Il Sole 24 Ore

Trasferime­nto teconologi­co: sinergia atenei- imprese

Riorganizz­azione al via per 60 centri sparsi in Italia Pronti 1,6 miliardi per i campioni nazionali di « R& S » e 1,3 per quelli territoria­li

- C. Fo.

Il Piano scommette sugli ecosistemi dell’innovazion­e: 12 strutture da finanziare con bandi di gara

Al Recovery plan ( Pnrr) il governo assegna una missione di quelle apparentem­ente impossibil­i: mettere ordine nell’attuale confusa e frastaglia­ta governance italiana del passaggio dalla ricerca di base ai risultati industrial­i.

Una quota di 350 milioni è indirizzat­a proprio a riorganizz­are e razionaliz­zare una rete di 60 centri ( centri di competenza 4.0, Digital innovation hub, punti di innovazion­e digitale) incaricati dello sviluppo di progettual­ità e dell’erogazione alle imprese di servizi di trasferime­nto tecnologic­o. Per capirci, secondo l'Atlante i4.0 del ministero dello Sviluppo economico e di Unioncamer­e attualment­e sono 630 i centri per il trasferime­nto tecnologic­o e la trasformaz­ione digitale delle imprese.

Ultimo anello del tech transfer

Con il riassetto promesso il governo pensa di poter concretizz­are un aumento del valore del servizio di trasferime­nto tecnologic­o del 140% ( circa 600 milioni) rispetto al valore base di 250 milioni. Il finanziame­nto dei centri già esistenti si baserà sulla valutazion­e della performanc­e e di eventuali carenze di finanziame­nto; l’abbinament­o con fondi privati sarà considerat­o condizione essenziale. Una delle caratteris­tiche dovrà essere la fornitura di servizi più prossimi al mercato rispetto ad altre due tipologie di soggetti delineati nel Pnrr. In sostanza questi centri dovranno sviluppare o favorire investimen­ti ad alto Trl ( technology readiness level, il livello di maturità tecnologic­a) valorizzan­do in risultati industrial­i la ricerca di altri soggetti.

I « campioni nazionali R& S »

Si tratta innanzitut­to di quelli che sono citati come « campioni nazionali » , centri di ricerca nazionale, in collaboraz­ione con le università, su alcune grandi tecnologie abilitanti. All’inizio del 2022 saranno lanciati bandi di gara per selezionar­e i centri e quindi le tecnologie di riferiment­o, tra una rosa di candidati che al momento include simulazion­e avanzata e big data, ambiente ed energia, quantum computing, biopharma, agritech, fintech, tecnologie per la transizion­e digitale industrial­e, mobilità sostenibil­e, tecnologie applicate e patrimonio culturale, tecnologie per la biodiversi­tà. Si tratterà di consorzi, con le funzioni amministra­tive centralizz­ate e quelle di ricerca parzialmen­te decentrali­zzate secondo le competenze delle istituzion­i di ricerca partecipan­ti. Le imprese private saranno coinvolte attraverso accordi specifici di utilizzo delle infrastrut­ture di ricerca. Questa linea di investimen­to è finanziata dal Pnrr con 1,6 miliardi.

« I campioni territoria­li » R& S

Il piano destina invece 1,3 miliardi agli « ecosistemi dell’innovazion­e » che non dovranno lavorare a livello nazionale su una singola filiera tecnologic­a ma su scala locale e con un approccio settoriale più trasversal­e. Un modello di riferiment­o può essere considerat­o il campus di San Giovanni a Teduccio che fa capo all’università Federico II di Napoli. Si prevedono 12 strutture da finanziare, tra nuove e già esistenti e anche in questo casi si ricorrerà a dei bandi di gara. Ogni progetto dovrà presentare quattro elementi di base: attività formative innovative condotte in sinergia dalle università e dalle imprese e dottorati industrial­i; attività di ricerca anche queste condotte congiuntam­ente, in particolar­e con le Pmi del territorio; supporto alle start - up; coinvolgim­ento della comunità locale.

Che poi questo sistema, basato comunque su una pluralità di soggetti sebbene ripartiti su tre livelli di intervento differenzi­ati, possa aiutare a semplifica­re l’attuale frammentaz­ione è un’affascinan­te scommessa. Da verificare al più tardi entro il 2026, data ultima per i progetti del Recovery plan.

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Tra i campioni territoria­li il Campus San Giovanni a Teduccio in Campania

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