Risposte secche e aperture, così i Ventisette cercano un nuovo corso con Mosca
Borrell: rapporti al minimo storico, ma bisogna trovare un modus vivendi
Nel doppio tentativo di assicurare l’unità dei Ventisette e al tempo stesso trovare un modus vivendi con la Russia, la Commissione europea ha presentato ieri qui a Bruxelles una relazione tutta dedicata al rapporto dell’Unione europea con Mosca. A conferma di quanto l’esercizio possa essere difficile, la comunicazione non prende posizione sul progetto di gasdotto Nord Stream II che in questi ultimi anni è stato fonte di imbarazzo tra i Ventisette.
In una conferenza stampa, l’Alto Rappresentante per la Politica estera e di Sicurezza Josep Borrell, ha riassunto con tre verbi l’atteggiamento che l’Unione europea dovrebbe avere nei confronti della Russia: si tratta a seconda dei casi di rispondere, costringere e dialogare ( in inglese, rispettivamente push back, constrain and engage). Come lunedì il segretario generale della Nato, ieri anche Josep Borrell ha osservato che il rapporto con Mosca è « ai livelli più bassi » .
La relazione, che fu chiesta a suo tempo dai Ventisette, sarà discussa dai capi di Stato e di governo nel loro vertice del 24- 25 giugno. « Se gli Stati membri faranno proprie queste raccomandazioni, dovranno rispettarle ed evitare che la Russia ci divida » , ha detto l’Alto Rappresentante. In questo senso, l’iniziativa ha due obiettivi: gestire il rapporto con Mosca, ma anche dare ai Ventisette un quadro d’azione che tutti condividano e che possa garantire la coesione dei paesi membri.
Il rapporto tra Mosca e Bruxelles è andato via via peggiorando nell’ultimo decennio, sulla scia dell’annessione della Crimea da parte della Russia nel 2014, dopo che sia la Nato che l’Unione si sono allargate, minacciosamente agli occhi del Cremlino, fino a raggiungere i confini russi. Nel contempo, nella sua relazione, la Commissione europea sottolinea come in Russia si registri una « crescente repressione politica » , ricordando le diverse sanzioni europee contro Mosca.
Bruxelles propone quindi di rispondere a ogni azione contraria ai diritti umani, di contrastare eventuali minacce anche informatiche, di dialogare sul clima e con la società civile. Spiegava un funzionario europeo nei giorni scorsi: « Dobbiamo trovare un approccio più articolato che ci permetta di gestire questo rapporto (...) Durante l’ultimo summit europeo, al netto dei diversi punti di vista, tutti i paesi erano consapevoli di come sia necessario mettere a punto un modus vivendi » .
Nella relazione si accenna alla profonda collaborazione economica. Non si parla però di Nord Stream 2, il gasdotto voluto dalla Germania ma contrastato da altri paesi europei e dagli Stati Uniti. Interpellato sulla vicenda durante la conferenza stampa di ieri, l’Alto Rappresentante ha risposto: « Nord Stream 2 non è stato voluto dall’Unione europea. Nord Stream 2 non è un progetto dell’Unione europea. Non è finanziato dall’Unione europea. È un progetto tedesco » .