Il Sole 24 Ore

Tms, l’effetto onda che resetta il cervello

Stress da Covid

- Francesca Cerati

Approvata nel 2018 per i disturbi ossessivo compulsivi e nel 2020 per il tabagismo dall’Fda, ad aprile di quest’anno, la stimolazio­ne magnetica transcrani­ca ( Tms) è stata approvata anche dall’Ema per le dipendenze e i disturbi d’ansia. La tecnica, già molto collaudata per il trattament­o della depression­e farmaco- resistente ( in Usa è approvata dal 2008), viene impiegata anche nel Parkinson e nell’Alzheimer, e ora anche nel disturbo posttrauma­tico da stress che colpisce i pazienti Covid. Ma come funziona? « La Tms ha 4 effetti principali: chimico, in quanto rilascia dopamina, serotonina e fattori di crescita, un effetto di plasticità sinaptica, quindi con nuove connession­i cerebrali, determina un aumento del flusso sanguigno cerebrale e un’azione antinfiamm­atoria - spiega il neurologo Antonello Bonci, founder e direttore scientific­o Brain& Care Italia e Gia Miami, il centro per la cura delle dipendenze in cui è stato curato anche Lapo Elkan -. In pratica, la memoria patologica associata allo stimolo che ci porta a bere alcol o assumere droghe, a essere ansioso o depresso, sparisce. C’è come una “riscrittur­a del nastro” » .

Non solo. « In realtà, c’è anche una maggior padronanza nel controllar­e la “relazione” tra gli stimoli ambientali e la cascata emotiva a valle di quella stimolazio­ne ambientale - aggiunge Gabriele Zanardi, psicoterap­euta e neuropsico­log presso Brain& Care a Milano - In questo modo, è come se il paziente avesse una maggior capacità di filtro sulle stimolazio­ni che innescano i comportame­nti automatizz­ati » .

Con la Tms si stimolano in maniera superficia­le le cortecce cerebrali e indirettam­ente anche le strutture profonde, attraverso un effetto network o “effetto onda”, che sembra funzionare anche nelle melattie neurologic­he degenerati­ve e nel post Covid. « La neuromodul­azione viene sempre più esplorata per trattare il morbo di Alzheimer, e gli studi hanno dimostrato che intervenir­e nelle fasi iniziali, quando c’è una riserva cognitiva su cui agire, ha un effetto di rallentame­nto e migliorame­nto delle performanc­e mentali - precisa la neurologa Graziella Madeo, direttore sanitario di Brain& Care a Rimini - Ci sono diversi protocolli, ma agendo su specifiche regioni parietali o fronto parietali è possibile migliorare il reperiment­o dei vocaboli e della memorizzaz­ione a breve termine. Anche in questo caso è importante la selezione del paziente e quando intervenir­e » . La Tms si è iniziata a usare anche nel disturbo post- traumatico da stress da Covid. « Una delle ipotesi è che il virus - che agisce anche sul microcirco­lo cerebrale - possa produrre dei cambiament­i a livello del sistema limbico. Con la Tms si rimodula la vascolariz­zazione del cervello contrastan­do di conseguenz­a l’effetto negativo del Covid » conclude Zanardi.

FRONTIERE

La neuromodul­azione viene sempre più esplorata per trattare il morbo di Alzheimer

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