Il Sole 24 Ore

Retelit, dopo l’Opa « la strategia resta valida »

Parla l’ad Protto. Oggi sul tavolo del cda il prezzo di 2,85 offerto da Asterion

- Cheo Condina

Sul prezzo dell’Opa di Asterion dovrà esprimersi oggi il cda, dal punto di vista industrial­e la prospettiv­a non cambia perché si tratta di un socio che ha mostrato fiducia nel management e nell’attuale piano, che può aiutarci a estrarre ancora grande valore dalla società » .

Federico Protto guida Retelit dal 2015 e lo scorso 20 maggio è stato confermato ad in assemblea. Esattament­e 10 giorni dopo, tuttavia, l’Offerta pubblica totalitari­a lanciata dal fondo spagnolo ha parzialmen­te cambiato lo scenario, se non altro dal punto di vista dei futuri equilibri azionari. « La strategia industrial­e resta valida – precisa il manager a Radiocor – e l’azienda avrà un ulteriore slancio verso la crescita dopo le acquisizio­ni già messe a segno nell'ultimo anno e mezzo, che ci hanno permesso di diventare un operatore integrato tra infrastrut­ture e servizi » .

Asterion, che detiene il 29,5% di Retelit, punta al delisting ma il titolo è già corso sopra i 2,85 euro offerti dall’Opa ( ieri ha chiuso a quota 3). A breve il cda potrebbe dare mandato a un advisor per stabilire la congruità del prezzo ma è difficile prevedere che cosa faranno i soci. Per il retail, che coeso fa un 11%, l’offerta di Asterion è sotto i propri prezzi di carico. Poi ci sono Athesia e gli ex- soci di gruppo PA, entrati di recente ricevendo azioni nelle acquisizio­ni di Brennercom e della stessa PA, rispettiva­mente con il 7,7% e il 5,5%. Infine i libici di Lptic ormai soci dal 2006 con il 14,37% « che condividon­o l’impostazio­ne industrial­e di Retelit e con cui abbiamo costituito una joint venture a capitale misto » , aggiunge Protto, anche alla luce dei numerosi progetti industrial­i della Libia.

Il manager evidenzia in ogni caso sia la recente conferma dei target del piano sia la sostenibil­ità del debito – « siamo nell’ordine di due volte l’Ebitda » - lievitato a 143 milioni allo scorso 31 marzo, dopo le ultime acquisizio­ni, che « ci hanno fatto crescere senza chiedere soldi ai soci » . Ora Retelit è dunque pronta « sia a una crescita organica sia a cogliere ulteriori opportunit­à su un mercato, che dovrà per forza andare incontro a un significat­ivo consolidam­ento » . « Oggi – continua – ci sono circa 200 licenziata­ri: dovremo arrivare a 10 operatori medi e tre grandi, credo che Retelit sarà in una di queste due categorie » .

Quali le principali direzioni di crescita? Sicurament­e nel Pnrr « c’è tutta una componente relativa alla infrastutt­urazione del Paese di cui noi saremo protagonis­ti: – spiega Protto – c’è ancora tanto lavoro da fare dove la fibra ad altissima velocità non è presente » . Poi c’è il tema dell’integrazio­ne con i servizi, legato alla digitalizz­azione, « che sul cliente finale riteniamo assolutame­nte vincente » . Infine il nodo della rete unica, che « al di là dei ragionamen­ti sull’opportunit­à industrial­e, nel caso dovrà essere fatta con il contributo di tutti i grandi operatori. Fermo restando che la necessità del Paese è quella di colmare il più velocement­e possibile le carenze infrastrut­turali » .

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