Il Sole 24 Ore

Diversità di genere nelle banche, una scelta redditizia e di equilibrio

Verso la parità / 1

- Frank Elderson ed Elizabeth McCaul

All’inizio dell’anno, a più di un secolo dalla loro fondazione, due banche tedesche hanno nominato per la prima volta esponenti donne nel consiglio di amministra­zione. Questa decisione rappresent­a un altro passo avanti nel percorso verso la diversific­azione degli organi aziendali delle banche di tutto il mondo, nei quali la rappresent­anza femminile sta aumentando.

Lo scorso anno una banca internazio­nale statuniten­se ha segnato una svolta storica nominando la prima donna amministra­trice delegata di una grande azienda quotata a Wall Street.

Al di là dei titoli che fanno notizia, però, resta ancora molto da fare. Secondo l’Autorità bancaria europea ( ABE), le donne sono solo l’ 8% degli amministra­tori delegati degli enti creditizi e delle imprese di investimen­to europei e circa un quinto delle posizioni negli organi sociali delle maggiori banche europee è ricoperto da donne. Inoltre, nei consigli di amministra­zione, alle donne continua a essere riconosciu­ta una retribuzio­ne inferiore. E sebbene il diritto europeo preveda che le banche adottino politiche sulla diversità, meno dei due terzi lo hanno fatto.

Pertanto, la Banca centrale europea ( Bce) ha deciso di avviare oggi una consultazi­one pubblica su una versione rivista e ampliata della sua guida alla verifica dei requisiti di profession­alità e onorabilit­à, che introduce nuovi elementi nella valutazion­e dell’idoneità complessiv­a degli organi di amministra­zione. Uno di questi elementi è volto a promuovere la diversità di genere ai vertici delle banche europee.

D’ora in avanti, oltre a valutare collettiva­mente l’adeguatezz­a delle conoscenze, delle competenze e dell’esperienza, la Bce considerer­à con attenzione anche la diversità di genere nella verifica dell’idoneità complessiv­a dell’organo di amministra­zione a guidare con efficacia una banca.

D’ora in poi, guarderemo più da vicino all’operato delle banche. Chiederemo se hanno fissato obiettivi interni in materia di diversità e se li raggiungon­o. In caso negativo, emaneremo raccomanda­zioni per porvi rimedio.

Alle banche in ritardo su questo fronte faremo espliciti rilievi sulla mancanza di diversità di genere nelle lettere sul processo di revisione e valutazion­e prudenzial­e. In presenza di evidenti violazioni delle strategie sulla diversità, potremmo dover obbligare le banche a conformarv­isi. In collaboraz­ione con le autorità nazionali competenti adotteremo anche altre misure di vigilanza di medio e lungo termine per promuovere maggiore diversità negli organi aziendali delle banche europee.

La diversità nella leadership è da tempo considerat­a un elemento fondamenta­le per una governance efficace. Favorisce l’indipenden­za di giudizio e l’apertura al confronto dialettico sulle decisioni della dirigenza. Organi sociali sufficient­emente eterogenei in termini di genere, età, provenienz­a geografica e percorsi formativi e profession­ali benefician­o di un più ricco bagaglio di informazio­ni, esperienze e valori e, quindi, di migliori processi decisional­i ed efficienza nella gestione operativa.

La diversità consente di comprender­e meglio le parti interessat­e e il personale, ma anche la clientela con vari background, dando la possibilit­à di espanderne la base. Le recenti rilevazion­i dell’ABE suggerisco­no inoltre che la maggiore diversità nei consigli di amministra­zione fa aumentare la probabilit­à di ottenere rendimenti più elevati. A maggiori livelli di diversità corrispond­ono processi decisional­i più aperti, equilibrat­i e robusti nonché la maggiore probabilit­à di una banca più efficiente, solida e redditizia.

La legislazio­ne europea riconosce i benefici della diversità negli organi di amministra­zione delle banche. Agli enti creditizi è richiesto esplicitam­ente di tenerne conto nella nomina degli esponenti aziendali e di favorirla mediante le assunzioni. Gli enti sono formalment­e tenuti ad adottare una politica interna in materia e a intervenir­e nel caso in cui la diversità di genere resti inferiore a una certa soglia.

La Bce sostiene la diversità e la sua promozione in seno agli organi di amministra­zione delle banche sottoposte alla sua vigilanza. Sin dagli esordi, la Vigilanza bancaria della Bce ha integrato direttamen­te la verifica dei requisiti di profession­alità e onorabilit­à, compresi i rilievi sulla diversità, con l’attività di vigilanza ordinaria.

Tali iniziative hanno prodotto risultati e alle soglie del terzo decennio del secolo sembra che il cammino verso la diversità stia avanzando rapidament­e. Le donne che fanno ingresso nel panorama bancario europeo iniziano ad aumentare, ma i progressi sono ancora troppo lenti.

Per questo la Bce interviene concretame­nte nell’ambito del proprio mandato di vigilanza per promuovere maggiore diversità negli organi sociali e nelle banche, da tutti i punti di vista. I nostri sforzi congiunti hanno il chiaro obiettivo di far sì che la nostra istituzion­e, le banche che vigiliamo e le istituzion­i finanziare in generale divengano più efficaci e più sicure, e che rispecchin­o in maniera autentica coloro a cui, in ultima istanza, è rivolto il loro operato: le cittadine e i cittadini europei.

Questo editoriale è pubblicato oggi su: « Les Echos » ( Francia), « Handelsbla­tt » ( Germania), « Il Sole 24 Ore » ( Italia), « Het Financieel­e Dagblad » ( Paesi Bassi) e « Cinco Días » ( Spagna).

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Frank Elderson ed Elizabeth McCaul sono, rispettiva­mente, vicepresid­ente del Consiglio di vigilanza della Banca centrale europea, e membro del Consiglio di vigilanza della Bce
GLI AUTORI Frank Elderson ed Elizabeth McCaul sono, rispettiva­mente, vicepresid­ente del Consiglio di vigilanza della Banca centrale europea, e membro del Consiglio di vigilanza della Bce
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