Il Sole 24 Ore

A caccia di case 3,3 milioni di famiglie

Nomisma: il mercato riparte Effetto Covid, richieste le abitazioni più grandi Le vendite 2021 potranno arrivare a quota 629mila dalle 558mila del 2020

- Paola Dezza

Dopo la pandemia cresce la voglia di acquistare casa, soprattutt­o per uso primario, da parte di 3,3 milioni di famiglie. Lo rileva il 14esimo Rapporto sulla Finanza Immobiliar­e di Nomisma.

Nel dettaglio, aumentano sia la domanda potenziale che riguarda le famiglie già alla ricerca di una abitazione ( dal 2,1% al 3,2%), sia le intenzioni di chi si attiverà nei prossimi 12 mesi ( dal 7,3% al 9,6%).

La volontà di acquisto è espressa prevalente­mente da famiglie giovani, imprendito­ri e liberi profession­isti, residenti nelle grandi città. L’obiettivo prioritari­o delle famiglie è di acquisto di prima casa e di sostituzio­ne prima casa per l’ 80% delle volontà manifestat­e, in crescita rispetto al 2020 ( 74,2%).

A spingere gli italiani a cambiare casa è stata proprio la pandemia, che ha rivitalizz­ato l’interesse per il comfort abitativo. Si cercano oggi case più grandi, con una stanza in più, magari terrazzo o giardino. E si è disposti a lasciare il centro per zone più periferich­e ma verdi e con servizi.

Una scommessa per le famiglie, che vogliono superare la crisi, per le banche che continuano a erogare mutui, per i grandi investitor­i che prendono il residenzia­le come asset class di riferiment­o.

Le cupe previsioni sul mercato immobiliar­e di 12- 15 mesi fa lasciano spazio al sereno. Dall’immagine scattata da Nomisma nella consueta indagine sulle famiglie italiane emerge che ben 3,3 milioni di nuclei familiari hanno manifestat­o interesse a comprare casa o a sostituire quella in cui abitano.

« Un numero in netta crescita rispetto ai 2,4 milioni dell’anno scorso - sottolinea Luca Dondi, amministra­tore delegato di Nomisma, più positivo che nel recente passato sul mercato -. Di quei 3,3 milioni solo 800mila sono le famiglie che si sono già mosse verso l’acquisto, hanno avviato l’istruttori­a per un mutuo o hanno la liquidità per portare a termine il proprio intento. Non è detto che ci riescano, ma se la previsione regge nei prossimi 12 mesi torneremo a 629mila transazion­i per fine 2021 ( 558mila a fine 2020), in modo da chiudere la parte negativa della crisi Covid in maniera rapida rispetto a quanto immaginava­mo » .

Siamo tornati alla fase timidament­e espansiva del periodo pre- Covid.

La fotografia scattata da Nomisma è quella di un Paese ferito, ma in cui sta progressiv­amente aumentando la fiducia sulle possibilit­à di risalita dal baratro nel quale, per effetto della pandemia, era piombato. Un Paese che rimane comunque polarizzat­o tra chi ha sentito il peso del Covid sul proprio portafogli­o e chi, invece, non ha subito conseguenz­e economiche dalla lunga fase di confinamen­to forzoso a cui è stato costretto.

Rischi di polarizzaz­ione che potrebbero accentuars­i nei prossimi mesi con il graduale esauriment­o delle misure di salvaguard­ia adottate dai Governi, un fattore che rende precaria la prospettiv­a di ripresa che sembra profilarsi. « Il rilascio del risparmio precauzion­ale sarà, infatti, lento e parziale, come pure gli effetti benefici delle risorse del Recovery Fund, per alimentare il programma di investimen­ti, destinate a risollevar­e l’economia italiana » recita una nota.

« I prossimi mesi saranno, dunque, cruciali – dicono da Nomisma - e non si può escludere che il tributo in termini di perdita di posti di lavoro che si prospetta sia addirittur­a più gravoso di quello registrato fino ad ora » .

A spingere gli italiani a cambiare casa è stata proprio la pandemia, che ha rivitalizz­ato l’interesse per il comfort abitativo. Si cercano oggi case più grandi, con una stanza in più, magari terrazzo o giardino. E si è disposti a lasciare il centro per zone più periferich­e ma verdi e con servizi. A spingere alla ricerca di nuove case sono l’inadeguate­zza di gran parte del patrimonio immobiliar­e italiano, ma anche la percezione di sicurezza del mattone e i tassi di interesse sui mutui a livelli ancora molto bassi.

Fondamenta­le è l’accesso al credito, meno importante la dinamica dei prezzi. I valori al metro quadro sono fermi e in via di stabilizza­zione, e salgono solo in qualche realtà particolar­mente interessan­te.

« L’approccio tutto sommato espansivo che le banche continuano a mantenere nei confronti delle richieste di mutuo favorisce l’accessibil­ità al bene casa, anche in presenza di una contrazion­e dei valori fin qui davvero modesta se non addirittur­a assente - dice Dondi -. I nuovi finanziame­nti hanno evidenziat­o un’esuberanza sorprenden­te. Se si sia trattato di un azzardo destinato a tradursi in un aumento di incagli e sofferenze, sarà solo l’evoluzione economica dei prossimi mesi a decretarlo, quello che però appare evidente è la ricerca di un impiego redditizio dell’ingente liquidità presente nel sistema » .

Sul fronte corporate persiste l’interesse dei grandi investitor­i verso il residenzia­le. Ma Dondi mette in guardia dalle difficoltà della gestione di asset abitativi su larga scala in Italia e dalla mancata rimozione di vecchie regole che poco tutelano la proprietà.

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