Grieco: riforme e investimenti, l’Italia non perda la sfida
La presidente: le criticità del Paese legate a fattori di debolezza strutturale
« L’Italia deve fare il massimo affinché investimenti e riforme aumentino davvero il potenziale di crescita della nostra economia, ad evitare il rischio che, finita l’euforia delle risorse europee, non riusciamo poi a ripagare i prestiti ricevuti » . Nel suo primo discorso in qualità di presidente di Assonime Patrizia Grieco è restata fedele al suo stile e ha richiamato istituzioni e politica alla concretezza rispetto alla sfida enorme che ha di fronte l’Italia. Poco prima di lei, ieri all’assemblea di Assonime, è intervenuto il commissario agli Affari europei Paolo Gentiloni.
« Le migliori previsioni delle istituzioni europee sulla crescita dell’economia europea sono sottoposte ai rischi collegati a possibili evoluzioni negative, ma sono soggette anche a possibili evoluzioni ancora più positive, perché la verità è che non conosciamo ancora il comportamento che avranno la domanda compressa, il risparmio accumulato o come si svilupperà la fase post pandemica » ha detto, spiegando come la sfida per l’Unione non sia quella di tornare a una crescita pre- pandemia, ma avviare un percorso di sviluppo consolidato evitando che in Europa ci siano crescite differenziate o aree che restano indietro, perchè questo può minare la solidità dell’Unione stessa. Il richiamo allo sforzo che deve fare l’Italia non è così velato.
La presidente Grieco ha ricor
Giovannini: nel Pnrr ci « sono tantissime riforme settoriali » soggette a capillari valutazioni della Ue
dato come le criticità dell’Italia « precedono l’avvento della pandemia » e sono legate a « fattori di debolezza strutturale » che riguardano pubblica amministrazione, giustizia e quadro normativo, ma il nostro Paese è ricco di eccellenze e potenzialità non ancora valorizzate appieno » . Grieco ha posto l’accento sulla necessità di misure per « accompagnare i lavoratori verso i nuovi impieghi, lasciandosi alle spalle quelli non più produttivi. Il primo impegno è di dare strumenti e contenuti alle politiche attive del lavoro, che non sono mai decollate dopo l’approvazione del Jobs Act. » . E ancora: una riforma fiscale orientata alla crescita, spostando il carico fiscale « dal lavoro e dall’impresa e accrescendo quello sui patrimoni e i consumi » . Le nuove tecnologie, però, « consentono di attuare una lotta severa all’evasione, che nel nostro Paese è un fenomeno di massa di cui il sistema politico fatica a riconoscere il gravissimo disvalore, sul piano economico e sociale » . Poi il monito sull’ « aumento del rischio di insolvenza delle imprese » che incide « negativamente sulla solidità patrimoniale delle banche, con effetti avversi sulla loro capacità di fornire nuovo credito alle imprese » . E ha ricordato il modello francese per ricapitalizzare le imprese con strumenti partecipativi.
Per il ministro per le Infrastrutture Enrico Giovannini, « il Pnrr non è fatto solo di riforme del fisco, pubblica amministrazione e giustizia » ma ci « sono tantissime riforme settoriali » soggette a capillari valutazioni della Ue . È da queste riforme che si avrà a una « resilienza per i futuri shock, che possono essere anche positivi » .