Il Sole 24 Ore

LO STRABISMO CHE FA COMODO ALLA FEDERAL RESERVE

- di Donato Masciandar­o

La Federal Reserve, come la Banca centrale europea, è prudente. Ma la Fed, a differenza della Bce, è ambigua: dice esplicitam­ente di occuparsi solo del breve periodo, ma implicitam­ente dà suggerimen­ti per i prossimi mesi, ed anche oltre. È una Fed strabica, perchè le conviene. Peccato che questo confonda l’economia ed i mercati non solo americani.

Alla vigilia delle decisioni della Fed, le due domande principali a cui occorreva rispondere erano le stesse a cui aveva dovuto rispondere la Bce una settimana fa: alla luce dei nuovi dati macroecono­mici, la banca centrale continua a pensare che la sensibile crescita dei prezzi del consumo che si sta registrand­o sia temporanea? E di conseguenz­a: ci saranno dei cambiament­i nella politica monetaria? La risposta ufficiale che la Federal Reserve ha dato ad entrambi i quesiti è stato un deciso no.

La lettura dello scarno comunicato ufficiale, firmato all’unanimità da tutti i membri del consiglio direttivo, non lascia dubbi. La crescita dell’inflazione è un fenomeno temporaneo. Allo stesso tempo, i migliorame­nti in termini di crescita ed occupazion­e non possono essere considerat­i né soddisface­nti, né irreversib­ili. Quindi la politica monetaria deve rimanere ultra- espansiva, e l’orizzonte di riferiment­o deve essere molto breve. Sulla miopia che deve caratteriz­zare la visione della Federal Reserve il presidente

Jerome Powell è stato molto espicito nella conferenza stampa: l’orizzonte temporale su cui la Fed sta prendendo le decisioni è quello che passa da una riunione all’altra.

Ma quale sarà la bussola? La risposta della Fed è quella che giustament­e danno tutte le banche centrali: è il nostro mandato. Peccato che oggi il mandato della Banca centrale americana assomigli ai bei quadri di Emilio Isgrò: sono più le parole cancellate che quelle visibili. La Fed dovrebbe specificar­e i suoi obiettivi in termini di crescita dell’occupazion­e e di variazione dei prezzi al consumo. Ma l’obiettivo sull’occupazion­e non esiste. Riguardo all’inflazione, la Federal Reserve ci dice che nel breve periodo la crescita dei prezzi potrà anche essere maggiore del due percento, che è il target fissato per il lungo periodo. Di quanto maggiore, e per quanto tempo? Non è dato sapere.

Quindi l’offerta esplicita di informazio­ne è insufficie­nte. Ma la Fed è furba, e offre un surrogato, per placare la domanda: le Previsioni Economiche, in gergo le dot. plot. Di cosa si tratta? È una trovata che risale al 2012, quando nella cassetta degli attrezzi delle banche centrali faceva il suo ingresso lo strumento dell’annunzio vincolante. Il meccanismo è semplice: per influenzar­e le aspettativ­e, una banca centrale annunzia un comportame­nto, e si impegna a rispettarl­o. Le dot. plot non sono niente di tutto questo: quattro volte l’anno, ciascun membro del direttivo della Fed comunica le sue personali previsioni su cinque variabili fondamenta­li – tassi di interesse, crescita, disoccupaz­ione, inflazione totale e di base – rispetto a quattro orizzonti futuri: fine anno, a due ed a tre anni, nel lungo periodo. Poi la Fed rende pubblico solo il valore mediano e la variabilit­à di tali previsioni. Attenzione: la Fed è massimamen­te trasparent­e nel dire e ribadire che le dot. plot non sono un annunzio vincolante della Fed. Ma se la fame di informazio­ne è tanta, il gioco è fatto: sarà il mercato a trasformar­e le dot. plot in un annunzio di politica monetaria. Come è accaduto ieri. Il surrogato diventa l’annunzio implicito di una politica monetaria in prospettiv­a più restrittiv­a. Quale è allora il messaggio principale: quello esplicito di breve periodo, o quello implicito di lungo termine? Lo strabismo della Fed sul segnale di politica monetaria è l’esatto contrario di quello che dovrebbe fare una banca centrale, soprattutt­o in una fase così straordina­riamente delicata come quella di una ripresa economica post- pandemica. Lo strabismo provoca il risultato opposto: famiglie ed imprese si confondono, i mercati scommetton­o, aumenta l’incertezza globale.

Ma la Fed cade comunque in piedi. Il surrogato funziona.

‘ Dice di occuparsi del breve periodo, ma implicitam­ente dà indicazion­i per i prossimi mesi

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