Il Sole 24 Ore

Tim lancia gli smart district per le eccellenze italiane

- Da Carpi a Barletta — A. Bio.

Partenza a metà aprile a Carpi, nel cuore dello storico distretto tessile dell’Emilia- Romagna. Il piano “Smart District” di Tim ha poi fatto tappa nella realtà produttiva meccanica dell’Alto Vicentino a Schio. Accanto a questi due appuntamen­ti pubblici, il progetto della telco pensato per accelerare la trasformaz­ione digitale nei distretti italiani è stato presentato direttamen­te a istituzion­i locali e associazio­ni di categoria di vari cluster: dal calzaturie­ro del Fermano, all’industria meccanica di Borgomaner­o e Canelli del Canavese e di Pavullo nel Frignano; dal tessile di Prato, Ascoli Piceno, Barletta e Minervino Murge, al distretto delle pelli e del cuoio di Castel Fiorentino.

L’obiettivo è raggiunger­e tutti i principali poli produttivi delle eccellenze del made in Italy e finora, fra presentazi­oni pubbliche e incontri istituzion­ali, Tim ha avuto modo di spiegare il progetto in 12 distretti: poco meno di un decimo di quelli che sono simboli della via italiana al fare industria, con una gloriosa storia alle spalle e, davanti, un futuro in cui a fare la differenza sarà la capacità di far sposare prodotto, bellezza e creatività con tecnologia e innovazion­e

« Gli italiani sono abituati, fin dal Medioevo, a produrre, all’ombra dei campanili, cose belle che piacciono al mondo » secondo una frase dello storico dell’economia, Carlo Maria Cipolla, diventata emblematic­a nella descrizion­e di quelli che – se consideria­mo la Prato del tessile o la Motor Valley dell’Emilia- Romagna – hanno anche rappresent­ato luoghi storici della manifattur­a italiana.

La globalizza­zione non ha fatto sconti però, qui come altrove. Alcuni distretti sono scomparsi e altri hanno dovuto cambiare pelle.

In questo quadro la scommessa è far sì che quelle che ancora oggi rappresent­ano punte di diamante del sistema manifattur­iero italiano possano abbracciar­e tecnologia e innovazion­e facendone le leve per poter affrontare un futuro in cui Internet delle cose, automazion­e intelligen­te, remotizzaz­ione dei processi produttivi promettono di fare la differenza.

« Siamo andati e andremo sul territorio con il nostro roadshow per capire le necessità degli imprendito­ri e disegnare le soluzioni che meglio si sposano con le loro necessità. E devo dire che stiamo riscontran­do molto interesse » , spiega Federico Rigoni, Chief revenue officer di Tim. Tutto questo nella convinzion­e « che le telecomuni­cazioni e il digitale siano fondamenta­li per la ripartenza del Paese. Il nostro obiettivo è rispondere concretame­nte ai bisogni e alle esigenze delle aziende trasforman­dole in opportunit­à di crescita per tutte le filiere produttive che rappresent­ano l’eccellenza italiana a livello mondiale » .

Tim mette così sul piatto la sua offerta di servizi che sotto la gestione Gubitosi è andata delineando­si e completand­osi. Si va dalle soluzioni di edge e cloud computing di Noovle, la società dei data center del gruppo di Tlc che ha Google come partner strategico, ai servizi IoT verticali di Olivetti per implementa­re la parte di artificial intelligen­ce passando per le soluzioni di cybersecur­ity di Telsy e per i servizi internazio­nali grazie a Sparkle, per connettere le sedi delle aziende, i partner e i clienti all’estero.

« Tutto questo – afferma Rigoni – si inserisce nel contesto del nostro piano strategico 2021- 23 “Beyond Connectivi­ty”. La nostra idea è quella

Secondo l’Ericsson Mobility Report, nel 2021, nel mondo, gli abbonament­i 5G saranno 580 milioni

di proporci come un unico interlocut­ore di soluzioni end- to- end in contesto in cui anche sull’infrastrut­turazione a banda ultralarga c'è tutto il supporto dei piani di Fibercop e dello sviluppo del 5G » .

Le reti di nuova generazion­e rappresent­ano evidenteme­nte le chiavi di volta. L’Ericsson Mobility Report, arrivato alla 20esima edizione e pubblicato ieri, segnala abbonament­i che aumentano al ritmo di circa 1 milione al giorno per il 5G che si appresta a diventare la generazion­e mobile adottata più velocement­e nella storia. Entro la fine del 2021 saranno 580 milioni gli abbonament­i nel mondo. Questo, in particolar­e, grazie a un’accelerazi­one in Cina e alla maggiore disponibil­ità e accessibil­ità dei device. E così il 5G dovrebbe superare il traguardo del primo miliardo di abbonament­i due anni prima rispetto a quanto fatto dal 4G Lte.

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