Gse, attesi 2 miliardi di proventi nel 2021 dalle aste per la CO2
Il 50% del ricavato servirà a sostenere progetti per la sostenibilità
Oltre 2 miliardi di proventi nel 2021 e che, come stabilisce il decreto legislativo 47 del 2020, saranno “girati” allo Stato per poter essere reinvestiti in progetti per la sostenibilità. È questa la stima del Gestore dei servizi energetici ( Gse) sui risultati attesi a fine anno dalle “aste verdi” per la CO2 che saranno evidenziati oggi dal presidente Francesco Vetrò nel corso del convegno “Transizione energetica: un’opportunità per generare valore condiviso”, al quale parteciperanno, tra gli altri, il delegato per la transizione energetica di Confindustria Aurelio Regina, l’ex ministro dell’Economia Giovanni Tria, l’ad di A2A Renato Mazzoncini, il presidente della Fondazione Compagnia San Paolo e dell’Acri Francesco Profumo e il numero uno dell’Istituto Europeo Esg Luca Dal Fabbro.
Un dato che, ribadirà oggi Vetrò, conferma il sostegno assicurato dalla controllata del Mef alla promozione della sostenibilità, a favore della quale, come emerso anche dal Rapporto attività 2020, il Gse ha destinato oltre 15 miliardi di euro lo scorso anno. E le aste verdi per la CO2 rappresentano un ulteriore contributo in tal senso: le aste per la CO2, come noto, sono il meccanismo di assegnazione delle quote di emissioni valide per adempiere agli obblighi del cosiddetto European Union Emissions Trading Scheme ( Eu Ets). In sostanza, viene fissato un tetto alla quantità totale di alcuni gas serra che possono essere emessi dagli impianti inclusi nel sistema ed, entro quella asticella, le imprese ricevono o acquistano quote di emissione che, eventualmente, possono anche scambiare. Le aste sono utilizzate al fine di collocare il 50% delle European Union Allowances ( Eua) per adempiere agli obblighi di compensazione delle emissioni di tutti gli operatori Ets, nonché il 15% delle European Union Allowances Aviation ( Eua A) che sono invece usate solo dagli operatori aerei. A oggi sono tre le piattaforme operative su cui si svolgono le aste: quella che raccoglie le quote di proprietà dei 25 Stati membri è la Cap2, le altre due sono la EEX- De che colloca le quote della Germania e la Ice Uk che si occupa delle quote inglesi.
Il Gse entra in gioco in questa partita in quanto è il responsabile del collocamento delle quote di emissioni italiane sulla piattaforma comune europea. E proprio sul sito della società è possibile verificare il bilancio aggiornato delle aste verdi per la CO2: al 10 giugno, ultimo dato disponibile, il contatore segnava oltre 977 milioni di proventi per l’Italia, dietro la Polonia, a 2,1 miliardi, e la Germania con 1,9 miliardi di ricavi, ma davanti alla Spagna, con 950 milioni, e alla Francia ferma a 569 milioni. Ed è un numero destinato a crescere nei prossimi mesi e che, come spiegherà il presidente Vetrò, dovrebbe superare quota 2 miliardi entro fine anno, ben al di sopra del risultato 2020, fotografato dal Rapporto attività, e pari a 1,3 miliardi di euro.
Un balzo riconducibile soprattutto all’impennata delle quotazioni per la CO2 che viaggia, si legge sempre sul sito del Gse, sopra i 40 euro a tonnellata. A fine 2021, dunque, il “ritorno” per le casse dello Stato potrebbe essere molto significativo e servirà a supportare la transizione green. Secondo l’articolo 23 del decreto del 2020, che ha recepito la nuova direttiva europea sull’Ets del 2018, il 50% del ricavato è trasferito al Fondo ammortamento dei titoli di Stato, concorre cioè alla riduzione del debito pubblico, mentre il restante 50% viene assegnato al 70% all’ex ministero dell’Ambiente ( oggi ministero della Transizione ecologica) e al 30% al dicastero dello Sviluppo Economico e destinato a una serie di attività, tutte inquadrabili nel percorso di decarbonizzazione e transizione verde: dalla riduzione delle emissioni dei gas a effetto serra al sostegno di misure che evitino la deforestazione, dalla cattura e stoccaggio geologico ambientalmente sicuri della CO2 al supporto a favore del passaggio a modalità di trasporto pubblico a basse emissioni, fino al sostegno di interventi finalizzati ad aumentare l’efficienza energetica e idrica.