Ai porti una dote di 4 miliardi, in prima fila Genova e Trieste
Il potenziamento delle tratte ferroviarie Milano- Venezia, Verona- Brennero e Liguria- Alpi migliorerà i collegamenti tra i ricchi mercati europei e gli scali dell’Alto Tirreno e dell’Alto Adriatico
« I circa 4 miliardi previsti dal piano sui porti è una cifra che non si è mai vista » . Parole pronunciate dal ministro delle Infrastrutture, Enrico Giovannini, lo scorso 20 maggio in audizione alla Camera. Breve riepilogo: allo sviluppo dei porti, della logistica e dei trasporti marittini, il Pnrr assegna 3,8 miliardi di euro. In questa cifra sono compresi un ampio ventaglio di interventi. Si va dal potenziamento dell’ultimo/ penultimo miglio ferroviario e stradale ( porti di Venezia, Ancona, Civitavecchia, Napoli, Salerno), all’aumento dell’accessibilità marittima nei porti ( tra cui Vado Ligure, Ravenna e Taranto). Dall’elettrificazione delle banchine, alla valorizzazione del ruolo delle Zone economiche speciali ( Zes) vicino alle aree portuali nel Sud, fino a
Si punta a sviluppare un sistema portuale competitivo, collegato alle grandi linee di comunicazione europee
specifici interventi previsti per i porti di Genova ( 500 milioni per la nuova diga foranea, di cui si prevede la nomina di un commissario straordinario) e Trieste ( 400 milioni per lo sviluppo del porto e del suo sistema logistico). Previsti anche interventi per lo sviluppo dei porti minori del Sud, anche in chiave turistica per la navigazione da diporto.
Genova e Trieste meritano una riflessione a parte, perché all’interno del Pnrr assumonono un ruolo di particolare rivelanza per la logistica italiana e il traffico delle merci. La seconda componente della Missione 3 è incentrata sul settore dell’intermodalità e della logistica. In particolare, si intende sviluppare un sistema portuale competitivo, collegato alle grandi linee di comunicazione europee. In quest’ottica si prevede il completamento dei valichi alpini ( a partire da Gottardo e Brennero) e dei collegamenti Ten- T con i porti dell’Alto Tirreno e Alto Adriatico ( Genova e Trieste). Il Pnrr prevede che nel Nord Italia siano potenziate, per il trasporto passeggeri e per il trasporto merci, le tratte ferroviarie MilanoVenezia ( 4,6 miliardi), Verona- Brennero ( 900 milioni) e Liguria- Alpi ( 4 miliardi), migliorando così i collegamenti d’Oltralpe con i porti di Genova e Trieste, che rivestono una grande importanza per la connettività con i traffici esterni.
Nel caso del porto ligure parliamo del corridoio Genova- Rotterdam, che ha nella galleria ferroviaria del Terzo valico il suo naturale completamento, in direzione sud e quindi verso il Mediterraneo, di un asse lungo circa 4mila chilometri che abbraccia l’area più industrializzata e popolata d’Europa. Nel caso del porto di Trieste siamo in presenza di uno scalo dove la vocazione ferroviaria e l’integrazione logistica tra la modalità marittima ( nave) e il trasporto su ferro ( treno) sono già fortissimi. E anzi ha continuato ad ampliarsi anche nel periodo della pandemia con il rafforzamento di alcune linee dirette in Austria e il lancio di un nuovo servizio ferroviario verso Norimberga in Germania.
A Rete Ferroviaria Italiana ( Rfi, Gruppo Fs) spetta la grande responsabilità di realizzare le opere del Pnrr in tempo utile, come fattore di successo dell’economia e della competizione e per questo occorrono processi autorizzativi più snelli. Intanto Rfi è impegnata da tempo, con propri investimenti, sia a Genova sia a Trieste. L’ambizione del Gruppo Fs, ora sostenuta anche dal Pnrr, è di trasformare entro il 2024 Genova e il suo porto nel cuore logistico d’Europa. Il Gruppo Fs ha previsto 13,4 miliardi di investimenti per potenziare i collegamenti del sistema portuale di Genova e di tutta la Liguria con le principali linee ferroviarie del Nord Italia e con il resto d’Europa. Di particolare rilevanza il collegamento dell’ultimo miglio tra il Terzo valico e il porto storico di Genova, per velocizzare l’ingresso e l’uscita dei container spediti via treno. A Trieste i treni merci annui sono saliti dai 6mila del 2015 ai 10mila del 2020. Rfi è già impegnata in una serie di investimenti nell’area portuale di Trieste, tra cui il potenziamento della stazione Campo Marzio, la principale infrastruttura a servizio del bacino portuale a ridosso delle banchine di carico e scarico.