Anitec, spinta al Pil da 228 miliardi puntando sull’intelligenza artificiale
Gay: cogliere le opportunità offerte dal Pnrr sul fronte della digitalizzazione Stime di ricadute importanti sulla ricchezza del Paese con una crescita del 13%
Per attuare la transizione digitale dell’Italia nel post- pandemia è necessario far leva sull’intelligenza artificiale. Ma è necessario che ne venga investito l’intero tessuto produttivo. L’Intelligenza artificiale potrà avere ricadute importanti sulla ricchezza del Paese con una crescita del Pil di almeno il 13% per 228 miliardi di euro al 2030. Ma inferiori rispetto alle previsioni sul Pil mondiale che oscillano dal 26% di PwC al 19% di McKinsey.
Anitec- Assinform, l’associazione di categoria aderente a Confindustria, ha elaborato un White Paper intitolato « Promuovere lo sviluppo e l’adozione dell’Intelligenza Artificiale a supporto della ripresa » , ( presentato ieri nel corso dell’evento « L’Intelligenza Artificiale motore della ripresa: una call to action per l’Italia » ) , che traccia le linee da seguire per lo sviluppo economico supportato dalla intelligenza artificiale.
Per Marco Gay, presidente dell’Associazione Italiana per l’Information and Communication Technology, « mai come ora le possibilità offerte dalla tecnologia dell’IA possono essere alla portata della piccola e media Impresa. Occorre cogliere le opportunità offerte dal Pnrr sul fronte della digitalizzazione per rafforzare l’intero contesto produttivo italiano. Le nuove tecnologie possono aiutare il recupero di produttività e competitività per rendere concreta la crescita del made in Italy, integrando il mondo dei servizi con quello della manifattura » .
Il 2020, anno dell’emergenza sanitaria ed economica, ha accelerato l’adozione del digitale in Italia. Tanto che il mercato digitale ha chiuso l’anno con un calo dello - 0,6%, in un contesto di calo generalizzato. Per il 2021, si intravede un recupero del mercato, con una crescita prevista del 3,5%.
Il White Paper evidenzia come lo sfruttamento della crescente mole di dati prodotti da imprese, amministrazioni e cittadini non possa prescindere dall’IA. Solo questa infatti potrà migliorare l’efficienza, la qualità delle relazioni tra imprese, cittadini, consumatori e pubblica amministrazione, la tipologia di servizi e prodotti in un’ottica di migliore fruibilità.
Mentre Usa e Cina stanno investendo massivamente nel campo delle tecnologie digitali per conquistare l’egemonia economica, l’Unione Europea si sta attivando con l’adozione di misure per la crescita del settore, sia in termini di competenze, sia in termini di applicazione con una specifica attenzione agli aspetti etici, sociali e regolatori. Nel panorama globale, l’Italia si colloca indietro anche nei confronti di alcuni paesi Europei di simili dimensioni, sia in termini di investimenti pubblici sia in termini di utilizzo nel settore privato.
Il White Paper rileva anche che l’intelligenza artificiale va intesa come leva che si affianca alle risorse umane e non come forza in contrapposizione all’elemento umano. Per questo, sottolinea « l’importanza di un piano di formazione rapido, efficace e continuo che da un lato prepari le future generazioni e dall’altro riqualifichi la forza lavoro attuale » .
« Il White Paper – ha concluso Gay – richiama il grande sforzo di investimento previsto dal PNRR che riteniamo costituisca un’opportunità unica per rilanciare, in modo efficace e coordinato, lo sviluppo della IA a livello nazionale » .