Conte debutta a Napoli: con il Pd se possibile, nessuna fusione a freddo
« Dove voglio portare il M5s? Al primo posto, partito di assoluta maggioranza » . Giuseppe Conte usa un gioco di parole per dire che il suo M5s non punta più, come gridava Beppe Grillo anni fa, alla maggioranza assoluta ma si “accontenta” di tornare ad essere il primo partito. Che è anche un modo di dire che se si vuole tornare al governo le alleanze servono. E se nei giorni scorsi il segretario del Pd aveva parlato dell’alleanza con il M5s di Conte come necessitata dal « buon senso » , l’“alleato” gli rende la pariglia calcando le distanze: « Il dialogo con il Pd e il centrosinistra ha dato già i suoi frutti, è normale continuare per realizzare il progetto di società che vogliamo. Ma questo non significa che abbiamo un’alleanza strutturata, laddove non è possibile non mi straccio le vesti. Le fusioni a freddo non funzionano » . Il teatro della prima uscita da leader di Conte, anche se leader ufficialmente ancora non è ( statuto e carta dei valori del nuovo movimento saranno presentati la prossima settimana), è la Napoli dove miracolosamente l’accordo con il Pd si è concretizzato nella persona dell’ex ministro Gaetano Manfredi. Occasione per mostrarsi in conferenza stampa assieme al “suo” ministro e a due partenopei di rilievo del M5s come Roberto Fico e Luigi Di Maio. Intanto prende forma la piattaforma che sostituirà Rousseau permettendo agli iscritti di ratificare l’incoronazione di Conte una volta trascorsi 15 giorni dalla presentazione pubblica di statuto e carta dei valori. Si tratta in realtà di due soggetti: da un lato Skyvote Cloud, dove avverranno le future votazioni, dall’altro l’open source Odoo, che conterrà virtualmente i dati degli iscritti. Un sistema appositamente complesso, per provare a garantire la terzietà rispetto alla linea politica dei pentastellati. Per non ritrovarsi ostaggio di novelli Casaleggio.