Tecnologia in volo Dall’agricoltura al soccorso, sempre più droni nei cieli
In Italia su 700 imprese censite dal Politecnico di Milano, solo il 7% ha dovuto ridurre il personale. Buone le prospettive di crescita: infrastrutture, colture, supporto alla produzione
Fino a poco più di un decennio fa, quando hanno cominciato a essere venduti al pubblico come giocattoli evoluti, i droni erano qualcosa di misterioso per la maggior parte delle persone. Si sapeva che erano molto utilizzati in ambito militare, ma poco di più, perché nessuna forza aerea del mondo ha mai amato raccontare al pubblico le performance delle sue armi o dei suoi strumenti di ricognizione.
Oggi le cose non stanno più così. I droni ( quelli aerei, perché esistono anche quelli sottomarini) hanno assunto molte forme e dimensioni, al punto che oggi vengono preferibilmente definiti Uav ( Unmanned aerial vehicles) o Uas ( Unmanned aerial systems). Cioè, in sostanza, veicoli o sistemi volanti senza pilota. Un termine generico che ricomprende al suo interno sia i velivoli ad ala, varianti in miniatura degli aeroplani, sia quelli elettrici multirotore. Strumenti non più per divertirsi ma per creare business in molti scenari dalla sorveglianza al monitoraggio ambientale o agricolo, dal supporto ai soccorsi in caso di emergenza al contrasto al crimine.
Spinti da questi nuovi utilizzi i droni si sono moltiplicati a dismisura. Secondo le stime della società di analisi Insider Intelligence nel 2021 se ne venderanno circa 30 milioni e il loro mercato raggiungerà un valore di 64 miliardi di dollari entro il 2025. Una proliferazione che ha spinto l’Unione Europea a introdurre da quest'anno una nuova regolamentazione continentale, sottratta alle varie autorità nazionali e demandata alla Easa, European Union Aviation Safety Agency. La normativa abolisce la vecchia distinzione tra droni per uso ricreativo e professionale e pone come discriminante principale il peso. Tutti quelli pesanti più di 250 grammi devono essere registrati, attraverso una piattaforma online, d- flight. it, creata e gestita dall’omonima società del gruppo Enav, responsabile della gestione del traffico aereo civile in Italia.
Allo stesso modo, i droni devono essere dotati di un transponder per trasmettere durante il volo i dati identificativi del velivolo, la posizione e la rotta. Il tutto in vista di un prossimo futuro in cui questi velivo
La tedesca Volocopter ha annunciato l’avvio del servizio passeggeri a Parigi per le Olimpiadi del 2024
li saranno ovunque nelle nostre città, per consegnare pacchi, cibi o medicine, tenere sotto controllo gli incroci o le aree pericolose e, qualcuno ipotizza, perfino come dispositivi personali, in grado di volare sopra di noi, mostrarci la strada da percorrere, sorvegliarci e realizzare foto o video delle cose che ci piacciono.
In Italia, secondo i dati più aggiornati dell’Osservatorio Droni del Politecnico di Milano, parliamo di un giro d’affari di 73 milioni di euro nel 2020, contrattosi del 38% rispetto ai 117 milioni del 2019. Ma nonostante la battuta d'arresto, le aspettative degli operatori restano alte e le prospettive di crescita sono molto buone. Nel nostro Paese sono circa 700, secondo l'Osservatorio, le imprese attive a vario titolo nel settore, di cui solo il 7% ha dovuto ridurre il personale.
Il mercato pare dunque destinato a crescere, ma quali saranno le applicazioni più interessanti? Un tema è quello dell'agricoltura 4.0. Stanno per esempio nascendo le aziende, come Conti Airlines nell'Alessandrino o Droinwork di Todi ( Perugia), che impiegano droni leggeri attrezzati con camere multispettrali e sensori termici per valutare la salute delle singole piante, per esempio in un frutteto o in un vigneto, e anche capaci di effettuare trattamenti selettivi.
Ma i droni possono rendersi utili anche nel monitoraggio di infrastrutture oppure lavorare a supporto di attività produttive. Il tema è da tempo all'attenzione dell'Unione Europea, che lo aveva incluso in una delle tre sfide su cui era articolato il progetto di ricerca EuRoC, una challenge robotica conclusasi nel giugno 2018. Nell'occasione erano stati selezionati progetti per l'impiego di droni autonomi per controllare i piloni di un viadotto in Svizzera e per trasportare componenti leggeri e di piccole dimensioni all'interno di un impianto di produzione di Airbus. EuRoC era stato coordinato da un consorzio di università italiane guidato dalla Federico II di Napoli, che nel suo Prisma Lab sviluppa nuovi concetti di droni in grado anche di compiere operazioni di manipolazione in volo, condurre analisi ambientali o semplicemente controllare strutture come dighe e torri eoliche.
Nel frattempo l'impiego di tecnologie come l'intelligenza artificiale e le telecamere a eventi sta trasformando, almeno in laboratorio, le prestazioni dei droni, rendendoli sempre più efficienti e capaci di volare in autonomia. Tra i centri di ricerca più avanzati del mondo in questo campo, il Robotics Perception Group dell'Università di Zurigo è diretto da uno scienziato italiano, Davide Scaramuzza. Che spiega: « Uno dei limiti dei multicotteri è la durata delle batterie, che hanno un'autonomia tra 20 e 30 minuti. Per ovviare al limite, una soluzione è farli volare più veloci, in modo da coprire un'area più vasta nello stesso tempo » . Velocità richiede anche maggiore rapidità nel reagire a eventuali imprevisti. Da qui lo sviluppo di sensori e di un'intelligenza che permette ai nuovi droni di schivare ostacoli improvvisi e di infilarsi a gran velocità anche in passaggi molto stretti. Gli impieghi? Per esempio in operazioni di soccorso o di ricerca in cui il tempo diventa una variabile fondamentale.
E poi ci saranno anche “droni” molto più grandi, come i Vtol, veicoli a decollo verticale, per il trasporto passeggeri. Taxi volanti il cui sviluppo procede spedito, al punto che a Dubai sono già stati effettuati test di volo in condizioni operative. Mentre uno dei più importanti sviluppatori, la tedesca Volocopter, ha annunciato l'avvio di un servizio passeggeri a Parigi per le Olimpiadi del 2024. Per rendere possibili servizi di questo tipo serviranno potenti strumenti di controllo e infrastrutture, i vertiporti, che fungeranno da stazioni d'imbarco. E anche in questo settore l'Italia non sta a guardare. Il progetto SkyGate, lanciato a Torino, si prefigge, per esempio, di sviluppare un modello di nuova viabilità aerea applicabile non solo nel capoluogo piemontese, ma anche a livello internazionale.