Mps, in attesa del risiko riapre il tavolo con Anima
Dal consiglio mandato all’ad per rafforzare l’alleanza nel risparmio
Mps prova a fare il punto sulla riorganizzazione, tra i rumors che turbano il mercato, il nodo della clausola put da un miliardo sollevato ieri da Il Sole e la Bce che va in pressing e in particolare chiede chiarimenti sull’aumento di capitale da 2,5 miliardi. Intanto in Borsa il titolo scivola in calo del 2% a 1,20 euro mentre rimbalzano le quotazioni dei titoli obbligazionari subordinati, dopo il calo dei giorni scorsi e la successiva decisione della banca di dare mandato ai propri legati per una denuncia contro ignoti in relazione alle « notizie diffuse sul mercato che hanno determinato una significativa alterazione del corso delle quotazioni dei titoli » , di fatto un aggiotaggio.
Ieri la riunione è stata fiume, iniziata la mattina e proseguita fino a sera. Potrebbe rafforzarsi la partnership con Anima, il ceo Guido Bastianini ha ricevuto mandato « per l’analisi e la potenziale negoziazione del rafforzamento della partnership nel settore del risparmio gestito » . È l’unica delibera ma sul tavolo c’era anche il nodo della direzione generale e alla valutazione su se e come procedere nei confronti dei membri del cda in carica con Alessandro Profumo e Fabrizio Viola, alla luce delle condanne penali comminate agli ex vertici nel processo sui derivati. Sulla lettera dalla Vigilanza non risultano delibere ma partirà l’interlocuzione per dare le informazioni tecniche richieste sugli step e le modalità della ricapitalizzazione. Sullo sfondo c’è una data room aperta ma senza file alla porta. Solo il fondo Apollo avrebbe chiesto di accedere e questo ha fatto tornare le ipotesi di uno spezzatino tra Unicredit, Mcc, Banco Bpm, Bper e Poste chiamate a farsi carico, in un’ottica di sistema e con il supporto dello Stato, della messa in sicurezza una volta per tutte, della banca senese. Ma in un’audizione in Commissione Finanze l’ad Matteo Del Fante allontana di fatto questa ipotesi ricordando che significherebbe snaturare Poste. « Una banca prende rischio di credito » mentre « noi se in un’ipotesi di qualsiasi soggetto bancario prendessimo del rischio di credito sul nostro bilancio - spiega - saremmo automaticamente soggetti alle regole di vigilanza e quindi non potremmo più fare buona parte delle attività che facciamo oggi » . Nel turbinio di ipotesi Fondazione Mps smentisce in una nota di essere coinvolta nelle ipotesi di futuri scenari di Banca Monte dei Paschi.