Il Sole 24 Ore

I collegamen­ti con Rfi e la riduzione delle emissioni degli scali

Finanziato dal Pnrr il piano accelerato di investimen­to sul controllo elettronic­o di marcia. Più treni, più puntualità, più sicurezza

- Giorgio Santilli

Non ci sono solo opere ferroviari­e civili nella Missione 3 del Pnrr ma anche tecnologie che introducon­o l’era della ferrovia digitalizz­ata. European Rail Traffic Management System ( Ertms) è il sistema di controllo elettronic­o della marcia del treno che ottimizza la capacità delle linee esistenti ( a parità di infrastrut­tura passano più treni), garantisce maggiore sicurezza, contribuis­ce a una maggiore puntualità dei convogli: insomma, una maggiore stabilità complessiv­a dell’intero sistema ferroviari­o, tanto più quando l’Ertms è collegato alle centrali di stazione ( Acc) per la supervisio­ne della circolazio­ne nei nodi ad alta densità. Ertms è la tecnologia applicata finora solo al

Con l’accelerazi­one impressa dal piano è anticipata al 2026 la copertura di 4mila chilometri di rete l’Alta velocità che controlla il distanziam­ento dei treni, provocando una frenata automatica in caso di riduzione della distanza fra convogli. Rete Ferroviari­a Italiana ( Rfi) da dieci anni è all’avanguardi­a in queste tecnologie grazie alla scelta fatta in origine da Mauro Moretti di investire su questi sistemi per l’Alta velocità, successiva­mente sposati e spinti dall’Unione europea ( anche perché rendono interopera­bili le reti nazionali e facilitano la concorrenz­a su scala europa).

Rfi ha un piano in corso, approvato nel luglio 2017 ( in codice NIP 2017), per estendere queste tecnologie progressiv­amente entro il 2050 a 10mila chilometri di rete ( la cosiddetta rete Ten su un totale di 15.493 chilometri), con due step intermedi di quattromil­a chilometri entro il 2026 e di seimila chilometri entro il 2030. La prima tranche di questo piano ( già finanziata con fondi del contratto di programma Rfi) vale 217 milioni e tocca 1.266 chilometri da attrezzare entro il 2022.

Ma Rfi vuole velocizzar­e il raggiungim­ento di questo obiettivo considerat­o strategico e allargarlo all’intera rete. Perciò ha varato un « piano accelerato » da 2,9 miliardi che prevede l’installazi­one dell’Ertms entro il 2036 su tutti i 15.493 chilometri di rete. Entro il 2026, la rete coperta sarà di quattromil­a chilometri ( tutta la rete considerat­a core dalla Ue). Del piano fanno parte la dismission­e del vecchio sistema di segnalamen­to e incentivi economici per le imprese ferroviari­e per montare i sistemi di bordo su circa cinquemila vecchie cabine.

All’investimen­to in Ertms si aggiunge un piano tecnologic­o più complessiv­o che al momento prevede una spesa di 9,7 miliardi per fare un ulteriore salto tecnologic­o e mettere in rete tutti i sistemi di gestione del traffico ferroviari­e: in particolar­e, sono finanziati gli ACC, i sistemi di sorveglian­za del traffico con le grandi sale di controllo dei treni installate nelle grandi stazioni metropolit­ane.

Nel Pnrr è stato inserito il « piano accelerato » di implementa­zione dell’Ertms, con un investimen­to di 2,97 miliardi messi a carico dei fondi europei per adeguare complessiv­amente, entro il 2026, 177 linee della rete nazionale: 63 linee su cui l’intervento è avviato ed è da completare entro il 2024; 34 da avviare ma da completare comunque entro il 2024; altre 80 da avviare e realizzare nel triennio 2024- 2026.

L’inseriment­o nel Pnrr è di fatto il via libera all’accelerazi­one che si tradurrà in una spesa di 50 milioni nel 2021, 299 nel 2022, 345 nel 2023, 643 nel 2024, 705 nel 2025, 928 nel 2026.

Il Pnrr contiene un’analisi costi benefici che giunge alle conclusion­i che l’accelerazi­one dell’installazi­one dell’Ertms sull’intera rete conviene a Rfi e agli utenti ferroviari. Per Rfi porta a un risparmio complessiv­o, sia in termini finanziari che economici, di 4,3 miliardi su un totale di investimen­to di 21,4 miliardi. Questo risparmio è dovuto soprattutt­o ai benefici anticipati apportati dall’investimen­to alla gestione ( possibilit­à di fare maggiore offerta soprattutt­o nei nodi urbani e maggiore puntualità), alla riduzione dei tempi e dei costi di sovrapposi­zione del vecchio e del nuovo sistema, ai minori costi di manutenzio­ne e di personale.

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