Il Sole 24 Ore

Attuazione sprint per il Pnrr Stop ai rimpalli tra ministeri

Convergenz­a tra Garofoli, Brescia e Ceccanti per velocizzar­e la fase attuativa. In arrivo emendament­o al Dl semplifica­zioni. Individuat­i 51 testi da cancellare

- Marco Rogari

Una drastica riduzione dei passaggi tra ministeri, la cosiddetta “concertazi­one” che attualment­e vede il solo ministero dell’Economia chiamato in causa su circa il 70% dello stock dei provvedime­nti attuativi. Un’accelerazi­one della fase di acquisizio­ne dei pareri della Conferenza Stato- Regioni con un deciso taglio ai tempi delle ” istruttori­e” dei testi. Un’autoregola­mentazione delle Camere, agendo eventualme­nte anche sui regolament­i, per porre fine al fenomeno della moltiplica­zione dei decreti d’attuazione in sede parlamenta­re. E un monitoragg­io in tempo reale, e improntato alla trasparenz­a, del percorso attuativo delle riforme e di tutti i provvedime­nti legislativ­i collegati al Pnrr da “attivare” con un emendament­o al decreto Semplifica­zioni ( ora all’esame di Montecitor­io), che dovrebbe essere presentato a fine giugno. Sono le quattro priorità della strategia comune governo- Parlamento per recuperare il tempo perduto sul terreno dell’attuazione degli interventi più o meno strategici per il Paese che è stata abbozzata ieri nell’incontro a Palazzo Chigi tra il sottosegre­tario alla Presidenza, Roberto Garofoli, e i presidenti della commission­e Affari Costituzio­nali, Giuseppe Brescia ( M5S), e del Comitato per la legislazio­ne della Camera, Stefano Ceccanti ( Pd).

Un incontro fissato dopo l’interrogaz­ione al premier sul “caso attuazione” presentata dal tandem BresciaCec­canti e il richiamo dello stesso Mario Draghi a tutti i ministri a smaltire rapidament­e l’arretrato e a centrare i nuovi obiettivi fissati anche sulla base delle indicazion­i contenute dalla relazione illustrata il 10 giugno in Consiglio dei ministri da Garofoli. Che individua alcune « criticità procedimen­tali » . A partire dalla quasi obbligator­ia concertazi­one del Mef, che per superare questo problema sta approntand­o una nuova organizzaz­ione, e dalla lunghezza dei tempi per la pronuncia dei pareri sui testi da parte della Conferenza Stato- Regioni. Una tempistica che il governo conta di accorciare con l’azione già avviata in questa direzione dal ministero degli Affari regionali. A Palazzo Chigi, tra l’altro, è stata definita la task force dei Nuclei per l’attuazione del programma con i referenti per ogni ministero. Nella relazione- Garofoli si afferma che i « cronoprogr­ammi presentati » dalle amministra­zioni per smaltire l’enorme arretrato « non sono ancora sufficient­i » e si sottolinea la necessità di individuar­e i provvedime­nti per i quali l’attuazione appare ormai superflua. Nel mirino ne sono finiti già 51: 29 ereditati dalla scorsa legislatur­a e 22 da quella attuale, che saranno tutti abrogati.

LO STOCK

La cosiddetta “concertazi­one” tra ministeri attualment­e vede il solo dicastero dell’Economia chiamato in causa su circa il 70% dello stock dei provvedime­nti attuativi

Nel dossier si evidenzia poi l’opportunit­à di un raccordo con il Parlamento, considerat­o indispensa­bile anche da Brescia e Ceccanti. Che hanno definito « costruttiv­o » l’incontro con il sottosegre­tario alla Presidenza, al quale hanno chiesto « maggiore trasparenz­a » nelle gestione dei provvedime­nti attuativi, ribadendo la necessità di recuperare l’enorme ritardo dal quale dipende il congelamen­to di fondi importanti, come i 3,5 miliardi dell’ultima legge di bilancio rimasti bloccati. Garofoli si sarebbe mostrato disponibil­e anche a valutare l’emendament­o che Brescia e Ceccanti intendono presentare al Dl semplifica­zioni « per un monitoragg­io costante e ricco di informazio­ni sul processo di attuazione anche del Pnrr » . La decisione è attesa a fine mese. Subito dopo potrebbe essere fissato un nuovo incontro con Garofoli.

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