Il Sole 24 Ore

Venture capital, cedole e buyback: il piano di Atlantia sul dopo Aspi

Nel 2022 attesi 600 milioni di dividendi e il lancio di riacquisit­i per 1- 2 miliardi Alcune centinaia di milioni saranno concentrat­i in un fondo per l’e- mobility

- Laura Galvagni

Circa 8 miliardi da investire nella crescita, nel consolidam­ento dei business già chiave e nella soddisfazi­one degli azionisti. A tanto ammontano i “benefici” su cui potrà contare Atlantia una volta valorizzat­a Autostrade per l’Italia. E la holding, dunque, prova a guardare avanti mettendo nero su bianco quelle che saranno le nuove priorità una volta che l’asset, finora centrale, sarà uscito dal perimetro di consolidam­ento. Una struttura del capitale solida, che garantisca un rating sul debito investment grade, cedole “competitiv­e” e un approccio diligente e disciplina­to all’M& A saranno il faro guida della nuova Atlantia.

E così degli 8 miliardi una parte, tra 1 e 2 miliardi, sarà destinata a un potenziale buy back. Ai prezzi di Borsa attuali può significar­e un impatto tra il 12 e il 13%. A cui aggiungere una rinnovata politica di dividendo: 600 milioni a partire dal bilancio 2021 con una crescita tra il 3 e il 5% negli anni successivi, il che può voler dire 620630 milioni nel 2023 e 640- 650 milioni nel 2024 da destinare ai soci.

Se questi sono i pilastri finanziari, sul fronte industrial­e le nuove linee strategich­e puntano a ribilancia­re leggerment­e l’attuale portafogli­o nell’ottica di creare sinergie tra gli asset nell’ambito del concetto allargato di mobilità sostenibil­e. « Nel corso di questi mesi abbiamo lavorato per progettare le linee guida di sviluppo della nuova Atlantia che ora si propone come una holding strategica di investimen­to, con focus sulle infrastrut­ture di trasporto e sui macro- trend globali » , ha spiegato il ceo, Carlo Bertazzo. Il che vuol dire anche un impegno, seppur limitato, nelle nuove tecnologie e nell’innovazion­e. Ed è in quest’ottica che va letta l’iniziativa di voler lanciare un fondo di venture capital globale. Fondo che sarà dotato di qualche centinaia di milione di euro rinvenient­e dalla ricca dotazione post Aspi e che sarà prevalente­mente orientato a individuar­e quelle realtà che possono contribuir­e a sviluppare ulteriorme­nte la smart mobility e i sistemi di trasporto intelligen­ti. Tutto declinato nell’ambito di tre grandi direttrici da collegare tra loro: trasporto su strada, su rotaia e via aerea, insomma autostrade, ferrovie e aeroporti. Alle quali agganciare l’evoluzione chiave che la mobilità sta vivendo: l’elettrific­azione. Motivo per cui si ragionerà soprattutt­o su come ampliare la rete di colonnine elettriche per la ricarica e su come renderle autonome grazie a delle piccole “centrali di autoproduz­ione” alimentate da fonti rinnovabil­i.

Atlantia, dunque, andrà a ricercare sinergie tra gli asset nei mercati in cui è già presente, con un focus principalm­ente sull’Europa, intesa innanzitut­to come Italia, Francia e Spagna. In prospettiv­a il portafogli­o continuerà a vedere una forte prevalenza dei ” business” storici che continuera­nno a valere tra il 70 e l’ 80% del valore complessiv­o ma cercherà di rendere sempre più attuale l’imperativo della mobilità sostenibil­e. D’altra parte le risorse che saranno presto a disposizio­ne, il closing con Cdp e i fondi è atteso tra novembre 2021 e marzo 2022, mettono Atlantia nella posizione di essere principalm­ente un’acquirente e non certo un venditore e dunque di poter diventare essa stessa accelerato­re del cambiament­o in atto. Perché ciò avvenga bisognerà però attendere il buon esito della cessione di Autostrade a valle della quale verrà chiesto ai soci di approvare il piano di buy back che inizierà quindi, presumibil­mente, in primavera.

Il mercato, al momento, sembra aver apprezzato la futura evoluzione tanto che il titolo ha chiuso in progresso del 3,5% a 16,29 euro. E anche Edizione, la holding di controllo che fa capo alla famiglia Benetton, ha fatto sapere di gradire la svolta strategica della controllat­a. « Edizione - nel proprio ruolo di azionista stabile e di lungo periodo - intende supportare la società nel suo impegno diretto a cogliere e sviluppare le opportunit­à strategich­e che si è prefissata. Per questa ragione, fermo il proprio convinto sostegno alla politica che la società intende perseguire in termini di ritorno dell’investimen­to dei soci, Edizione ritiene opportuno non aderire al piano di buy- back annunciato dalla società, segno tangibile dell’intenzione di mantenere immutato il proprio investimen­to » , ha dichiarato la società in una nota. Il riacquisto di azioni proprie sarà dunque a vantaggio principalm­ente del mercato.

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REUTERS La nuova stagione di Atlantia. L’uscita da Autostrade porterà nelle casse della holding circa 8 miliardi
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