Mattarella va da Macron con lo sguardo sul futuro Ue
Visita di Stato dal 4 al 6 luglio a Parigi dopo le tappe europee di Biden
Sarà la prima visita di Stato da quando è nato il Governo Draghi e si svolgerà a Parigi dove Mattarella avrà una serie di incontri istituzionali che dureranno due giorni. Nonostante il viaggio fosse stato programmato da un po’, finisce per cadere proprio dopo le tappe di Biden in Europa e dunque assume una rilevanza particolare. Una serie di linee, infatti, sono state tracciate in quei summit a partire da un ritorno del rapporto tra Ue e Stati Uniti - o meglio l’inizio di un ritorno ancora da sviluppare - fino alle relazioni con la Cina e la Russia, al fronte con la Libia e la questione irrisolta dell’immigrazione. Tra l’altro, prima della partenza, ci sarà occasione di uno scambio di opinioni tra Mattarella e Draghi visto che la prossima settimana il premier sarà al Quirinale per il consueto pranzo alla vigilia del Consiglio Ue.
Di certo questa visita in Francia segna anche un ruolo diverso di Mattarella. Nel senso che in anni passati, subito dopo il governo giallo- verde, il peso del capo dello Stato in politica estera è stato talvolta determinante. E non solo quando si trattò di gestire la trattativa con Bruxelles con la prima legge di bilancio – l’Esecutivo del tempo spingeva per forzare le regole sul deficit – ma
Riflessioni sugli sviluppi del Piano di aiuti europei e sulle prospettive del Patto di stabilità
soprattutto quando dovette ricucire uno strappo diplomatico proprio con Macron dopo il sostegno di Luigi Di Maio ai gilet gialli. Si arrivò al ritiro degli ambasciatori da parte di Parigi, poi la mediazione del Quirinale aiutò a superare quella ferita. Già con il governo Conte II il clima era cambiato, soprattutto sul fronte dell’europeismo, e ora con l’insediamento di Draghi c’è un totale allineamento sulle posizioni in politica estera.
Nell’incontro - il 5 luglio - con Macron prevarranno le riflessioni sulle prospettive europee inclusa l’ipotesi – di cui si discute – di rendere più strutturale il Piano di aiuti europei. Proprio due giorni fa c’è stata la prima emissione di debito in comune e l’ambizioso obiettivo – in prima linea c’è proprio Macron – di rendere l’Europa più autonoma sul fronte energetico e delle tecnologie, richiederebbe un secondo tempo di misure. Le prospettive dell’Unione sono però legate ai leader, ai risultati elettorali e già in autunno ci sarà il voto tedesco, poi il prossimo anno quello francese e – nel mezzo – le elezioni del nuovo presidente italiano. Anche questo non sfuggirà alla discussione visto che dalle cancellerie europee circola già una parola chiave, “continuità”, quando si parla degli impegni che il Governo Draghi deve portare a termine sul Recovery e i cui risultati saranno un elemento determinante nella discussione se rinnovare il Next Generation Eu e se dare nuove regole al Patto di stabilità ora sospeso. Una continuità italiana su cui la Francia pensa anche di poter ribilanciare il rapporto con la Germania.