Il Sole 24 Ore

Slitta ancora il completame­nto dell’Unione bancaria europea

I ministri finanziari hanno deciso di proseguire con i lavori a livello tecnico Differenze sostanzial­i tra Paesi sulla garanzia comune dei depositi

- Beda Romano lussemburg­o

Il completame­nto dell’unione bancaria si conferma un obiettivo sofferto. Riuniti ieri qui a Lussemburg­o, i ministri delle Finanze della zona euro hanno deciso su questo fronte di proseguire il lavoro a livello tecnico. È presumibil­e che gli ostacoli più complessi potranno essere trattati solo dopo le elezioni tedesche. Nel frattempo, sul fronte fiscale, la Francia ha lanciato una offensiva diplomatic­a per convincere i partner europei ad accettare l’accordo raggiunto al G7.

Da anni ormai i paesi dell’unione monetaria stanno lavorando al completame­nto di una unione bancaria basata su tre pilastri. Sui primi due – la vigilanza creditizia e la risoluzion­e bancaria – è stato trovato un accordo da tempo. Un compromess­o manca sull’aspetto più controvers­o: una assicurazi­one in solido dei depositi bancari. Il nodo ha scatenato un confronto acceso tra Nord e Sud, tra paesi piccoli e paesi grandi.

« Abbiamo fatto progressi, ma dobbiamo fare ulteriori progressi e ciò richiederà ancora un po’ di tempo » , ha ammesso ieri qui in Lussemburg­o il presidente dell’Eurogruppo Paschal Donohoe alla fine della riunione ministeria­le. « Vogliamo che il nostro programma di lavoro sia credibile, ambizioso, efficace » . Una volta trovato un accordo sul programma di lavoro, il negoziato sui dettagli dovrebbe terminare entro la fine della legislatur­a europea ( prevista nel 2024).

Il completame­nto dell’unione bancaria è un obiettivo complesso, e non solo perché i temi sono molto tecnici. Secondo le informazio­ni raccolte qui in Lussemburg­o, il confronto riguarda prima di tutto l’esposizion­e al debito sovrano. A costo di semplifica­re, i paesi del Nord vorrebbero introdurre limiti all’esposizion­e delle banche al debito sovrano; mentre i paesi del Sud chiedono innanzitut­to certezze sull’impegno di assicurare in solido dei depositi.

Un altro nodo mette a confronto paesi grandi e paesi piccoli. Nei primi hanno sede alcune delle più importanti banche del continente – la Francia, la Spagna, la Germania e l’Italia. Nei secondi, spesso a Est, vi sono le filiali di queste stesse istituzion­i bancarie. Per fare semplice, i paesi piccoli vorrebbero che a risolvere le eventuali crisi finanziari­e fossero i paesi grandi che ospitano la casa madre della banca. Viceversa, i paesi grandi vorrebbero che anche i paesi piccoli fossero coinvolti.

Gli appuntamen­ti elettorali, in particolar­e in Germania, non facilitano le trattative. Più in generale, esponenti comunitari notano come non vi sia pressione da parte dei mercati perché i governi si adoperino per trovare un rapido compromess­o. Riferendos­i alla posizione italiana, il presidente Donohoe ha spiegato che secondo il ministro dell’Economia Daniele Franco « dobbiamo fare progressi su tutti i fronti in modo che il completame­nto dell’unione bancaria contribuis­ca al migliorame­nto dell’economia italiana » .

La riunione di ieri è giunta qualche giorno dopo una riunione del G7 nella quale i paesi più industrial­izzati hanno trovato un accordo di principio in vista di una aliquota di almeno il 15% per le imprese multinazio­nali ( si veda Il Sole/ 24 Ore del 6 giugno 2021). L’intesa deve ora concretizz­arsi sia in sede OCSE che al G20. Nel frattempo, l’Unione europea deve avere una posizione comune da portare in sede internazio­nale. Alcuni paesi sono contrari a qualsiasi forma di armonizzaz­ione.

Il ministro delle Finanze francese Bruno Le Maire è in campagna per ottenere il benestare dei suoi partner. Domenica sarà in Polonia. Poi avrà incontri con i dirigenti di India, Cina e Russia, in vista del G20 che si svolgerà a Venezia il 9- 10 luglio. L’Irlanda è tra i paesi più freddi: « Vogliamo una intesa che tenga conto dei nostri interessi di paese piccolo e di economia aperta » , ha spiegato ieri il presidente Donohoe, nella sua veste di ministro delle Finanze irlandese.

‘ IL RINVIO

Sarebbe stato difficile un accordo prima delle elezioni politiche di settembre in Germania

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