Il Sole 24 Ore

Jacob Cohën: il marchio è già globale, l’azienda sempre più radicata in Veneto

Grazie all’accordo con Sinv la produzione è a km 100 tra Padova, Vicenza, Treviso e Venezia Jennifer Bardelle, presidente e direttore creativo: « Autenticit­à e tracciabil­ità sono garantite da Certilogo »

- Giulia Crivelli

La pandemia ha rallentato, interrotto o impedito molte cose alla maggior parte delle aziende. Ma ne ha anche accelerate o permesse altre, tanto che forse, quando saremo davvero fuori dal tunnel, il bilancio, per chi si è salvato, potrebbe essere almeno in parte positivo. Come per Jacob Cohën: « Quando scoppiò l’emergenza sanitaria avevamo già avviato molti progetti e preparato importanti cambiament­i - dice Jennifer Tommasi Bardelle, presidente e direttore creativo di Jacob Cohën –. Superati i primi mesi, che credo abbiano lasciato tutti, aziende e persone disorienta­e, abbiamo continuato a lavorare sul futuro del marchio, forti di quello che abbiamo costruito in un periodo tutto sommato breve » .

Jennifer Tommasi è la vedova di Nicola Bardelle, visionario imprendito­re veneto scomparso in un incidente stradale nell’estate del 2012: in meno di dieci anni aveva fatto di Jacob Cohën il marchio di riferiment­o del denim sartoriale e aveva già avviato l’espansione retail e la diversific­azione in altre categorie di prodotto. « La trasformaz­ione del marchio, o meglio, la sua evoluzione, e quella dell’azienda erano inevitabil­i e, ancora più importante, nei piani di Nicola – aggiunge Jennifer Bardelle –. Sia perché la competizio­ne nel denim era ed è ancora agguerrita, sia perché nel

2012 era già chiaro l’impatto della rivoluzion­e digitale » . La novità organizzat­iva maggiore ha preso forma un anno fa, quando dall’accordo fra Jacob Cohën Company e Sinv nacque Jacob Cohën Industry, per la produzione e distribuzi­one del brand.

« Tecnicamen­te è una licenza, ma la viviamo come una vera e propria partnershi­p – sottolinea Luca Roda, ceo di Jacob Cohën –. Sinv ha un know how produttivo di eccellenza non solo nel denim, ma in tutte le categorie di abbigliame­nto. I mesi di rallentame­nto forzato legati alla pandemia ci hanno permesso di mettere a punto i dettagli delle prime collezioni e di riflettere su future capsule, anche legate a trend stagionali, e modalità di distribuzi­one omnicanale » .

L’e- commerce interno sarà lanciato nei prossimi mesi, ma la digitalizz­azione ha interessat­o ogni processo aziendale, a partire dal B2B, visto che Jacob Cohën ha quattro monomarca a gestione diretta e oltre mille doors nel mondo nel canale wholesale. « Oggi sostenibil­ità e tracciabil­ità sono al centro delle strategie produttive e di comunicazi­one di tutti – conclude Jennifer Bardelle –. Per avere successo serve un cambio culturale, del quale in Jacob Cohën non abbiamo bisogno, perché l’attenzione all’ambiente e il rispetto per l’autenticit­à e per il consumator­e erano tra le priorità di Nicola. Sul primo tema e grazie all’accordo con Sinv, veneta come noi, possiamo dirci a Km100: tutto è made in Veneto, rispettiam­o l’ambiente e preserviam­o il know how tessile della regione. Sulla tracciabil­ità c’è l’accordo con Certilogo: su ogni capo c’è un Qr code che racconta

la sua autenticit­à » .

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Jacob Cohën per la prossima stagione fredda. A partire dalla P- E 2022 la collezione donna verrà ampliata, per arrivare a rappresent­are il 30% delle vendite. In alto, il negozio di Parigi
Per l’autunno. Total look Jacob Cohën per la prossima stagione fredda. A partire dalla P- E 2022 la collezione donna verrà ampliata, per arrivare a rappresent­are il 30% delle vendite. In alto, il negozio di Parigi
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Bardelle è presidente di Jacob
Cohën Company e direttore creativo
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AL VERTICE Jennifer Tommasi Bardelle è presidente di Jacob Cohën Company e direttore creativo del marchio

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