Lo scalo di Forlì riparte con la tecnologia Beghelli che abbatte virus e batteri
Pietro Beghelli: trattiene e abbatte il 99,6% degli agenti patogeni
All’estero è già installato in alberghi, palestre, negozi, tra Germania, Portogallo, Messico, Stati Uniti. In Italia soprattutto nelle scuole e nei poliambulatori medici. Ora anche nell’aeroporto di Forlì, diventato il primo scalo nazionale interamente Covid Free. Si chiama SanificaAria il dispositivo frutto di una innovativa tecnologia contro la pandemia sviluppata dal gruppo bolognese Beghelli, in collaborazione con le università di Modena e Reggio Emilia e con l’ateneo di Padova, che lo ha certificato. Innovativo perché trattiene e abbatte il 99,6% degli agenti patogeni presenti nell’aria, compreso il virus Covid- 19. « Per metterlo a punto abbiamo impiegato quasi tutti i ricercatori del nostro centro R& S, insieme a quelli degli atenei » , dice Pietro Beghelli, presidente dell’azienda della Valsamoggia che, con undici società tra Italia e resto del mondo, produce sistemi per l’illuminazione tecnico- professionale, per l’emergenza, per la domotica e per la sicurezza industriale. « È un’arma per sconfiggere la pandemia » , osserva a sua volta Giuseppe Silvestrini, presidente di A. F., la società a capitale interamente privato che sta rilanciando lo scalo romagnolo, dopo anni di chiusura seguita al fallimento della precedente società di gestione. « Quando siamo venuti a conoscenza della tecnologia sviluppata da Beghelli abbiamo subito deciso di sfruttarla » , prosegue Silvestrini -. Crediamo fortemente nelle innovazioni, possono aiutarci a superare molte fasi difficili come quella che stiamo attraversando » . Nell’aeroporto, che fa da apripista nazionale per la massima sicurezza sanitaria tra le infrastrutture, sono stati installati 120 dispostivi che coprono tutta la superficie interna dello scalo, tra uffici, sale d'attesa, area del check- in. Quelli più piccoli, che proteggono fino a 50 metri quadrati, negli uffici. Quelli più grandi ( fino a 450 metri quadrati), negli spazi comuni. Ci sono voluti diversi sopralluoghi per capire come e dove posizionarli per coprire l’intero aeroporto, per distruggere anche le varianti del Covid- 19. « Uno strumento di difesa invisibile contro un nemico invisibile – spiega Pietro Beghelli -. Se lo installassimo sui mezzi di trasporto, in tutte le scuole, negli uffici, negli ospedali, potremmo azzerare il rischio di contagio » .
L’invenzione risale all’ottobre dello scorso anno, quando sull’Italia cominciava ad abbattersi la seconda ondata pandemica. E all’estero hanno subito compreso la portata innovativa di questa tecnologia all’avanguardia: tanto che il sistema sanitario del Belgio l’ha già omologata.
Beghelli, che conta complessivamente 1.400 dipendenti e sviluppa un fatturato di 150 milioni, è una multinazionale tascabile. Dal quartiere generale della Valsamoggia, nella provincia bolognese, controlla altri due stabilimenti in EmiliaRomagna e otto oltreconfine, tra Europa, Cina, Stati Uniti.