In povertà assoluta 5,6 milioni Crescita record nell’anno Covid
Nel 2020 una condizione che ha riguardato due milioni di famiglie ( il 7,7%) e 1,3 milioni di minori ( 13,5%). Incidenza più alta al Sud ma l’aumento maggiore è al Nord che sale dal 5,8 al 7,6%
Cresce la povertà in Italia. Nel 2020, segnato da una forte contrazione dell'economia per la pandemia, sono risultate in condizione di povertà assoluta oltre due milioni di famiglie ( 7,7% del totale in crescita dal 6,4% del 2019, quando erano 1,7 milioni), per complessivi 5,6 milioni di persone ( al 9,4% dal 7,7%). Il dato è comunicato dall’Istat che rileva come dopo il miglioramento del 2019, nell’anno dell’esplosione del Covid- 19 la povertà assoluta aumenta raggiungendo il livello più elevato dal 2005, inizio delle serie storiche. Per quanto riguarda la povertà relativa, le famiglie sotto la soglia sono poco più di 2,6 milioni ( 10,1%, da 11,4% del 2019). Da ricordare che quando si parla di “povertà assoluta” si fa riferimento alla sopravvivenza, cioè al livello di vita ritenuto minimo indispensabile. La povertà relativa è appunto “relativa” agli standard di vita prevalenti all’interno di una data comunità.
Un dato è particolarmente allarmante: la povertà assoluta nel 2020 ha riguardato oltre 1,3 milioni di minori con una percentuale del 13,5% ( erano 1 milione 137mila nel 2019, 11,4%). Le famiglie con minori in povertà assoluta sono oltre 767mila, con un'incidenza dell' 11,9% ( 9,7% nel 2019). Per la povertà assoluta individuale la crescita complessiva è stata minore ( da 7,7% al 9,4%).
‘ Raggiunto il livello più elevato dall’inizio delle rilevazioni nel 2005 Il tasso tra i cittadini stranieri al 29,3%
Il tasso di povertà assoluta familiare nel 2020 è cresciuto al 7,7% dal 6,4% del 2019. Inoltre nel 2020, l’incidenza delle famiglie in povertà assoluta si conferma più alta nel Mezzogiorno ( 9,4%, da 8,6%), ma la crescita più ampia si registra nel Nord dove la povertà familiare sale al 7,6% dal 5,8% del 2019. Tale dinamica fa sì che, se nel 2019 le famiglie povere in Italia erano distribuite quasi in egual misura al Nord ( 43,4%) e nel Mezzogiorno ( 42,2%), nel 2020 arrivano al 47% al Nord contro il 38,6% del Mezzogiorno, con una differenza in valore assoluto di 167mila famiglie.
L’incidenza della povertà assoluta tra i cittadini stranieri residenti è pari al 29,3%, contro il 26,9% nel 2019. L’Istat sottolinea anche che il valore dell’intensità della povertà assoluta - che misura appunto in termini percentuali quanto la spesa mensile delle famiglie povere è in media al di sotto della linea di povertà ( cioè “quanto poveri sono i poveri”) - registra « una riduzione ( dal 20,3% al 18,7%) in tutte le ripartizioni geografiche. Tale dinamica è frutto anche delle misure messe in campo a sostegno dei cittadini ( reddito di cittadinanza, reddito di emergenza, estensione della Cig, ecc.) che hanno consentito alle famiglie in difficoltà economica - sia quelle scivolate sotto la soglia di povertà nel 2020, sia quelle che erano già povere - di mantenere una spesa per consumi non molto distante dalla soglia di povertà » .
Infine un dato immobiliare: le oltre 866mila famiglie povere in affitto rappresentano il 43,1% di tutte le famiglie povere, a fronte di una quota di famiglie in affitto del 18,3% sul totale delle famiglie residenti.