Trasporto marittimo e infrastrutture strumenti per rilanciare la crescita
Circa il 90% del commercio mondiale viaggia via mare Marcegaglia: « Settore fondamentale » . Più investimenti per la sostenibilità
Il trasporto marittimo per rilanciare il commercio globale e quindi la crescita. Sono i numeri a dimostrare questa stretta connessione: circa il 90% del commercio mondiale in termini di volume e oltre il 70% in termini di valore avviene via mare, pari ad oltre 11 miliardi di tonnellate di merci trasportate nel 2019 e un valore stimato in 14 trilioni di dollari ( secondo i dati dell’Unctad, la Conferenza delle nazioni Unite sul commercio e lo sviluppo). Il commercio marittimo tra il 2000 e il 2018 è raddoppiato. C’è stato un calo dello 0,5% nel 2019 e del 4% nel 2020, a causa della crisi per l’emergenza sanitaria. L'impatto del sovraccarico doganale sulla consegna delle spedizioni ha fatto aumentare i costi di sdoganamento di quasi 30 volte in tutto il mondo.
« Questi dati testimoniano come un settore del trasporto marittimo globale efficiente sia fondamentale per rimettere in carreggiata il commercio internazionale e stimolare la ripresa » . Emma Marcegaglia, presidente del B20, ha esordito con questi numeri, aprendo ieri l’incontro B20- G20 Dialogue dedicato al trasporto marittimo e a come rafforzare le infrastrutture per un commercio più sostenibile.
Ma c’è un altro dato, in prospettiva, ancora più indicativo: « La piena attuazione del Wto Trade facilitation Agreement potrebbe ridurre i costi commerciali in media del 14,3%, aumentando il commercio globale fino ad un trilione di dollari all'anno » , ha continuato Marcegaglia.
Anche questo argomento, quindi, entrerà nelle proposte finali che il B20 ( il business forum del G20, guidato da Confindustria) presenterà ad ottobre, nella fase conclusiva del G20 a guida italiana, al premier Mario Draghi e alle istituzioni europee.
Ieri la riunione è stata organizzata in collaborazione con l’International Chamber of Shipping, di cui è presidente Esben Poulssen, e Confitarma, di cui è presidente Mario Mattioli. Tra i partecipanti Barbara Beltrame, vice presidente di Confindustria per l’Internazionalizzazione e Raffaello Ruggieri, Deputy Chair 31B20 Task Force “Finance & Infrastructure”, e Chief Lending officer di Intesa Sanpaolo.
La crisi ha messo in evidenza la nostra capacità di resilienza ma anche a nostra vulnerabilità nel dipendere da altri paesi: su questo aspetto si è soffermato il ministro delle Infrastrutture e della mobilità sostenibili, Enrico Giovannini: « Si parla oggi di reshoring, portare fuori le produzioni ci ha reso vulnerabili. È fondamentale riorganizzare la logistica, anche per far fronte ad eventuali shock futuri » , ha detto il ministro, sottolineando le risorse stanziate nel Pnrr per i porti, « 4 miliardi di euro, mai accaduto prima » e per le ferrovie. Giovannini si è soffermato anche sulle Zes, le Zone economiche speciali, che il governo sta spingendo, per collegare i porti con aeroporti e stazioni ferroviarie, e sviluppare servizi e manifatturiero nelle aree retrostanti.
Alla base di tutto c’è la necessità di aumentare l’efficienza energetica e la sostenibilità nelle catene del valore globali e di mobilitare investimenti, pubblici e privati. « Tra i punti che come B20 chiederemo ai governi del G20 ci saranno la promozione della mobilità internazionale e il miglioramento dei flussi transfrontalieri, il potenziamento delle strutture commerciali, l'interoperabilità delle catene globali del valore » , ha detto Beltrame.
E Ruggieri ha indicato i quattro pilastri su cui sta lavorando la task force di cui è al vertice: finanza d’impatto per l’inclusione finanziaria e la sostenibilità, la rigenerazione urbana, la mobilitazione dei motori di crescita e del risparmio privato, un contesto regolamentare che faciliti gli investimenti a lungo termine.
La presidente Marcegaglia si farà interprete di queste esigenze: « Investimenti e infrastrutture sostenibili sono motori di crescita essenziali, il nostro impegno come B20 è quello di invertire le tendenze protezionistiche e ripristinare una sana governance multilaterale » . A citare i dati degli effetti delle restrizioni alle importazioni commerciali a livello globale è Beltrame: negli ultimi dieci anni sono passate da circa l’ 1,0% nel 2010 ad oltre il 10,4% nel 2019, con un impatto di 1,5 trilioni di dollari di scambi.