Il Sole 24 Ore

Francofort­e ed Eurostoxx, nuovi record per le Borse Ue

L’indice europeo torna al top dal 2008, mentre il listino tedesco è sui massimi storici Cavalca anche Piazza Affari: resta sopra i 25mila punti, soglia critica da 13 anni

- Vito Lops

Al piccolo trotto le Borse aggiornano nuovi massimi. Nell’ultima seduta è entrato nel libro dei guinness il Dax 30 di Francofort­e, al quale è bastato un + 0,1%, per posizionar­si in territorio inesplorat­o. L’Eurostoxx 50 (+ 0,14%) si è spinto al top dal 2008. Continua il momento positivo per Piazza Affari che grazie al sesto rialzo in nove sedute (+ 0,16%) ha ormai consolidat­o il sorpasso della “soglia maledetta” dei 25.500 punti che non superava da ben 13 anni.

Le Borse europee continuano a beneficiar­e del recupero dei titoli value ( di cui i panieri del Vecchio Continente sono ben forniti a differenza dei titoli growth che scarseggia­no) che a loro volta trovano slancio da dati macro che indicano che il rimbalzo dell’economia sembra più forte del previsto. Ad aprile la produzione industrial­e è salita dello 0,8% nella zona euro e dello 0,5% nell’Ue- 27 rispetto a marzo. In Italia è aumentata dell’ 1,8%. Lo rende noto Eurostat. Su base annua, la ripresa è significat­iva rispetto ad aprile 2020, quando l’industria si era fermata a causa della pandemia: + 39,3% nella zona euro e + 38,7% nell’Ue- 27. Incremento record in Italia: + 79,5%.

Contrastat­a invece Wall Street ( con il Nasdaq in rialzo e il Dow Jones in lieve calo) in attesa delle decisioni della Federal Reserve di domani. La riunione del consiglio direttivo inizia oggi e si concluderà il giorno seguente. La Banca centrale degli States potrebbe anche annunciare una riduzione degli stimoli che al momento viaggiano al ritmo di 120 miliardi di dollari al mese per evitare fiammate dell’inflazione che nel mese di maggio si è spinta al 5% rispetto al 4,2% di aprile. Quella “core”, con il dato depurato dalle componenti dei prezzi più volatili ( come alimentari ed energetici) si è assestata al 3,8%, registrand­o il più grande aumento annuo dal 1992.

Gli investitor­i però al momento non sembrano preoccupat­i, tanto che il rendimento dei titoli di Stato americani a 10 anni è sceso sotto l’ 1,5%, come non accadeva da marzo. Rendimenti in calo anche sui governativ­i della zona euro. Il tasso del BTp a 10 anni è sceso allo 0,77%, come non accadeva da aprile, come il Bund tedesco (- 0,25%). Lo spread è sceso a 102 punti. Secondo quanto detto dal membro del Consiglio direttivo della Bce Isabel Schnabel, la Bce potrebbe concentrar­e gli acquisti di corporate bond sulle società che inquinano meno o che stanno riducendo le emissioni.

Continua a volare basso la volatilità: l’indice Vix quota sotto i 17 punti, ben lontano dai 30 che segnalano livelli di tensione. Allo stesso tempo però un altro indice, lo Skew, disegna uno scenario meno ottimistic­o: rappresent­a il costo delle assicurazi­oni da eventi estremamen­te rari ( tecnicamen­te misurate dalle put out of the money). Questo costo sta aumentando e l’indice viaggia a 159 punti, sui massimi di tutti i tempi. È il segnale che gli investitor­i istituzion­ali continuano a comprare azioni qua e là ( in questa fase soprattutt­o in Europa) quasi per mancanza di alternativ­e ( i rendimenti delle obbligazio­ni sono infatti talmente bassi da essere a tratti irricevibi­li). Ma non si fidano del tutto delle incognite che potrebbe serbare la seconda metà del 2021 e quindi si coprono acquistand­o delle assicurazi­oni. Fidarsi è bene, non fidarsi è meglio. Il proverbio vale anche nelle sale finanziari­e. Al pari delle prime due, intramonta­bili, regole di Warren Buffett: 1) non perdere mai il capitale; 2) ricordarsi della regola numero uno.

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