande da rendere impossibile l’analisi e il tracciamento » . Lo ha sottolineato Guido Rasi, ex direttore dell’Ema e oggi consulente del commissario per l’emergenza sanitaria Francesco Paolo Figliuolo.
In tutto ci sarebbero 140 persone che risultano i “contatti” dei positivi, il cui numero ieri sera era aggiornato a 12. La maggior parte si è sottoposta a tampone, manca un’esigua minoranza che ancora non si è presentata.
I laboratori non hanno processato ancora tutti i test, ma il grosso dovrebbe essere fatto. L’Agenzia di tutela della Salute ( Ats) di Milano sottolinea che « solo un caso su 12 è stato ricoverato, mentre gli altri sono seguiti al domicilio » . Come noto, il primo caso riscontrato, una donna, è risultata contagiata dalla variante indiana, nonostante fosse vaccinata. Sugli altri positivi il sequenziamento non è stato fatto, occorre ancora qualche giorno. Gli esperti della Ats di Milano ritengono con altra probabilità siano stati tutti infettati appunto, dalla variante « Delta » .
Non va dato per scontato, dicono i medici, che il vaccino non sia stato efficace: i sintomi riscontrati sono leggeri e quindi potrebbe essere servito a rendere più sopportabile la malattia. Tuttavia il caso va approfondito, dato che la donna contagiata potrebbe aver avuto pochi problemi per via della sua giovane età, così come avveniva già per il Covid- 19 arrivato dalla Cina.
Secondo Rasi andrebbe messo rapidamente in piedi un gruppo di studio per creare un eventuale modello di riferimento. Ci sarà da chiarire prima di tutto quali fattori potrebbero aver prodotto il contagio in un luogo chiuso, per esempio i flussi d’aria, considerando che si tratta di un centro rispettoso delle regole anti- Covid. Poi bisognerà capire, appunto, quanto è diffusa la variante Delta. « Le domande a cui dobbiamo subito rispondere è se il primo contagiato già vaccinato avesse un deficit immunologico; il livello di gravità della malattia; se le sorgenti di contagio possano essere più di una » .
Intanto le istituzioni ribadiscono le regole che le palestre sono tenute a osservare. Bisogna sempre indossare la mascherina fino al momento di iniziare l’attività e la distanza non può essere inferiore a 2 metri; un metro se si è all’aperto. È obbligatorio misurare la temperatura all’ingresso e differenziare i percorsi di entrata e di uscita. Gli iscritti dovrebbero utilizzare tappetini propri, se possibile, oppure igienizzare i materiali ad ogni sessione di allenamento. Si deve arrivare in palestra già vestiti adeguatamente alle attività o cambiarsi muniti di buste sigillanti per la raccolta dei rifiuti potenzialmente infetti.