Fedex, avanti il piano di 800 assunzioni dirette
La società internalizza per avere più stabiltà. Chiuso il sito di Piacenza
Fedex va avanti sulla strada dell’insourcing sourcing( ( internalizzazione, ndr), degli 800 addetti al servizio di smistamento pacchi negli hub nazionali e nellestazioni nellestazionidiPadova, diPadova, Ancona, Bari, Bologna, FianoRomano, Firenze, NapoliTeverola. « Sitrattadiassunzioni dirette, fatte dal bacino dei nostri fornitori che hanno già riguardato 150 addetti a Padova, entrati in servizio dal primo maggio, 160 a Bologna dal primo giugno e dal primo luglio altri 150 tra Firenze e Ancona. In ottobre procederemo a Fiano Romano, NapolieBari. Il Ilpercorsoandràavantisepercorsoandràavantisecondo i piani » , spiega Stefania Pezzetti, presidente del consiglio di amministrazione ministrazionediFedexinItalia. diFedexinItalia. È Èuna una scelta strategica « in un momento in cuiil cuiilmercatorichiedeunserviziostamercato richiede un servizio stabile e affidabile e la concorrenza per i clienti è più intensa che mai » , continuaPezzetti. Proprioperquestomotivo, per ottenere una maggiore affidabilità del network e prestazioni di servizio senza soluzione di continuità, Fedexstaimplementandounmodello operativo di handling di proprietà e controllato negli hub e nelle stazioni. E nel 2022 aprirà un nuovo hub logistico a Novara.
Nei mesi scorsi la società ha però deciso di lasciare il sito di Piacenza che è definitivamente chiuso e in fase di smantellamento. Dal punto di vista occupazionale la scelta non ha avuto ricadute dirette sull’azienda, ma sul fornitore, la Alba ( gruppo Lintel) che « si è resa disponibile ad aprire un tavolo con le parti sociali, in cui noi abbiamo dato il nostro sostegno » , dice Pezzetti. La vicenza ha coinvolto circa 280 persone e nei due tavoli di trattativa aperti, uno con i confederali e l’altro con gli autonomi, Si Cobas e Usb, la parte datoriale ha offerto un pacchetto con un incentivo all’esodo volontario e un percorso di outplacement, a cui poi seguirebbe la Naspi. La trattativa non ha però avuto ancora una soluzione positiva. Nel frattempo si sono invece acuite le tensioni. « Il sito di Piacenza è stato chiuso perché non funzionale al nostro network - chiarisce Pezzetti -. Abbiamo scelto di processare le attività in altri siti, ma, a seguito dei blocchi continui a Peschiera Borromeo e non solo, il fornitore a cui ci appoggiamo in caso di necessità ha aperto temporaneamente un sito alle porte di Lodi, a Tavazzano, dove ieri c’è stato un presidio e un corteo dei Si Cobas, a cui seguirà uno sciopero ( contro il ccnl da poco firmato), il 18 giugno. Sugli scontri di Tavazzano, dove ci sono stati diversi feriti, Pezzetti non rilascia commenti ma si limita a dire che « Fedex condanna qualsiasi forma di violenza. Resta il fatto che così come esiste il diritto di manifestare, esiste quello di lavorare. Bisognerebbe garantire a chi è nei siti di poter lavorare liberamente e in sicurezza » . Il segretario generale della Filt Cgil, Stefano Malorgio, sottolinea che « il fatto che è avvenuto sta coprendo una delle azioni più importanti nel settore e cioè l’internalizzazione di 800 lavoratori. La decisione di Fedex di chiudere Piacenza, però, la contestiamo e chiediamo che si ragioni sulla ricollocazione, anche interna, dei lavoratori » . Sullo sfondo della vicenda piacentina si staglia però anche un’altra questione e cioè il mancato riconoscimento del sindacato degli autonomi che è vissuta come una limitazione dell’attività sindacale. « Fedex però - sottolinea Pezzetti - non detta le regole di appartenenza ai lavoratori. Il contratto che applichiamo è però il contratto collettivo nazionale della logistica che ha determinati firmatari » .