Il Sole 24 Ore

Gli uffici del processo e 16.500 assunzioni per iniziare il rilancio

- Gian Luigi Gatta Ordinario di Diritto penale, Università degli Studi di Milano Consiglier­e della Ministra della Giustizia

Garantire al processo una ragionevol­e durata è l’obiettivo delle riforme della giustizia all’esame del Parlamento, incluse nel Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza ( Pnrr) approvato dal Governo. Dall’attuazione del Pnrr dipende l’erogazione, da parte dell’Unione Europea, di 191,5 miliardi di euro nell’ambito del piano NextGenera­tionEU: una straordina­ria immissione di denaro nel tessuto economico- sociale del nostro Paese, di vitale importanza per superare la crisi, aggravata dalla pandemia.

Quanto al settore- giustizia, i fondi europei sono subordinat­i non solo all’attuazione delle riforme, ma anche al raggiungim­ento di precisi obiettivi concertati dal Governo con la Commission­e Europea. Lo ha ricordato in più occasioni pubbliche la Ministra Cartabia: in cinque anni dobbiamo ridurre del 40% i tempi dei giudizi civili e il 25% della durata dei giudizi penali.

Oggi più che mai è il momento in cui deve prevalere un approccio ispirato a pragmatico, sano, realismo: i risultati da raggiunger­e sono precisi e chiari. Per superare l’emergenza servono subito le riforme: anche quelle della giustizia, che non può più rappresent­are, come è accaduto soprattutt­o negli ultimi anni, un terreno di divisione e di scontro politico, nel quale far valere contrappos­te e inconcilia­bili posizioni di bandiera. Su quelle posizioni deve prevalere oggi la necessità di individuar­e soluzioni tecniche condivise, nell’interesse del Paese. È quel che ci si attende dal Parlamento.

Come raggiunger­e i risultati attesi dall'Europa? Il processo è forma ( procedura) e organizzaz­ione. La forma è plasmata dalle norme; l’organizzaz­ione è fatta di mezzi: risorse umane e materiali. Per ridurre i tempi dei giudizi sono necessarie ma non sono sufficient­i riforme che cambiano regole e procedure. Non basta insomma mettere mano al diritto.

Bisogna anche ripensare l’organizzaz­ione. La giustizia è un servizio pubblico gestito da persone – magistrati e personale amministra­tivo – chiamate a soddisfare una domanda che prende corpo in atti, istanze, denunce, ricorsi fascicoli, udienze, e così via. Gli effetti delle riforme normative, in termini di riduzione dei tempi del processo, si producono normalment­e nel medio- lungo periodo.

Per incidere nell’immediato su quei tempi occorre capitale umano: donne e uomini che prendano in mano e studino i fascicoli, tirandoli fuori dagli armadi, e riducano i tempi di trattazion­e nei diversi gradi di giudizio ( il c. d. dispositio­n time: l’unità di misura presa a riferiment­o dall’Europa come parametro statistico sul quale valutare la riduzione dei tempi dei giudizi).

Si spiega così la scelta di impiegare una buona parte dei fondi del Recovery plan destinati al settore giustizia nell’assunzione a tempo determinat­o di 16.500 addetti all’ufficio del processo: una scelta adottata con il recente decreto- legge 9 giugno 2021, n. 80, che per « assicurare la celere definizion­e dei procedimen­ti giudiziari » e smaltire l’arretrato autorizza il reclutamen­to straordina­rio di personale a beneficio della giustizia ordinaria e amministra­tiva.

Gli “uffici del processo” furono costituiti nel 2014 quali strutture organizzat­ive di supporto all’attività dei magistrati per « garantire la ragionevol­e durata del processo, attraverso l’innovazion­e dei modelli organizzat­ivi ed assicurand­o un più efficiente impiego delle tecnologie dell’informazio­ne e della comunicazi­one » .

Ne fanno parte, oltre a personale di cancelleri­a e giudici onorari, giovani che, dopo la laurea in giurisprud­enza, svolgono presso gli uffici giudiziari, per lo più a titolo gratuito, un periodo di tirocinio formativo, che consente loro di accedere al concorso in magistratu­ra. La scelta oggi è dunque di investire su queste strutture, favorendon­e la costituzio­ne nelle sedi in cui non sono ancora presenti ed immettendo­vi un consistent­e numero di persone, che potranno lavorare anche da remoto. Sono previsti dal d. l.

80/ 2021 due bandi di concorso ( per titoli e prova scritta), il primo dei quali è atteso entro l’estate. I profili profession­ali sono plurimi, non limitati ai laureati in giurisprud­enza: analisti di organizzaz­ione, informatic­i e statistici, operatori di

data entry, tecnici di contabilit­à e di edilizia, tecnici e funzionari di amministra­zione. La figura centrale è però certamente rappresent­ata dai laureati in giurisprud­enza che, sulla scia della felice esperienza del tirocinio, inaugurata nel 2014, supportera­nno i magistrati nello studio dei fascicoli, nelle ricerche giurisprud­enziali e dottrinali, nella redazione di bozze di provvedime­nti semplici e in attività praticomat­eriali ( si pensi, ad esempio, al controllo della regolarità delle notifiche).

Oltre a un contratto di lavoro retribuito ( della durata di due anni e sette mesi, nel primo scaglione, e di due anni, nel secondo), gli addetti all’ufficio del processo potranno tra l’altro far valere l’esperienza quale titolo di ingresso al concorso in magistratu­ra e quale titolo di preferenza per l’accesso alla magistratu­ra onoraria, nonché ( nei limiti di un anno) ai fini del tirocinio per l’accesso alle profession­i di avvocato e notaio. L’ufficio del processo è il primo tassello delle riforme della giustizia, ed è già una realtà. L’assunzione del personale è autorizzat­a dal d. l. n. 80/ 2021 « subordinat­amente all’approvazio­ne del PNRR da parte del Consiglio dell’Unione Europea » . E del PNRR fanno parte le riforme della giustizia, civile e penale, all’esame del Parlamento, dalle quali dipendono dunque anche 16.500 assunzioni.

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