Il Sole 24 Ore

Prove di disgelo: per Biden e Putin il summit più difficile

Oggi a Ginevra l’incontro tra i due presidenti separati da distanze incolmabil­i Una svolta potrà venire dalla volontà di evitare una rottura definitiva

- Antonella Scott Marco Valsania

CAMBIO DI TONO « Il presidente russo è brillante, duro... un degno avversario »

JOE BIDEN

Che cosa ha spinto la Casa Bianca e il Cremlino a volere il summit di Ginevra? Aspettando di rivedere Vladimir Putin e Joe Biden fianco a fianco, quest’oggi a Villa La Grange, tutti i possibili scenari sono già stati disegnati. Con una chiara prevalenza di interpreta­zioni prudenti. Nessuno, a partire dai diretti interessat­i, si aspetta molto.

Ma questo non dovrebbe essere un incontro già rassegnato a concluders­i con facce tirate, un buco nell’acqua del lago di Ginevra e la constatazi­one che le distanze tra Mosca e Washington sono incolmabil­i. Cose risapute, ormai da anni: con l’aggiunta che nei mesi scorsi, già insediato alla Casa Bianca, Biden ha chiarito al mondo cosa pensa di Putin, chiamandol­o “killer”. E Putin, tra l’ennesima condanna ad Aleksej Navalny, una nuotata a Sochi con il bielorusso Lukashenko e un ulteriore giro di vite contro l’opposizion­e, non ha certo lanciato segnali distensivi.

Eppure questo vertice è stato voluto. Solo per dimostrare, ciascuno ai propri referenti, di aver provato fino in fondo a evitare una rottura definitiva? È più probabile che le due diplomazie abbiano in mano qualcosa da offrirsi reciprocam­ente. Nel momento in cui prendono di petto la Cina, gli americani hanno bisogno di mostrarsi più vicini ai russi. E i russi potrebbero ricambiare l’attenzione ritrovata con qualche segnale di disponibil­ità.

Impossibil­e che in Svizzera vada tutto bene: le posizioni - dall’Ucraina al trattament­o dell’opposizion­e russa, dalla Nato alle sanzioni - sono troppo distanti, ci vogliono anni per guarirle. Probabilme­nte il senso della giornata è nello stato d’animo con cui la chiuderann­o i due protagonis­ti: solo loro possono dirsi che vale la pena continuare, ripartire da tutto quello che riuscirann­o a mettere in comune, marcare le divergenze ma poi affidarsi ad altri incontri, a gruppi di studio, a un lavoro congiunto che forse un giorno permetta ciò che oggi è impossibil­e. Abbiamo messo a fuoco alcuni tra i temi principali di cui parleranno Biden e Putin.

La Nato e gli equilibri strategici

La Nato, storico baluardo occidental­e nei confronti di Mosca, è terreno di scontro: Biden ha rilanciato l’impegno americano nell’Alleanza Atlantica, e se il focus del viaggio europeo di Biden è stato spesso l’avanzata e la minaccia posta dalla Cina, Mosca non è stata trascurata: « Finché non dimostrerà il rispetto delle leggi internazio­nali e dei suoi obblighi e responsabi­lità, non potrà esserci un ritorno a rapporti normali » , è scritto nel comunicato finale del vertice Nato.

Da parte sua, in ogni confronto con la Nato Mosca ricorda gli avveniment­i che dal suo punto di vista hanno alterato gli equilibri strategici in Europa, già stravolti dal crollo sovietico. L’intervento della Nato in Koso

« Trump era colorito. Biden è diverso, meno impulsivo » VLADIMIR PUTIN

vo nel 1999, e l’inclusione nell’Alleanza ( oltre che nella Ue) di Paesi dell’Est Europa ed ex Urss: Repubblica Ceca, Polonia e Ungheria sono entrate nella Nato nel 1999; Bulgaria, Estonia, Lettonia, Lituania, Romania, Slovacchia e Slovenia nel 2004. Nel febbraio 2014 il cambio di governo a Kiev ha reso molto concreta la possibilit­à di un ingresso nella Nato anche dell’Ucraina.

Il controllo degli armamenti

Gli accordi sulla limitazion­e degli arsenali nucleari sono il fronte più pericoloso per la pace nel mondo e paradossal­mente quello in cui russi e americani riescono a intendersi più facilmente. Attualment­e il livello di testate consentito è di 1.550 per parte: il più basso toccato dalle forze nucleari nel mondo, anche se le limitazion­i riguardano solo le testate montate su missili e sottomarin­i. E non gli arsenali di armi tattiche, a più corto raggio. Quello della non proliferaz­ione nucleare è il tavolo in cui Mosca sente maggiormen­te un equilibrio di posizioni, e la possibilit­à di influire sugli equilibri mondiali alla pari con gli Usa.

Le sanzioni finanziari­e

In aprile Washington ha fatto scattare nuove sanzioni contro la Russia in risposta a quelle che ha definito come azioni malevole del Cremlino: ha espulso dieci diplomatic­i/ presunte spie, e messo al bando 32 tra individui e aziende accusate di interferen­ze e altre azioni illecite nelle elezioni americane del 2020. Biden ha inoltre fatto scattare le prime sanzioni economiche e finanziari­e da anni contro

Mosca. Ha colpito in particolar­e il debito russo emesso dopo il 14 giugno, vietando a istituzion­i statuniten­si di comprare titoli direttamen­te dalla Banca centrale e dal governo russo.

In risposta alle sanzioni, la Russia ha gradualmen­te ridotto la propria esposizion­e al dollaro, negli investimen­ti e negli scambi commercial­i, e la dipendenza dalla raccolta di capitali esteri. La Banca centrale ha man mano ridotto le riserve detenute in dollari a vantaggio di euro, yuan e oro.

L’energia e Nord Stream 2

È stato un esempio di crisi disinnesca­ta in Europa. Dopo aver avversato a lungo il progetto, Biden ha deciso di esentare dalle sanzioni i partner tedeschi del progetto, per non mettere a rischio i rapporti con Berlino. Un via libera condiziona­to che forse ha rasserenat­o più di ogni altra cosa i preparativ­i per il vertice di Ginevra.

Eppure, spiega al Sole 24 Ore Andrej Kostin, presidente della banca russa Vtb ( l’intervista è stata pubbli

cata il 15 giugno), « gli Stati Uniti ufficialme­nte restano contrari a Nord Stream: quella delle sanzioni è una macchina molto difficile da fermare, è il pericolo di questo strumento. Detto questo, con le sanzioni contro la Russia gli Usa non hanno ottenuto molto. È possibile che il presidente Biden, politico molto esperto, freni un poco su questo fronte » .

DISARMO

La non proliferaz­ione nucleare è il fronte in cui americani e russi sono più in sintonia CONFRONTI

 ?? AFP ?? Di nuovo a fianco.
Le bandiere degli Stati Uniti e della Federazion­e Russa nel giardino della villa che ospiterà il summit, a Ginevra
AFP Di nuovo a fianco. Le bandiere degli Stati Uniti e della Federazion­e Russa nel giardino della villa che ospiterà il summit, a Ginevra

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