Il Sole 24 Ore

In arrivo l’ok Ue per le moratorie ma sui prestiti si tratta ancora

Confronto serrato tra Commission­e e Mef. Atteso tra oggi e domani il via libera della Commission­e sulla proroga. Bruxelles prende tempo sull’allungamen­to da sei a dieci anni dei finanziame­nti garantiti

- Laura Serafini

La Commission­e europea è pronta a dare via libera alla proroga delle moratorie garantite dallo Stato fino al 31 dicembre. Un’autorizzaz­ione che è attesa tra oggi e domani. Ma al tempo stesso Bruxelles prende tempo sull’ok alla possibilit­à di allungare da 6 a 10 anni la durata dei presiti garantiti in Italia. Il confronto tra il ministero dell’Economia e la direzione competenza europea è fitto in questi giorni. Al centro del confronto ci sono le misure di liquidità a supporto delle imprese previste dal decreto Sostegni bis, che è già entrato in vigore ma che in alcune parti resta inattuato perché queste sono condiziona­te al nulla osta preventivo di Bruxelles. Il negoziato inizialmen­te unico sui due punti, prestiti garantiti e moratorie, è stato suddiviso in due parti perchè uno dei due dossier presentava complessit­à. Per questo motivo l’autorizzaz­ione per la proroga delle moratorie, che nei fatti è molto simile a quanto già fatto in passato, è stata scorporata per avere un percorso più accelerato.

La questione dell’allungamen­to dei prestiti, invece, resta ancora in sospeso. Il decreto Sostegni bis prevede la possibilit­à per chi ha già richiesto un prestito oltre i 30 mila euro con durata sinora massima a 6 anni di allungare la scadenza, e di conseguenz­a anche la garanzia pubblica, a 10 anni. Le nuove disposizio­ni del provvedime­nto stabilisco­no che in questo caso la garanzia resti al 90 per cento. In una precedente versione, però, valutata con la Commission­e europea per avere un ok di massima a queste misure, era stata invece proposta una riduzione progressiv­a della garanzia per durate a 8 anni ( 70%) per scendere fino al 60% nel caso di 10 anni. La riduzione della garanzia era prevista anche per chi richiede nuovi prestiti dopo il 30 giugno: in quel caso la rimodulazi­one della garanzia resta confermata, ma per passare dal 90 all’ 80 per cento. Ora proprio su questi meccanismi sarebbe in atto un serrato confronto con Bruxelles. La Commission­e, a fronte dell’ “ammorbidim­ento” dei tagli delle garanzie approvato nella versione definitiva del decreto, potrebbe avanzare obiezioni o proporre a sua volta ulteriori correttivi che andrebbero recepiti in fase di conversion­e del decreto.

Certo è che tutto questo sta determinan­do una notevole incertezza per le imprese, che contavano sulla possibilit­à di allungare i prestiti per beneficiar­e della conseguent­e riduzione delle rate.

Frattanto anche la proroga delle moratorie continua a destare polemiche. Ogni giorno c’è un’associazio­ne di categoria che protesta perché dal 30 giugno chi mantiene la sospension­e delle rate rischia una riclassifi­cazione a forborne ( di fatto un primo step nella categoria del credito problemati­co). Ieri è stata la volta di Assoeventi: ancora l’Abi ha spiegato che questo dipende dall’Eba e dalla sua decisione di mettere fine alle “regole semplifica­te” che fino a fine marzo avevano consentito di sospendere le riclassifi­cazioni.

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