I Verdi tedeschi mettono la barra al centro ( con un occhio alla Cdu)
“Deutschland. Alles ist drin”. Germania, qui ( in questo programma elettorale) c’è tutto. È tutto incluso. Non poteva essere più eloquente di così il titolo del programma elettorale dei Verdi tedeschi Bündnis 90/ Die Grünen, che per la prima volta nella loro storia mirano alla cancelleria, a divenire il primo partito alle elezioni generali del prossimo 26 settembre. Non è un caso di “Deutschland first”. Tuttavia il programma elettorale votato lo scorso fine settimana dai Verdi, depurato dalle proposte estreme provenienti dai giovani, dall’ala più a sinistra e dagli ecologisti più militanti, si rivolge a tutti i tedeschi ponendo la Germania e i cittadini al centro e una linea politica moderata. L’obiettivo è quello di allargare la base elettorale, da Ovest a Est, dalle città alle campagne, dai ceti medi e ricchi ai poveri, dalle grandi aziende alle Pmi, con soluzioni che vanno ben oltre il cambiamento climatico. I Verdi sono per il rinnovamento, la modernizzazione, la trasformazione ambientale e digitale sotto il segno della sostenibilità e dell’economia di mercato sociale ed ecologica. « Proponiamo un patto all’industria tedesca - ha detto la candidata alla cancelleria Annalena Baerbock - lo Stato compenserà le aziende per i costi aggiuntivi per diventare climaticamente neutre » .
Quel che ha fatto più notizia, nel processo di limatura del programma elettorale al Congresso, è stata la bocciatura degli emendamenti di ultrasinistra tra i 3280 proposti: non è passato il salario minimo a 13 euro, l’obiettivo è 12 euro rispetto ai 9,5 attuali ( legge attuale 10,45 euro dal luglio 2022); respinta la settimana di 30 ore; è passato l’aumento di 50 euro al mese sul sussidio di disoccupazione Hartz IV, sullo sfondo abolizione delle sanzioni; aumento a 60 euro ( bocciati 80 euro) del prezzo CO2 entro il 2023 ( legge attuale 55 euro per il 2025), Energiegeld d per ridistribuire gli incassi dello Stato a famiglie ma anche imprese; aumento dell’aliquota massima sui redditi dall’attuale 42% al 45% e al 48% ma non al 53% come proposto dall’ala di sinistra ( « il salto che proponete è troppo grande » ha detto il co- presidente Robert Habeck); respinta la cancellazione del freno sul debito, è passata la riforma del limite per finanziare investimenti pubblici da 50 miliardi l’anno; posizione forte contro la Cina sui diritti umani; sui droni armati, dopo un braccio di ferro durato anni è passato il sì per la protezione dei militari della Bundeswehr.
Il programma elettorale dei Verdi non è risultato “moderato” e centrista abbastanza per esponenti Cdu/ Csu e per i liberali dell’Fdp, soprattutto su immigrazione ed Europa. Molti commentatori politici, analizzando i dibattiti della tre- giorni Parteitag, hanno registrato la crescente volontà di Die Grünen di rendersi apertamente disponibili alla formazione di una coalizione nero- verde, che sarebbe la prima a livello federale, lasciandosi alle spalle l’immagine di partito più vicino all’Spd. Negli ultimi sondaggi, Cdu/ Csu sono saliti ( 27%- 28%) e i Verdi sono scesi ( 21%- 20%), il divario si è riallargato: e questo è bastato ad ammorbidire le posizioni più a sinistra dei Grünen al Congresso. Una mossa falsa sarebbe potuta costare cara, come hanno dimostrato le recenti gaffe di Annalena Baerbock calata nei sondaggi ( votata al 98,5% al Congresso). L’incertezza sulla fine della pandemia tra l’altro non aiuta i Verdi: i timori della variante Delta spingono l’elettorato tedesco, che è prevalentemente moderato, ad andare sul sicuro senza strappi in avanti, perché l’emergenza non è finita.