Nuovo boom dell’export, il commercio estero raddoppia ad aprile
Crescita congiunturale per il quarto mese consecutivo: + 3,4%
Il doppio nei mercati extra- Ue. Il doppio anche in Europa.
I dati di aprile confermano lo stato di grazia del commercio internazionale, con il made in Italy in grado di approfittare della ripresa della domanda portandosi ben oltre i livelli pre- Covid. Se la crescita congiunturale (+ 3,4%, quarto mese consecutivo in progresso), continua ad essere robusta, è il confronto annuo a dare il senso dello scatto in avanti.
Un rimbalzo certamente fisiologico dopo il calo di 43 punti di aprile 2020, caduta che tuttavia viene abbondantemente superata dal progresso del 97,6%, un quasi raddoppio in grado di portare i valori assoluti del mese a quota 43,6 miliardi, oltre i livelli dello stesso mese del 2019, nell’era pre- Covid.
Mese robusto che conferma e rafforza i risultati del primo trimestre, producendo per i primi quattro mesi dell’anno il miglior risultato di sempre del made in Italy, quattro punti ( e 6,5 miliardi di euro) oltre i livelli dell’omologo periodo 2019.
Scorrendo i dati per settore e geografia sono poche le variazioni sul tema, che si sviluppa ovunque con crescite esplosive, spesso a tre cifre.
Eclatante il caso delle auto, con valori moltiplicati per dieci ( a 2,1 miliardi) rispetto al disastroso aprile 2020, performance che produce ora un robusto balzo di 62 punti per l’intero periodo gennaio- aprile.
Riparte alla grande anche il tessileabbigliamento, in grado di quadruplicare i valori di aprile 2020, così come in crescita oltre la media è il comparto dei mobili, altra grande vittima della riduzione dei consumi globali.
Segnale importante, questa volta dal lato degli investimenti, è la ripresa delle vendite di macchinari made in Italy nel mondo.
Il progresso sfiora il 120% ed è un primo segnale di messa a terra della massa straordinaria di ordini raccolti dalla categoria nei primi mesi dell’anno.
L’eccezione è la farmaceutica, unico comparto insieme agli alimentari in grado di resistere allo shock della pandemia lo scorso anno, ora in calo di 11 punti rispetto al 2020.
Uno sguardo alla geografia dei risultati conferma la globalizzazione della crescita , con dati in deciso miglioramento a partire dai nostri primi mercati di sbocco (+ 76,9% verso la Germania, + 116,6% verso la Francia), per arrivare a risultati altrettanto eclatanti nelle destinazioni più remote come Cina (+ 98,1%) e Stati Uniti (+ 112,5%).
La risalita della domanda è evidente anche guardando la corsa delle importazioni, in crescita nel mese del 63%. Il che tuttavia, tenendo conto della miglior performance del made in Italy, produce come risultato una netta inversione di rotta del saldo commerciale: da un passivo di 1,1 miliardi 12 mesi prima si trasforma in un attivo di quasi sei miliardi di euro.