Green pass, via libera al decreto per spostarsi in Italia e all’estero
Il documento. Il governo accelera sul Dpcm per il certificato digitale o cartaceo che consentirà gli spostamenti. Ok del Garante sulla App Io. Attivato già da 15 paesi, in vigore in Europa dal primo luglio
Via libera di Draghi al nuovo Dpcm sul green pass. Oggi Consiglio dei ministri. Il certificato potrà essere sia in formato digitale che cartaceo con un QR Code che attesti la condizione e consentirà di spostarsi in Italia e all’estero. Anche la proroga dello stato di emergenza che scade il 31 luglio è sul tavolo del governo.
Via libera di Mario Draghi al Green pass, il documento che consentirà agli italiani di muoversi liberamente in Italia e in Europa. La firma del presidente del Consiglio al Dpcm è stata apposta in queste ore e il provvedimento sarà illustrato anche al Consiglio dei ministri. L’obiettivo è infatti agevolare il movimento dei cittadini, ma anche la fruizione dei servizi - in Italia a esempio la partecipazione a cerimonie o le visite in ospedali e Rsa - per accelerare ulteriormente la ripartenza in corso.
Così oggi prima di partire alla volta di Barcellona per il vertice con il suo omologo spagnolo Pedro Sanchez, - dove è probabile si parlerà anche di immigrazione in vista del Consiglieo europeo di fine mese - Draghi ha voluto licenziare il pass che è stato attivato già da 15 Paesi dell’Unione. L’Italia ora si unisce a questo gruppo in anticipo rispetto al 1 luglio, quando entrerà in vigore in tutti e 27 i Paesi della Ue. Il Gateway, la piattaforma informatica Ue che rende possibile il Pass e che fornisce le chiavi digitali che consentono la validità transfrontaliera, è infatti operativo da inizio mese e finora ne sono stati emessi oltre un milione. Se ottenere il Pass sarà un diritto, il suo utilizzo potrà però variare in qualche misura da Stato a Stato: per alcuni ( come l’Italia) basterà una sola dose di vaccino per altri due, altri Paesi potrebbero richiedere il tampone molecolare altri invece anche il test rapido anti- genico. Ha comunque diritto al « green pass » chi è stato vaccinato; chi è risultato negativo ad un test per il Covid e chi è guarito dall'infezione e a seguito di tampone negativo è uscito dall'isolamento.
A sbloccare definitivamente il decreto, un Dpcm, che disciplina il green pass formato italiano ma valido anche in Europa è stato il via libera definitivo di ieri del Garante della privacy che ha previsto per l’App « Io » alcuni accorgimenti in più a tutela degli utenti che diventeranno efficaci con il rilascio di una nuova versione della App ( si veda anche articolo a pagina 34). E così i cittadini potranno scaricare direttamente il loro « digital green certificate » anche da « Io » oltre che dalla app Immuni, dal fascicolo sanitario elettronico o dal « Sito web dedicato, sia attraverso accesso con identità digitale sia - si legge nel decreto - con autenticazione a più fattori » . Chi avrà difficoltà - le procedure potrebbero non essere affatto semplici per i cittadini soprattutto quelli a digiuno di strumenti informatici - potrà chiederlo a medici e farmacisti o gli altri « operatori autorizzati » che lo scaricherranno attraverso il sistema « Tessera sanitaria » .
In ogni caso per aiutare i cittadini sarà attivato sia un sito web della piattaforma dei green pass con informazioni e Faq, oltre che il numero 1500 del ministero della Salute e il call center di Immuni ( 800.91.24.91).
Per verificare i green pass sarà disponibile una apposita app che leggerà il « Qr code » sul telefono o nella versione cartacea stampata. Nella versione definitiva del Dpcm sparisce l’elenco dei soggetti verificatori e si prevede una definizione più generica. Per cui alla verifica dei pass saranno « deputati i soggetti che erogano i servizi per fruire dei quali è prescritto il possesso di certificazione verde Covid- 19 e gli organizzatori di eventi ed attività per partecipare ai quali è prescritto il possesso della medesima certificazione, nonché i pubblici ufficiali nell'esercizio delle relative funzioni » .
Le informazioni su vaccinazioni effettuate, guarigioni da Covid ed esiti dei tamponi che servono per ottenere il green pass saranno alimentate dalle Regioni, dall’anagrafe vaccinale, dalle strutture sanitarie, dai medici e dai laboratori pubblici e privati oltre che dalle farmacie ( per i test) attraverso la tessera sanitaria. Informazioni che alimenteranno la piattaforma delle certificazioni verdi e che saranno « conservate in linea fino alla loro validità e successivamente trasferite in un apposito archivio digitale. Il tempo di conservazione delle certificazioni verdi Covid- 19 nel predetto archivio è di cinque anni » .
Nel frattempo alcune Regioni hanno proposto anche l’inserimento di un’autocertificazione per la partecipazione a eventi, cerimonie e feste. Di questo si discuterà oggi in Stato Regioni ma il ministro per le Autonomie, Mariastella Gelmini chiarisce in vista dell’incontro con i governatori: « Servirà comunque il documento di un vaccino o un tampone effettuato, perché l’autocertificazione fatta in casa non può andar bene » .