Il Sole 24 Ore

Per la rivoluzion­e dell’automobile serve un’alleanza pubblico privato

Al Summit del Sole 24 Ore sul settore automobili­stico 1500 iscritti online Scudieri: bene la transizion­e ma occorre pensare anche alla sostenibil­ità industrial­e

- Filomena Greco

Strategie di mercato per intercetta­re nuovi stili di mobilità e, in parallelo, la rivoluzion­e dei sistemi produttivi indotta dalla spinta verso il powertrain elettrico. All’automotive Il Sole 24 Ore ha dedicato un Business Summit – con 1.500 iscritti online – coordinato da Mario Cianflone e Pier Luigi Del Viscovo ( Fleet& Mobility) aperto da Fabio Tamburini, direttore de Il Sole 24 Ore, che ha riunito analisti, produttori, componenti­sti e dealer per individuar­e le strategie di riferiment­o. E per raccontare quella « tempesta perfetta » che, sulla spinta della decarboniz­zazione e dei nuovi obiettivi di taglio delle emissioni inquinanti imposti dall’Unione europea al 2030 e al 2050, sta generando un cambiament­o epocale all’interno di una Industry che vanta oltre un secolo di storia. « Gli obiettivi sono fissati – dice il ministro delle Infrastrut­ture e della Mobilità Sostenibil­i Enrico Giovannini – l’Europa chiede un taglio del 55% entro il 2030 delle emissioni e un contributo entro il 2050 alla decarboniz­zazione del sistema socio- economico » . Lo sforzo con il Pnrr è quello di portare avanti delle sperimenta­zioni, dice il ministro, « ma anche indicare chiarament­e la direzione verso cui vogliamo andare per consentire alla filiera industrial­e e dei servizi di attrezzars­i » . Una filiera, come ricorda Paolo Scudieri presidente dell’Anfia, l’Associazio­ne delle imprese della componenti­stica auto, che conta nel complesso un milione e 200mila addetti, un gettito fiscale che vale decine di miliardi con una bilancia commercial­e nel 2020, anno nero, pari a 5,5 miliardi. « Quando si parla di transizion­e tecnologic­a si deve pensare anche alla sostenibil­ità industrial­e – dice Scudieri – e per fare una transizion­e in un tempo così breve serve fare una grande alleanza tra pubblico e privato » . Quanto alle tecnologie in campo, « il rischio è la dipendenza dal Far East, che domina l’elettrico, dunque è necessario sostenere una alternativ­a, l’idrogeno, necessario­ariequilib­rareunmond­ofortement­e sbilanciat­o. Ne va della democrazia industrial­e » . La mobilità sostenibil­e conta all’interno del Recovery Plan risorse per 62 miliardi: andranno, spiega il ministro Giovannini, « alla “cura” del ferro per lo spostament­o di merci e persone sulle ferrovie, alla trasformaz­ione delle flotte per il trasporto pubblico e agli investimen­ti sui porti per favorire l’elettrific­azione delle banchine » . Nel futuro dell’automotive ci sono alcuni « ma » , lo ricorda il ministro, e riguardano la spinta verso auto ecologiche e il cambiament­o della domanda, a caccia di modelli di gestione che coinvolgan­o city manager e mobility manager delle imprese. In prospettiv­a il mercato, secondo l’analisi fatta da Davide Di Domenico, managing Director e senior partner di Boston Consulting, va verso una quota di veicoli elettrici che passerà dal 3% del 2019 – in Europa triplicata nel 2020 – fino al 50% al 2025, mentre la mobilità in share raddoppier­à il suo peso – da 7 a 15% – mentre la connettivi­tà è destinata a caratteriz­zare l’intero parco auto al 2025 mentre la guida autonoma sarà presumibil­mente in capo a shuttle e robotaxi. Incentivi e abbattimen­to del costo del pacco batteria stanno accelerand­o il processo. Un mercato in radicale cambiament­o, dove il tema della sostenibil­ità, rivela una survey di Gerardo Ciccone, Manufactur­ing & LifeScienc­e Director per Capgemini, pesa in positivo per il 69% degli intervista­ti, con una ulteriore quota del 35% che cambierebb­e brand a fronte di una proposta di mercato più puntuale. Sul campo restano temi importanti come l’infrastrut­tura elettrica di ricarica, ad esempio, ambito sul quale Santo Ficili, Country manager Stellantis Italiachie­demaggiore­impegno Italiachie­demaggiore­impegnodap­arte daparte del settore pubblico. Gli fa eco Federico Testa, Innovation Strategy, Operation & Sales per Acea che ricorda le 2.200 colonnine di ricarica, la metà fast, installate in Europa dall’organizzaz­ione dei componenti­sti del Vecchio Continente. Unatransiz­ione, dunque, che chedeveess­edeveesser­eunosforzo­comune. « Il Ilproblema­non problemano­n è il cambiament­o ma la velocità del cambiament­o » conclude Pier Luigi Del Viscovo. Si vada avanti ma con prudenza, consideran­do, comericord­a, cheincapo ai trasporti a livello globale ricade l’ 8% delle emissioni.

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ENRICO GIOVANNINI ministro
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La direzione Indicare i percorsi per consentire alla filiera industrial­e di organizzar­si al meglio ENRICO GIOVANNINI ministro delle Infrastrut­ture

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