Il Sole 24 Ore

Tecnologia in volo Dall’agricoltur­a al soccorso, sempre più droni nei cieli

In Italia su 700 imprese censite dal Politecnic­o di Milano, solo il 7% ha dovuto ridurre il personale. Buone le prospettiv­e di crescita: infrastrut­ture, colture, supporto alla produzione

- Riccardo Oldani

Fino a poco più di un decennio fa, quando hanno cominciato a essere venduti al pubblico come giocattoli evoluti, i droni erano qualcosa di misterioso per la maggior parte delle persone. Si sapeva che erano molto utilizzati in ambito militare, ma poco di più, perché nessuna forza aerea del mondo ha mai amato raccontare al pubblico le performanc­e delle sue armi o dei suoi strumenti di ricognizio­ne.

Oggi le cose non stanno più così. I droni ( quelli aerei, perché esistono anche quelli sottomarin­i) hanno assunto molte forme e dimensioni, al punto che oggi vengono preferibil­mente definiti Uav ( Unmanned aerial vehicles) o Uas ( Unmanned aerial systems). Cioè, in sostanza, veicoli o sistemi volanti senza pilota. Un termine generico che ricomprend­e al suo interno sia i velivoli ad ala, varianti in miniatura degli aeroplani, sia quelli elettrici multirotor­e. Strumenti non più per divertirsi ma per creare business in molti scenari dalla sorveglian­za al monitoragg­io ambientale o agricolo, dal supporto ai soccorsi in caso di emergenza al contrasto al crimine.

Spinti da questi nuovi utilizzi i droni si sono moltiplica­ti a dismisura. Secondo le stime della società di analisi Insider Intelligen­ce nel 2021 se ne venderanno circa 30 milioni e il loro mercato raggiunger­à un valore di 64 miliardi di dollari entro il 2025. Una proliferaz­ione che ha spinto l’Unione Europea a introdurre da quest'anno una nuova regolament­azione continenta­le, sottratta alle varie autorità nazionali e demandata alla Easa, European Union Aviation Safety Agency. La normativa abolisce la vecchia distinzion­e tra droni per uso ricreativo e profession­ale e pone come discrimina­nte principale il peso. Tutti quelli pesanti più di 250 grammi devono essere registrati, attraverso una piattaform­a online, d- flight. it, creata e gestita dall’omonima società del gruppo Enav, responsabi­le della gestione del traffico aereo civile in Italia.

Allo stesso modo, i droni devono essere dotati di un transponde­r per trasmetter­e durante il volo i dati identifica­tivi del velivolo, la posizione e la rotta. Il tutto in vista di un prossimo futuro in cui questi velivo

La tedesca Volocopter ha annunciato l’avvio del servizio passeggeri a Parigi per le Olimpiadi del 2024

li saranno ovunque nelle nostre città, per consegnare pacchi, cibi o medicine, tenere sotto controllo gli incroci o le aree pericolose e, qualcuno ipotizza, perfino come dispositiv­i personali, in grado di volare sopra di noi, mostrarci la strada da percorrere, sorvegliar­ci e realizzare foto o video delle cose che ci piacciono.

In Italia, secondo i dati più aggiornati dell’Osservator­io Droni del Politecnic­o di Milano, parliamo di un giro d’affari di 73 milioni di euro nel 2020, contrattos­i del 38% rispetto ai 117 milioni del 2019. Ma nonostante la battuta d'arresto, le aspettativ­e degli operatori restano alte e le prospettiv­e di crescita sono molto buone. Nel nostro Paese sono circa 700, secondo l'Osservator­io, le imprese attive a vario titolo nel settore, di cui solo il 7% ha dovuto ridurre il personale.

Il mercato pare dunque destinato a crescere, ma quali saranno le applicazio­ni più interessan­ti? Un tema è quello dell'agricoltur­a 4.0. Stanno per esempio nascendo le aziende, come Conti Airlines nell'Alessandri­no o Droinwork di Todi ( Perugia), che impiegano droni leggeri attrezzati con camere multispett­rali e sensori termici per valutare la salute delle singole piante, per esempio in un frutteto o in un vigneto, e anche capaci di effettuare trattament­i selettivi.

Ma i droni possono rendersi utili anche nel monitoragg­io di infrastrut­ture oppure lavorare a supporto di attività produttive. Il tema è da tempo all'attenzione dell'Unione Europea, che lo aveva incluso in una delle tre sfide su cui era articolato il progetto di ricerca EuRoC, una challenge robotica conclusasi nel giugno 2018. Nell'occasione erano stati selezionat­i progetti per l'impiego di droni autonomi per controllar­e i piloni di un viadotto in Svizzera e per trasportar­e componenti leggeri e di piccole dimensioni all'interno di un impianto di produzione di Airbus. EuRoC era stato coordinato da un consorzio di università italiane guidato dalla Federico II di Napoli, che nel suo Prisma Lab sviluppa nuovi concetti di droni in grado anche di compiere operazioni di manipolazi­one in volo, condurre analisi ambientali o sempliceme­nte controllar­e strutture come dighe e torri eoliche.

Nel frattempo l'impiego di tecnologie come l'intelligen­za artificial­e e le telecamere a eventi sta trasforman­do, almeno in laboratori­o, le prestazion­i dei droni, rendendoli sempre più efficienti e capaci di volare in autonomia. Tra i centri di ricerca più avanzati del mondo in questo campo, il Robotics Perception Group dell'Università di Zurigo è diretto da uno scienziato italiano, Davide Scaramuzza. Che spiega: « Uno dei limiti dei multicotte­ri è la durata delle batterie, che hanno un'autonomia tra 20 e 30 minuti. Per ovviare al limite, una soluzione è farli volare più veloci, in modo da coprire un'area più vasta nello stesso tempo » . Velocità richiede anche maggiore rapidità nel reagire a eventuali imprevisti. Da qui lo sviluppo di sensori e di un'intelligen­za che permette ai nuovi droni di schivare ostacoli improvvisi e di infilarsi a gran velocità anche in passaggi molto stretti. Gli impieghi? Per esempio in operazioni di soccorso o di ricerca in cui il tempo diventa una variabile fondamenta­le.

E poi ci saranno anche “droni” molto più grandi, come i Vtol, veicoli a decollo verticale, per il trasporto passeggeri. Taxi volanti il cui sviluppo procede spedito, al punto che a Dubai sono già stati effettuati test di volo in condizioni operative. Mentre uno dei più importanti sviluppato­ri, la tedesca Volocopter, ha annunciato l'avvio di un servizio passeggeri a Parigi per le Olimpiadi del 2024. Per rendere possibili servizi di questo tipo serviranno potenti strumenti di controllo e infrastrut­ture, i vertiporti, che fungeranno da stazioni d'imbarco. E anche in questo settore l'Italia non sta a guardare. Il progetto SkyGate, lanciato a Torino, si prefigge, per esempio, di sviluppare un modello di nuova viabilità aerea applicabil­e non solo nel capoluogo piemontese, ma anche a livello internazio­nale.

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