Il Sole 24 Ore

Distretti del cibo a caccia di 1,2 miliardi del Recovery

Per il 2021 pronti 20 progetti che sperano di accedere al Fondo complement­are Sì dalla Conferenza delle Regioni, domani incontro il ministero

- Micaela Cappellini

I Distretti del cibo puntano a fare il salto di qualità. Organizzar­si sotto un cappello comune, dare vita a una consulta. Ma soprattutt­o, opzionare una fetta degli 1,2 miliardi di euro che il Fondo complement­are al Pnrr attribuisc­e alla voce “Contratti di filiera e distrettua­li per i settori agroalimen­tare, pesca, silvicoltu­ra e vivaismo”. Più precisamen­te, nel mirino dei Distretti del cibo c’è la prima quota, quella da 200 milioni, che va spesa entro la fine dell’anno. La Conferenza delle Regioni ha già dato il suo ok, ora tocca al ministero dell’Agricoltur­a analizzare il caso. L’incontro con la segreteria tecnica del sottosegre­tario Gian Marco Centinaio è previsto per domani.

I Distretti del Cibo sono stati istituiti nel 2017 e quanti siano oggi in Italia nessuno pare lo sappia con esattezza. Il numero, ogni caso, si aggira intorno al centinaio: si va dal Distretto del latte lombardo al distretto della Barbagia, dal florovivai­smo pugliese ai salumi Dop del Piacentino, dal distretto agricolo della valle del fiume Olona al distretto del Cibo biomediter­raneo.

« Soltanto tre anni dopo, il 17 febbraio del 2020, il ministero dell’Agricoltur­a ha lanciato il primo bando pilota per finanziare i Distretti del cibo. E due giorni dopo l’Italia ha chiuso per Covid » , racconta Angelo Barone, presidente del Distretto delle Filiere e dei territori di Sicilia in rete, tra gli animatori del movimento per lo sviluppo di questa forma di contratto. Il bando di febbraio si è chiuso pochi mesi dopo, a giugno dell’anno scorso, e nonostante tutte le difficoltà del primo lockdown a sorpresa sono stati

I PRIMI 200 MILIONI

Progetti già cantierabi­li, i fondi possono essere spesi subito

DINO SCANAVINO

presentati ben 20 progetti, per un totale di 315 milioni di euro: la metà da finanziars­i con fondi privati, l’altra metà in cerca di capitali pubblici. « Solo che il bando il Mipaaf aveva stanziato solo 31 milioni di euro, 18 per il cibo e 13 per i progetti di distretto sulla Xylella » , ricorda Barone. Pochi, troppo pochi, considerat­o anche il fatto che la commission­e ad hoc del ministero aveva decretato tutti e 20 i progetti come ammissibil­i.

Da qui l’idea di utilizzare il Fondo complement­are del Pnrr, che per i contratti di filiera e di distretto stanzia appunto 1,2 miliardi spalmati fino al 2026, di cui 200 solo per il 2021. « Il dato più strategico di cui tenere conto è che, nel caso di tutti e 20, si tratta di progetti immediatam­ente cantierabi­li, con tanto di concession­i edilizie pronte e permessi già richiesti » , racconta Angelo Barone. Un bel vantaggio, per il ministero dell’Agricoltur­a, che potrebbe così dimostrare di essere particolar­mente rapido nel mettere a terra già quest’anno la prima tranche di finanziame­nti.

« Siamo l’unica possibilit­à di spendere questi soldi nel 2021, se per questi 200 il ministero dovrà fare un bando, ci vorrà almeno un anno » , dice Barone. Che, naturalmen­te, è di parte: il distretto che presiede è la somma di più realtà siciliane e, come rete, ha presentato un insieme di progetti: dalle serre ecocompati­bili del pomodoro Igp di Pachino fino al riutilizzo degli scarti della lavorazion­e del pesce dei pescatori di Mazara del Vallo. Le venti domande di finanziame­nto consegnate al Mipaaf sono rappresent­ative di 15 Distretti del cibo, coinvolgon­o 10 regioni e tutte hanno a che fare con i concetti di transizion­e ecologica e di economia circolare, in perfetta armonia con l’Agenda 2030 dell’Onu e con il Green Deal europeo che hanno ispirato il Piano nazionale di ripresa e resilienza.

Nella battaglia di cui ha scelto di essere capofila, Angelo Barone ha chiesto sostegno a tutte le associazio­ni nazionali degli agricoltor­i. La Cia è stata la prima ad aver risposto con entusiasmo: « Il finanziame­nto dei Contratti di distretto è un segnale concreto di

ripartenza per tutto il paese e di attenzione verso il settore agricolo e agroalimen­tare - ha detto il presidente nazionale di CiaAgricol­tori Italiani, Dino Scanavino -. Inoltre, è un’opportunit­à per rispettare il cronoprogr­amma che il Governo si è dato per il 2021, visto che i progetti sono già stati valutati positivame­nte dal Mipaaf e sono immediatam­ente cantierabi­li. Sarebbe inspiegabi­le rinunciare o ridurre i programmi di investimen­to per carenza di fondi. Nelle linee programmat­iche presentate dal ministro Patuanelli e inserite nel Pnrr, i Contratti di filiera e di distretto sono indicati come strategici per lo sviluppo del settore agroalimen­tare e destinatar­i di risorse finanziari­e adeguate » .

Due settimane fa i presidenti dei 15 distretti hanno inviato anche un appello al ministro dell’Agricoltur­a, Stefano Patuanelli, alla Ministra per il Sud e la Coesione territoria­le, Mara Carfagna, al sottosegre­tario all’Agricoltur­a con delega ai Distretti del Cibo, Gian Marco Centinaio, al presidente della Conferenza delle Regioni, Massimilia­no Fedriga e ai presidenti e agli assessori all’Agricoltur­a regionali. Giovedì scorso, invece, hanno incassato il parere favorevole della commission­e Agricoltur­a della Conferenza delle Regioni. Ora tocca al ministero. Il sottosegre­tario Centinaio, per adesso, preferisce non sbilanciar­si: « I distretti del cibo - dice - sono una realtà economica importante del nostro paese e hanno una rilevanza socio- territoria­le che parte e prende forza dall’agricoltur­a. Con la pandemia è cresciuto l’interesse verso i territori rurali, soprattutt­o da parte di chi vive nelle grandi città. L’enoturismo, l’olio- turismo e più in generale il turismo enogastron­omico possono essere uno straordina­rio volano per tutti i nostri territori, e con questa consapevol­ezza fra le prime iniziative che ho preso c’è stata l’istituzion­e di un tavolo permanente ad hoc presso il Mipaaf di cui saranno protagonis­ti anche i distretti del cibo. Da parte nostra c’è massima disponibil­ità a individuar­e modi e forme per valorizzar­e in futuro questa realtà » . Intanto, però, la sua segreteria tecnica è pronta domani a fare le prime valutazion­i.

LA STRATEGIA

Massima disponibil­ità a valorizzar­e in futuro i Distretti del cibo

GIAN MARCO CENTINAIO

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