L’INCONTRO BIDEN- PUTIN FA RIPARTIRE IL DIALOGO USA- RUSSIA
Il summit. I leader: « Incontro costruttivo » . Al via negoziati su disarmo e cybersicurezza. Tornano a Mosca e Washington i rispettivi ambasciatori
Missione compiuta, a Ginevra: anche se non lo si può dire insieme. La versione dei fatti di Vladimir Putin e di Joe Biden, espressa separatamente alla stampa, tradisce le diverse priorità e le distanze che non potevano svanire in un pomeriggio. Eppure, riferendo del loro primo incontro, il presidente russo e quello americano hanno tenuto in mano un fragile filo tessuto in poche ore, determinati a proseguire il lavoro: « Abbiamo una prospettiva reale di migliorare le relazioni con la Russia » , ha osservato Biden nelle proprie conclusioni.
Putin ha parlato per primo ai giornalisti - russi e stranieri - accreditati al Cremlino. Ha definito il “faccia a faccia” con Biden « costruttivo, non ostile, concreto » . Ha parlato con rispetto del proprio interlocutore, scrollando le insinuazioni del passato. Ha annunciato il rapido ritorno nelle rispettive sedi dei due ambasciatori, Anatolij Antonov e John Sullivan, richiamati a Mosca e Washington nei mesi scorsi; ha citato i gruppi di lavoro incaricati di lavorare sui vari dossier, a partire da disarmo e sicurezza informatica.
Russi e americani riprenderanno i negoziati sul controllo degli armamenti nucleari. In sintesi, ha riferito Putin, a Ginevra è stato espresso « il desiderio comune di capirsi e di cercare la strada per riavvicinare le posizioni » .
« Ho fatto quello che ero venuto a fare - ha spiegato poco dopo Biden, nella sua conferenza stampa -. Primo: identificare gli ambiti di lavoro pratico che i nostri due Paesi possono svolgere per far progredire gli interessi reciproci, traendone beneficio per il mondo. Secondo: comunicare direttamente che gli Stati Uniti risponderanno alle azioni che scuotono i nostri interessi vitali o quelli dei nostri alleati. Terzo: chiarire le priorità del nostro Paese e i nostri valori, perché li ascoltasse direttamente da me » . E devo dirvi, ha proseguito il presidente americano, degli incontri « che è stato il tono buono, dell’insieme positivo. Non ci sono state frizioni » .
« Biden l’ha invitata alla Casa Bianca? » , hanno chiesto a Putin. « Per queste cose devono esistere le condizioni » , ha risposto il presidente russo. Non sembrava deluso: Putin sorrideva mentre raccontava degli accenni che Biden aveva condiviso con lui sulla madre e la famiglia. « Parliamo la stessa lingua » , ha spiegato. È soltanto il primo passo: il presidente russo ha parlato di un « bagliore di speranza » sul rafforzamento della fiducia reciproca.
Vediamo, ha risposto a distanza Biden. Sui temi più spinosi infatti, dall’Ucraina alla repressione dell’opposizione in Russia, i punti di vista sono rimasti molto lontani. Putin lo ha chiarito subito, al termine del confronto, ansioso di prolungare il proprio momento sotto i riflettori internazionali. Il presidente russo ha dato personalmente la parola a molti più giornalisti del previsto, brillante e ironico. Ma per nulla disposto a compromessi. Putin è tornato all’attacco degli Stati Uniti quando ha rilanciato le accuse su interferenze e cyberattacchi, o quando ha ripetuto le sue risposte standard sul destino di Navalny ( « aveva infranto la legge ed è tornato in Russia consapevole di quello che sarebbe successo » ) , sull’impasse in cui sono finiti ( per colpa dell’Ucraina, secondo Putin) gli accordi di Minsk per il Donbass o sull’imprevedibilità delle azioni russe sul palcoscenico internazionale: « Forse è prevedibile quello che hanno fatto gli Usa ritirandosi dai trattati sulla difesa spaziale? » . Il tempo dirà se l’incontro di Ginevra potrà cambiare le cose. « È sempre meglio vedersi di persona » , ha detto Biden a Putin arrivando a Villa La Grange. La missione da compiere era spezzare il circolo vizioso che negli ultimi anni ha creato tra Mosca e l’Occidente una catena senza fine di aggressioni, ostilità, violazioni di impegni presi e norme internazionali, incomprensioni, sanzioni e controsanzioni. Gli incontri, in formato ristretto e allargato, sono durati meno del previsto, in tutto tre ore e mezza. Non erano previste cene, conferenze stampa congiunte, documenti: le aspettative non erano alte. Eppure, quando già i due leader stavano decollando verso casa, Casa Bianca e Cremlino hanno diffuso una dichiarazione comune: « Riaffermiamo il principio che una guerra nucleare non può essere vinta e non deve mai essere combattuta » . Un primo risultato dal summit di Ginevra.