Dl Sostegni bis: 680 milioni per la nuova Sabatini
Le risorse per i correttivi in arrivo. Franco: ripresa più forte. Giorgetti: positivo su Pil
Il rifinanziamento della Nuova Sabatini si candida ad assorbire una fetta importante delle risorse degli emendamenti al decreto sostegnibis ora alla Camera.
Nelle riunioni al ministero dello Sviluppo economico è stato ipotizzato un rifinanziamento da 680 milioni, necessario a riaprire lo sportello delle assegnazioni chiuso il 2 giugno scorso e destinato a tradursi in un emendamento da far rientrare nel gruppo di testa dei correttivi per l’approvazione. In prima linea c’è anche una nuova tornata di incentivi alla rottamazione delle auto; le prime cifre per questa misura viaggiano fra i 400 milioni e il mezzo miliardo, ma in discussione ci sono anche i confini dell’incentivo che per la Lega dovrebbero estendersi anche all’usato ( ovviamente se rientrano nei parametri ambientali) per allargare il bonus anche a chi non ha le disponibilità da dedicare a un’auto nuova. Nel pacchetto rientra anche il possibile aumento della deducibilità dellle auto aziendali. Sul tavolo c’è poi la decontribuzione per le assunzioni nel turismo, che aiuterebbe i datori di lavoro a offrire contratti più concorrenziali rispetto all’indennità degli stagionali e al reddito di cittadinanza, chiudendo il dibattito sui giovani alle prese con il dilemma fra divano e lavoro.
L’agenda prevede poi un ampliamento del fondo da mezzo miliardo per i Comuni a rischio default, che nella versione ( e nella dotazione) prevista dal decreto originario offre un aiuto parziale a 380 dei 1.400 interessati dal problema ( 800 dei quali a concreto rischio dissesto). E, naturalmente, i rinvii fiscali su cui ieri è tornato a battere anche il leader della Lega Matteo Salvini.
L’elenco delle misure su cui il Parlamento vuol dire la sua supera di slancio gli 800 milioni che il decreto ha riservato agli interventi delle Camere. Ma i relatori in commissione Bilancio alla Camera, Massimo Bitonci della Lega e Giuseppe Buompane dei Cinque Stelle, lavorano su un orizzonte decisamente più ampio. Ad allargarlo ci sono i risparmi sugli aiuti a fondo perduto legati ai cali di fatturato fra 2019 e 2020. La spesa effettiva dovrebbe fermarsi intorno ai 6 miliardi come indicato dal ministro dell’Economia Daniele Franco ( Sole 24 Ore dell’ 8 giugno), generando un extra da due miliardi che andrebbe poi moltiplicato considerando le risorse non utilizzate nel primo giro dei sostegni. La benzina per gli interventi parlamentari, dunque, punta a superare i 6 miliardi, dando almeno alla Camera un ruolo di peso inedito nella lunga trafila dei decreti emergenziali. Una quota di quei fondi è già indirizzata all’allargamento della platea degli aiuti alle imprese con ricavi o compensi 2019 fra 10 e 15 milioni. I numeri puntuali sono attesi a giorni con il consuntivo delle due tornate di sostegni automatici. Con quei dati, prenderà una forma definitiva anche l’elenco degli emendamenti.
In commissione Bilancio ci si sta però portando avanti, con la decisione di ridurre a circa 400 gli emendamenti segnalati fra i 3mila sopravvissuti agli esami di ammissibilità. E con la richiesta al governo di mantenere nei confini del provvedimento tutte le risorse che tornano disponibili. In campo fiscale la partita parlamentare si gioca soprattutto sulla nuova proroga del congelamento delle cartelle. La Lega chiede di fermare la macchina della riscossione fino a fine anno, ma un compromesso dovrebbe spostare la data di riavvio al 30 settembre. Alla stessa data si punta per il rinvio dei versamenti del 30 giugno. Ma il Mef studia anche un rinvio breve al 20 luglio. L’obiettivo dei partiti è quello di evitare di chiamare i contribuenti alla cassa mentre muove i primi passi una ripresa che, come confermato ieri da Franco e dal titolare dello Sviluppo economico Giorgetti, punta oltre il 4,5% fissato come obiettivo dal governo prima che emergessero i dati a sorpresa già positivi nel primo trimestre.